La finale mondiale della gara pi¨´ storica e affascinante del mezzofondo ha spezzato il monopolio degli atleti africani. Un risultato mai accaduto prima, con cinque atleti europei ai primi cinque posti
Nella cittadella mondiale del mezzofondo assediata da decenni dai grandi corridori africani c'¨¨ un bastione che non cede di un millimetro. Anzi si difende con straordinario vigore. Spesso infliggendo gravi perdite agli avversari. ? il bastione dei 1500 metri maschili. La gara pi¨´ storica ed affascinante del mezzofondo veloce. La conferma ¨¨ arrivata ieri sera dalla finale dei 1500 metri maschili con ben cinque atleti europei ai primi cinque posti. Evento mai successo nella massima rassegna iridata a cominciare dalla prima edizione datata Helsinki 1983. Allora vinse il britannico Steve Cram, uno dei tre grandi del mezzofondo inglese insieme a Sebastian Coe e Steve Ovett.?Ieri sera ¨¨ stato un altro atleta britannico, Jake Wigthman, a far saltare il banco con una prestazione maiuscola. Sia sul piano atletico sia su quello tattico.?
Circolino rosso
¡ª ?Pi¨´ che una finale mondiale i 1500 maschili di Eugene sono sembrati una gara dei vari meeting della Diamond League. Solo che stavolta le lepri sono stati alcuni fra gli stessi migliori finalisti. I primi 400 metri vedono infatti in testa il keniota Abel Kipsang in 55.51. Agli 800 metri, superati in 1.52.04, il battistrada ¨¨ il norvegese Jakob Ingebritsen il grande favorito della vigilia. La sua tattica ¨¨ una sola e ben nota: correre a ritmi vicino al record del mondo per stroncare gli avversari. Ai 1200 metri Ingebritsen ¨¨ sempre in testa con 2.48.28. Il momento chiave arriva cento metri dopo. In fondo al rettilineo opposto all'arrivo quando il britannico Jake Wightman, intuendo che restando in scia del norvegese sarebbe stato poi molto problematico superarlo sulla retta d'arrivo riesce a scavalcarlo in modo da iniziare in testa l'ultima curva.?
Mossa vincente
¡ª ?Negli ultimi cento metri nessuno riesce pi¨´ a superarlo. Wightman taglia il traguardo in 3.29.23. Ingebritsen, che si ¨¨ fatto sorprendere e non ha il cambio secco nel suo repertorio tecnico, ¨¨ secondo in 3.29.47. Alle loro spalle crollano i kenioti Timoty Cheruyiot, campione del mondo nel 2019 a Doha, solo sesto in 3.30.69 ed Abel Kipsang settimo in 3.31.21. Il bronzo se lo mette al collo l'iberico Mohamed Katir con 3.29.90 davanti al connazionale Marco Garcia 3.30.20 ed al britannico Josh Kerr 3.30.60. Come i britannici anche gli spagnoli hanno sempre avuto una grande tradizione nel mezzofondo veloce. Basti ricordare Fermin Cacho campione olimpico sui 1500 metri nel 1992 a Barcellona.
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