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Il debutto di Ingebrigtsen in mezza maratona: l¡¯analisi di Gabriele Rosa
Qualche giorno fa la sua prestazione ha fatto discutere il mondo della corsa. Jakob Ingebrigtsen ha debuttato in mezza maratona, a Copenaghen, ma le cose sui 21 chilometri non sono andate benissimo. "? un fuoriclasse della pista e non ci sono dubbi. In questo caso, bisognerebbe per¨° capire se ha partecipato alla gara su invito, per nobilitare l¡¯evento, o solo per testarsi su distanze pi¨´ consistenti". Gabriele Rosa, maestro della corsa di lunga lena e tra i tecnici pi¨´ vincenti dell¡¯atletica mondiale, inizia cos¨¬ la sua analisi.
il commento
¡ª ?In Danimarca, Ingebrigtsen ha tenuto il ritmo dei primi per 10 chilometri, fermandosi in pi¨´ occasioni dopo il 15¡ã e tagliando il traguardo in 1h3¡¯13. "Non penso - spiega il dottor Rosa - che sia andato l¨¬ per testarsi in modo serio sulla mezza. ? pi¨´ probabile che abbia deciso di farlo sui 10 chilometri. Non a caso, i primi segnali di fatica si sono visti gi¨¤ tra il 7¡ã e l¡¯8¡ã chilometro. Jakob ha avuto una stagione impegnativa, ha affrontato le Olimpiadi da protagonista e a fine agosto, nella tappa di Diamond League a Chorzow, ha stabilito il nuovo record del mondo dei 3.000 in 7¡¯17"55. Per passare alle lunghe distanze, deve esserci una programmazione differente". Senza dimenticare un discorso di struttura: "Per lui ci sarebbero da considerare inoltre dei limiti fisici. ? molto alto (1,86 m) e ha una muscolatura importante, diversa dai maratoneti. Anche Tergat anni fa pass¨° dalla pista alla strada, ma la sua era una corporatura diversa, con tanti chili in meno da portare in gara".
adattamento
¡ª ?Il dottor Rosa continua la sua analisi con un altro paio di considerazioni: "Ingebrigtsen ha ancora tantissimo da dare in pista e non credo che il passaggio a gare lunghe sia oggi un tema per lui e per il suo gruppo di lavoro. Certo, pu¨° essere un¡¯ipotesi tra diversi anni e a quel punto andr¨¤ fatto un ragionamento preciso. Calando di peso e modificando la tipologia degli allenamenti svolti, evitando lavori oltre le 4 millimoli di lattato (soglia anaerobica, ndr) e privilegiando quelli di tipo aerobico". L¡¯altro tema fa riferimento alla gestione: "In una competizione lunga ¨¨ differente anche l¡¯approccio mentale, visto che la fatica ¨¨ diversa e non ¨¨ semplice affrontarla. Sui 21 e sui 42 chilometri, non si pu¨° tirare subito per stancare gli avversari, e nemmeno aspettare l¡¯ultimo giro per vincere in volata. Serve un adattamento psicologico a un ritmo superiore".
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