Con la stagione estiva il runner migra verso altitudini montane, il problema fondamentale per gli atleti di endurance (mezzofondisti, maratoneti) ¨¨ quello di dosare un giusto rapporto tra la perdita della massima potenza aerobica in funzione della quota e la capacit¨¤ allenante. Il soggetto non pu¨° andare a quote talmente elevate da dover ridurre per forza la propria prestazione, [...]
Con la stagione estiva il runner migra verso altitudini montane, il problema fondamentale per gli atleti di endurance (mezzofondisti, maratoneti) ¨¨ quello di dosare un giusto rapporto tra la perdita della massima potenza aerobica in funzione della quota e la capacit¨¤ allenante.
Il soggetto non pu¨° andare a quote talmente elevate da dover ridurre per forza la propria prestazione, per tale motivo vengono scelte quote tra i 1500 ai 2000/2300 mt, alle quali si riesce ad utilizzare una elevata frazione della massima potenza aerobica.
Come sappiamo tra gli effetti dellĄŻalta quota abbiamo lĄŻaumento dellĄŻemoglobina (misurato tramite ematocrito) ma soprattutto una perdita di potenza aerobica che ¨¨ variabilissima da atleta ad atleta; da qui nasce il problema pi¨´ importante: la valutazione del runner diventa il punto fondamentale per decidere innanzitutto lĄŻintensit¨¤ del carico allenante.?Sono stati consolidati tre indirizzi di tipo metodologico-pratico per lĄŻallenamento:
IPOSSICO IPOBARICO: ovvero lĄŻatleta si allena e soggiorna a quote variabili tra i 1600/2500 metri
IPOSSICO IPOBARICO ARTIFICIALE: il soggetto trascorre alcune ore in camera iperbarica per sfruttare il meccanismo teorico deputato al miglioramento degli adattamenti ematologici
IPOSSICO NORMOBARICO: il runner s'allena e dorme in un ambiente in cui ¨¨ stata ridotta la pressione di ossigeno arricchendo lĄŻaria di azoto.
Da tempo si sostiene che molte modifiche legate allĄŻallenamento in quota derivino dallo stato ematologico; questo ¨¨ vero se eseguiamo i rilevamenti dei classici controlli ematici (emocromo, metabolismo del ferro), ma in realt¨¤ se misuriamo tutta la massa emoglobinica dellĄŻatleta, lavori scientifici dimostrano che fino a quote di circa 3.000 mt non cĄŻ¨¨ nessuna modifica importante e significativa della massa eritrocitaria.?In sostanza non cĄŻ¨¨ nessuna evidenza scientifica che dimostri un reale aumento della massa eritrocitaria. Ci¨° che invece si modifica dopo un periodo di allenamento in quota ¨¨ la "clearance del lattato" ovvero una migliore capacit¨¤ di ossidare il lattato, fenomeno che spiegherebbe le grandi capacit¨¤ di prestazione degli atleti africani nativi in altitudine.
In conclusione, ormai ¨¨ assodato che non siano gli adattamenti di tipo ematologico ad aumentare la prestazione, ma lĄŻossidazione del lattato e che tale miglioramento dipenda non da allenamenti standardizzati, ma da una specificit¨¤ e da una individualizzazione del carico allenante che varia da atleta in atleta.
Dott.sa Barbara Cantoni
Specialista in Medicina dello Sport
DELTA MEDICA
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