I consigli di Maria Chiara Crippa, psicologa sportiva: ecco come fare per tenere alta la motivazione durante i mesi dell¡¯inverno
Correre in inverno
¡ª ?Le immagini che spesso compaiono sui social o quello a cui rimanda l¡¯immaginario collettivo, soprattutto da parte di chi non ¨¨ cos¨¬ avvezzo alla corsa, il pi¨´ delle volte stride con la realt¨¤. Runners sorridenti (e insensibili al freddo) che corrono tra i paesaggi innevati di splendide localit¨¤ montane. Immagini suggestive e idilliache le quali, per¨°, risultano distanti dalla realt¨¤ concreta del podista. Questa, infatti, ci riconduce ad altri scenari: temperature rigide, che rendono pi¨´ dispendiosa l¡¯attivit¨¤ fisica, oltre ai disagi di natura muscolare e le difficolt¨¤ legate alla respirazione; minore disponibilit¨¤ di ore di luce; clima avverso. Perch¨¦, che se ne dica, correre sotto la pioggia sar¨¤ senz¡¯altro bello, ma a patto di non doverlo fare pi¨´ giorni di fila o a patto di dover fare una corsa rigenerante, a bassa intensit¨¤ o, anche, a patto che ci¨° avvenga a temperature miti. I messaggi promossi da influencer di vario genere, del tipo ¡°con la volont¨¤ si pu¨° tutto¡±, non solo risultano fuorvianti ma addirittura si rivelano falsi. Affinch¨¦ si realizzino determinati prestazioni, infatti, sono necessarie alcune condizioni e non sempre la volont¨¤ pu¨° essere sufficiente alla realizzazione certe prestazioni. Esistono delle oggettivit¨¤ che si devono prendere in considerazione. Certo, atleti di alto livello, alle volte, ci danno dimostrazione che perfino in presenza di condizioni ambientali estreme si possano ottenere risultati di buon livello, eppure nella maggior parte delle occasioni anche l¡¯atleta top ¨¨ costretto a piegarsi ad esse.
Un esempio su tutti ¨¨ quello della maratona di Boston del 2018, corsa sotto una gelida tempesta al punto da costringere moltissimi corridori al ritiro oltre che ad appesantire notevolmente i tempi dei concorrenti. In quell¡¯edizione, infatti, la maratona americana se l¡¯aggiudicarono il giapponese Yuki Kawauchi e la statunitense Desiree Linden, con le prestazioni di 2:15:58 e 2:39:54. Delle prestazioni cronometriche che, in condizioni ambientali standard, sarebbero state considerate mediocri per atleti di quel livello.
Tuttavia, al di l¨¤ delle difficolt¨¤ oggettive contro le quali un corridore pu¨° scontrarsi, esiste un limbo all¡¯interno del quale la volont¨¤ gioca un ruolo primario. In quei casi, infatti, essa risulta determinante. In questo senso la nostra attitudine psicologica oltre ad essere fondamentale si dimostra come qualcosa su cui sia possibile intervenire. Abbiamo chiesto a Maria Chiara Crippa, psicologa sportiva, come fare per tenere alta la motivazione durante i mesi dell¡¯inverno, con le difficolt¨¤ che li caratterizzano. ¡°Partirei chiarendo che il termine ¡®motivazione¡¯ indica ci¨° che ci muove e spinge a compiere una determinata azione. ? questo impulso che ci permette di mantenere alta la costanza nell¡¯allenamento. La motivazione ¨¨ alimentata dagli obbiettivi, che ne rappresentano il suo vero motore. Inoltre, essa si costituisce come un alleato nella gestione della fatica: pi¨´ avr¨° una disposizione positiva alla fatica, ovvero pi¨´ sar¨° pronto a mettermi in gioco e d¡¯impegno nell¡¯allenamento e pi¨´ si ridurr¨¤ la percezione dello sforzo.¡±
Correre in inverno: cosa fare quando la motivazione vacilla?
¡ª ?¡°Innanzitutto, si deve chiarire che dei cali di motivazione sono del tutto normali. Questa, infatti, non ¨¨ stabile, non ¨¨ uno stato che si acquisisce una volta per tutte; all¡¯opposto si caratterizza per la sua natura fluttuante.¡± Come fare, dunque, per vincere quei momenti in cui la nostra motivazione sembra venire meno? Una situazione ben nota a tutti i corridori di lungo corso che durante un freddo e grigio pomeriggio invernale si ritrovano invischiati con pensieri del tipo: ¡°Ma chi me lo fa fare di correre al freddo o al buio?¡± Ecco che il dilemma amletico ¡°Esco o non esco¡± inizia ad affacciarsi alle porte della coscienza innescando una narrazione solipsistica infinita: sensi di colpa, giustificazioni, scuse e ragionamenti inconcludenti.
Proprio per questa ragione vogliamo offrire alcuni spunti, o meglio alcune strategie da seguire per vincere quei momenti in cui la motivazione sembra scendere sotto i piedi o, addirittura, abbandonarci del tutto:
- Indaga che cosa ti blocca? ¡°Sii sincero con te stesso e prova a identificare quali sono i tuoi ¡®sabotatori¡¯ interni: l¡¯idea di far fatica, il clima, il freddo, il tempo sottratto alla famiglia, l¡¯idea di allenarti da solo/a. Riconoscere cosa ti ¡®blocca¡¯ ti permette di trovare la soluzione.¡±
- Focalizza il tuo obiettivo: ¡°Se gli obbiettivi sono il motore della motivazione chiediti per che cosa ti stai allenando e perch¨¦ lo stai facendo. Chiediti, inoltre, che cosa vuoi da te oggi.¡±
- Trova un alleato: ¡°Cerca qualcuno che sia in grado di spronarti e farti da spalla, quell¡¯amico/a che crede quanto te nel tuo obbiettivo e sa dirti le parole giuste per caricarti o smascherare le tue scuse.¡±
- Precorri la soddisfazione: ¡°Anticipa quella sensazione di forza e realizzazione che sentirai dopo aver affrontato la tua sfida, quella sensazione capace di mobilitare le tue risorse e forze interiori.¡±
- Pensa a come ricompensarti: ¡°Rifletti sulla gratificazione che troverai al termine dell¡¯allenamento: doccia calda, pizza, birra, un dolce?¡±
Perch¨¦ ¨¨ importante svolgere queste riflessioni? Come ci ricorda Maria Chiara Crippa, ¡°Questo lavoro mentale ci permette di allenare la corteccia prefrontale, quell¡¯aerea del nostro cervello capace di attivare risorse di resilienza che ci permettono di perdurare nello sforzo, nonostante la stanchezza e tutti i segnali di fatica che arrivano al cervello e che comporterebbero un¡¯interruzione dell¡¯azione.¡±
Arrivati fin qui, a questo lungo discorso risulta necessario porre qualche eccezione: la ricerca della motivazione e delle strategie per mantenerla a livelli alti non deve portarci all¡¯errore di non ascoltare i segnali che il nostro corpo ci invia. Alle volte, non voler impegnarsi in un allenamento non rappresenta un segno di pigrizia. Bisogna trovare il giusto equilibrio e imparare ad accettarsi e volersi bene. Davanti a uno stato eccessivo di stanchezza o a un malessere di diversa natura cerchiamo di non farne un dramma, accettando la nostra condizione psicofisica del momento. In quei casi, sar¨¤ pi¨´ opportuno coinvolgersi con altre attivit¨¤ oppure optare per un giorno di riposo. L¡¯indomani risulteremo senz¡¯altro pi¨´ motivati.
In conclusione, il giusto equilibrio tra ¡°bastone e carota¡± sar¨¤ ci¨° che ci permetter¨¤ di vivere al meglio il nostro rapporto con la corsa.
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