RUNNING
Triathlon, come recuperare da una partenza shock
(foto Trievolution)
Frenesia, agitazione, spazi stretti, cuore a mille. Si potrebbe sintetizzare cos¨¬ la prima fase di una gara di triathlon. L'adrenalina in attesa dello sparo che d¨¤ il via alla competizione, il caldo per la muta nell'attesa dello start o il freddo dell'acqua che ci attende, la spasmodica ricerca della posizione migliore sullo schieramento e la consapevolezza della fatica che ci attende.
SHOCK?In sostanza, le prime fasi di gara sono un vero shock: si parte a tutta e dopo poche centinaia di metri, si ha la sensazione di aver finito la benzina oltre alla paura di aver compromesso la gara. Come sempre, per arrivare pronti in una situazione cos¨¬ concitata, ¨¨ necessario testarsi nei mesi prima dell'appuntamento agonistico.
IN PISCINA?Imparare come recuperare in piscina ¨¨ fondamentale: i bordi e le corsie offrono la sicurezza necessaria per affrontare con lucidit¨¤ anche le difficolt¨¤ improvvise. Come in altre circostanze, ¨¨ importante riprodurre le situazioni di gara durante le sedute in vasca: in questo caso, dobbiamo incrementare la capacit¨¤ di sfruttare il recupero attivo, ossia nuotando anzich¨¦ stando fermi.
RECUPERO ATTIVO?Il recupero attivo si riferisce al rallentamento della respirazione e all'abbassamento della frequenza cardiaca mentre si nuota lentamente e senza bisogno di fermarsi tenendosi al bordo della piscina. Svolgere dunque questo tipo di esercizio: 50 metri veloci a cui seguono 200 metri a velocit¨¤ controllata (il recupero attivo); ripetere 4-5 volte, incrementando la distanza della parte veloce.
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