Le braccia vengono spesso trascurate, ma possono evidenziare problematiche che portano a infortuni. Vediamo con Fisiorunning come migliorarne l'utilizzo
La settimana scorsa abbiamo affrontato con Fisiorunning l'anatomia muscolare e l'influenza delle braccia nella corsa. Le braccia agiscono in sinergia con la parte inferiore controllando la cadenza, aumentando l'efficenza e conseguentemente lo slancio. Sono quindi un campanello d'allarme su quello che succede sotto.
braccia e disfunzioni posturali
¡ª ?Quando si corre si spinge con una gamba alla volta esercitando una forza di controbilanciamento dal lato opposto, dove parteciper¨¤ l'estensione indietro del braccio che stabilizzer¨¤ il tronco. Se il braccio si muove poco o niente, sar¨¤ il tronco a dover compensare irrigidendosi. Trasferendo cos¨¬ le tensioni inferiormente su bacino e gambe, creando anomalie posturali alla base di molti infortuni. Certe posizioni anomale delle braccia vengono controllate durante l'analisi biomeccanica della corsa per individuarne specifiche disfunzioni. I gomiti molto larghi rispetto al tronco sottolineano un compenso per la caduta controlaterale del bacino. Segno di un comparto gluteo debole o che non lavora come dovrebbe.?Un movimento molto anteriore delle braccia, senza quello posteriore dei gomiti dietro, indica un iperestensione e rigidit¨¤ della colonna vertebrale. Un eccessivo movimento antero-posteriore delle braccia pu¨° essere dovuto a un elevato sollevamento del ginocchio anteriormente, con conseguente contraccolpo a terra. Un braccio che iper-ruota verso il lato opposto, passando davanti allo sterno, delinea un'anomala e accentuata rotazione del bacino. Come invece avviene correttamente nella marcia dove il bacino deve iper-ruotare per aumentare la falcata. Braccia asimmetriche nel movimento sottolineano squilibri sulla parte inferiore del corpo controlaterale.
il movimento delle braccia
¡ª ?La prima cosa da fare per rendersi consapevoli del movimento delle braccia ¨¨ farsi fare un video durante la corsa, magari anche in slow motion. Questo ci permette di analizzare dall'esterno come si muovono le braccia e non secondo sensazioni soggettive. I gomiti dovrebbero essere a 90¡ã piegandosi maggiormente nella fase posteriore e senza anteporsi troppo rispetto al tronco. Nella fase intermedia, quando le braccia sono parallele al tronco, l'avambraccio dovrebbe essere parallelo al suolo. Chiediamo ai nostri compagni di corsa se lateralmente si nota, nella fase posteriore del braccio, la luce che attraversa il triangolo dato da avambraccio, braccio e schiena. Fondamentale per un buon movimento posteriore. Come per le gambe che devono spingere indietro, anche le braccia devono avere una maggior componente posteriore. Ricerchiamo una chiusura dietro dei gomiti che stabilizzeranno meglio il bacino e direzioneranno correttamente l'oscillazione delle gambe, limitando movimenti anomali. Evitiamo di portare in avanti le mani che provocherebbero una maggior rotazione del tronco disperdendo energie utili. Guardando verso l'orizzonte, dovremmo notare solo con la coda dell'occhio le mani e non vederle chiaramente sotto di noi. Le mani sono sempre rilassate, mai strette a pugno. Questo provocherebbe rigidit¨¤ delle catene muscolari dell'avambraccio, braccio, trapezio, collo. Per questo evitate di tenere oggetti in mano mentre correte. Dovete pensare che nella vostra mano possa stare una farfalla senza schiacciarla. Mantenendo le dita leggermente chiuse e il pollice che si appoggia sul lato interno dell¡¯indice. La settimana prossima considereremo degli esercizi che aiutano a migliorare la biomeccanica delle braccia ed evitare anomalie posturali. Non mancate.
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