Giorgio Rondelli, ex mezzofondista e allenatore di molti campioni olimpici e mondiali, analizza i casi di Jakob Ingebrigtsen, Axel Vang Christensen e Nadia Battocletti
Nel mezzofondo mondiale qualcosa sta cambiando. Soprattutto in chiave europea. I fuoriclasse africani, anche se tutt'ora leader in tutte le discipline del mezzofondo e fondo, non sono pi¨´ visti come dei fenomeni genetici contro cui non si pu¨° fare nulla. Piuttosto come dei punti di riferimento. Anche molto elevati. Al cui livello si pu¨° anche arrivare.
Jakob Ingebrigtsen
¡ª ?La locomotiva di questa mini rivoluzione ¨¨ senza dubbio il fenomenale norvegese Jakob Ingebrigtsen, che, a soli 21 anni, ha gi¨¤ vinto un titolo olimpico sui 1500 metri, due titoli europei assoluti sui 1500 e 5000 metri. Tutto quando era ancora junior. Oltre a una serie di svariate altre medaglie nelle categorie giovanili. Compresi quattro titoli europei juniores nel cross. La met¨¤ ancora da allievo. Oltre a quello assoluto conquistato dieci giorni fa a Dublino.
Allenato dal padre Giert Arne, come i suoi due fratelli maggiori Henrik e Filip, entrambi a loro volta campioni europei dei 1500, Jakob ha iniziato ad allenarsi in modo professionale gi¨¤ all'et¨¤ di nove anni. Con robusti carichi di lavoro giornalieri. Quando era cadetto, cio¨¨ a 14/15 anni, faceva gi¨¤ circa 100 chilometri di allenamento alla settimana. Con la possibilit¨¤ di misurarsi in gara con atleti anche delle categorie assolute. Non a caso i suoi primati personali dell'epoca erano gi¨¤ al livello di un buon atleta juniores. Cio¨¨ di ragazzo di tre o quattro anni pi¨´ grande. Da quel momento in avanti la sua carriera sportiva ha avuto una progressione straordinaria in chiave di primati personali e conquista di medaglie.
Axel Vang Christensen
¡ª ?I recentissimi campionati europei di cross ci hanno forse regalato il suo erede. Si tratta del 17 enne danese Axel Vang Christensen che, pur essendo ancora allievo, ha dominato la gara juniores rifilato ben 25 secondi di distacco al secondo arrivato. Anche Axel, ex calciatore da giovanissimo, ha iniziato ad allenarsi con grandi carichi di lavoro sin dai 10 anni di et¨¤. Andando incontro anche a parecchi infortuni fra gli 11 ed i 13 anni. A quel punto il suo allenatore ha cambiato metodologia di lavoro. Meno sedute di grande qualit¨¤ ed intensit¨¤ e maggior numero di chilometri settimanali. Gi¨¤ a 14 anni il giovane talento danese ne faceva circa 140 alla settimana. Cio¨¨ 20 chilometri al giorno. L'anno dopo era salito a 150 chilometri. Quest'anno anche a 160 chilometri. Ma con la previsione di arrivare anche a 180 chilometri nel 2022 quando, pur essendo junior, ha in programma di partecipare agli europei assoluti di Monaco di Baviera.
Intanto nel 2021, correndo i 3000 in 7.59.30, ha gi¨¤ fatto meglio del tempo realizzato alla stessa et¨¤ da Jakob Ingebrigtsen. Oltre ad aver realizzato ben 37 record nazionali danesi in tutte le categorie. Il suo men¨´ quotidiano di allenamento prevede due sedute al giorno. La prima alle 6 del mattino. Solo corsa lenta per 8/10 chilometri. Poi il secondo allenamento, quello pi¨´ impegnativo. A met¨¤ pomeriggio. Fra gli allenamenti top lunghe serie di prove ripetute in salita e lo sviluppo della potenza aerobica correndo tre volte 10 minuti al massimo con brevi pause di recupero.
Nadia Battocletti
¡ª ?Un percorso similare, ma con carichi di lavoro progressivi nel corso degli anni, ma sempre impegnativi, lo ha portato avanti anche l'azzurra Nadia Battocletti sotto la guida di pap¨¤ Giuliano arrivando settima, dopo ben sei atlete africane, nei 5000 metri ai giochi olimpici di Tokio. Nadia ¨¨ comunque un fenomeno a parte. Da noi invece si continua a dibattere ed a nascondersi dietro i soliti luoghi comuni vedi 1) "i ragazzi si devono divertire", 2) "i chilometri fanno male", 3) "in pimis la multilateralit¨¤", 4) "l'attivit¨¤ agonistica deve iniziare pi¨´ avanti". E via di questo passo. Senza capire che i ragazzi nati dopo il 2000 non possono essere allenati come i ragazzi nati 30 o 40 anni fa, quando i medesimi di attivit¨¤ fisica diretta o indiretta ne facevano almeno il doppio nella vita di tutti i giorni.
Come ultimo esempio posso segnalare che al "Milano Cross Challenge", disputato domenica scorsa all'ippodromo "La Maura", gli esordienti B e C, cio¨¨ in et¨¤ compresa fra i 5 e gli 8 anni, sono stati fatti gareggiare dagli organizzatori sulla distanza di 900 metri. Pi¨´ del doppio rispetto ai soliti 400 metri dei nostri regolamenti nazionali. Risultato: tutti arrivati regolarmente al traguardo. Di buona lena. Nessun disperso. La fatica, anche mentale, va affrontata sin da piccoli. Per far crescere sportivamente e non i ragazzi nati nel terzo millennio bando alle scorciatoie. Di qualunque tipo.
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