Running
Ansia da prestazione del runner: come affrontarla in gara
Succede alla maggior parte dei runner almeno una volta. L'ansia da prestazione ¨¨ una delle principali cause di una gara "sbagliata" ed ¨¨ in grado di rendere un inferno anche l'esperienza pi¨´ desiderata. Molto spesso non ¨¨ sufficiente un buon allenamento a fugare questo tipo di timori, anzi. E altrettanto spesso sono proprio quei runner che in allenamento performano meglio e spaccano il secondo sulle ripetute che in gara non riescono a rendere bene. Vediamo quindi i principali problemi legati all'ansia da prestazione e soprattutto capiamo come evitarli.
i doloretti pregara
¡ª ?Se alla partenza di una gara aprite le orecchie sentirete moltissimi runner lamentare qualche doloretto casualmente comparso proprio i giorni o addirittura le ore prima della partenza. Un doloretto mai avuto, un mal di testa sospetto, un ginocchio rigido, un mal di schiena al risveglio che proprio non ci voleva. Non c'¨¨ alcuna spiegazione scientifica per questa altissima incidenza di piccoli infortuni il giorno prima di una gara, tranquilli. Infatti nella maggior parte dei casi sono psicosomatici. Difficile che si tratti di effettivi infortuni, come strappi, lesioni, influenze conclamate. La maggior parte delle volte sono piccoli dolori che si risolvono nel corso della gara, quando ci si tranquillizza vedendo che le gambe reggono il ritmo desiderato. Non a caso, proprio come prima di un'interrogazione, coloro che lamentavano una scarsa forma o un infortunio appena accaduto poi durante la competizione volano. Il corpo somatizza la tensione del pregara e fa s¨¬ che piccoli dolori diventino evidenti. Come risolvere questo problema? Il trucco ¨¨ visualizzare i diversi momenti della gara e vedersi mentre li si percorre. Questo distoglie l'attenzione dalla partenza e permette di schematizzare i tempi di gara. Un altro trucco ¨¨ visualizzare gli allenamenti ben riusciti anche con le difficolt¨¤ di tutti i giorni o la stanchezza di una giornata di lavoro. Molto spesso il nostro corpo riesce ad andare oltre le piccole difficolt¨¤. Visualizzare un momento difficile che ha avuto un buon epilogo aiuta.
i dolori durante la gara
¡ª ?Un altro caso molto comune ¨¨ quello dei dolori o malesseri durante la gara. Tolti i reali infortuni o le reali problematiche di una gara andata male, molto spesso, se si mette troppa attenzione alle sensazioni in gara, si finisce per ingigantire i brevi momenti difficili, rendendoli centrali. Un chilometro in leggera salita che spezza il fiato diventa "tutta la gara", il nostro compagno di allenamento che sembra superarci ci fa sentire che le cose non vanno, un leggero mal di stomaco da fatica diventa insopportabile. Questo succede perch¨¦ se ci concentriamo su ci¨° che non va il nostro corpo libera adrenalina e arrabbiatura, che hanno l'effetto di far alzare i battiti cardiaci e di conseguenza esacerbano il momento di fatica rendendolo insopportabile. In questo modo si finisce per andare nel panico, i pensieri negativi prendono il sopravvento, il battito cardiaco sale e la sensazione di soffocamento o di dolore allo stomaco si fa ingestibile. In questi momenti bisogna respirare profondamente e cercare un pensiero positivo che ci calmi, oppure, se non riuscite a dominare la testa, il trucco pi¨´ efficace ¨¨ quello di concentrarsi su dettagli che ci facciano uscire dai pensieri negativi. Ad esempio sul movimento ritmico dei piedi di chi ci sta di fronte, oppure sul movimento delle nostre braccia, sulla sensazione delle mani che si muovono, oppure osservare il panorama. Quante panchine ci sono nel parco, quanti lampioni si passano. E cos¨¬ via. Portare fuori dal nostro malessere il pensiero.
io mollo!
¡ª ?L'ansia da prestazione molto spesso riesce a farci mollare il colpo. In qualche modo il nostro cervello arriva a pensare che sia meglio ritirarsi dalla sfida che perdere, come se ritirandoci si annullasse l'esperienza negativa. Il risultato ¨¨ che a gara terminata ci pentiamo regolarmente: guardiamo il GPS e scopriamo che magari stavamo perdendo solo una manciata di secondi e che avremmo potuto continuare. La voglia di mollare ¨¨ frutto della mancanza di coraggio, ¨¨ come arrivare quasi a saltare da un trampolino e poi arretrare all'ultimo. Mollare significa aver paura. Il possibile fallimento fa paura. Come superarla? ? molto semplice: ridendoci su. Nel 99% dei casi nessuno di noi andr¨¤ alle Olimpiadi per cui la gara che stiamo correndo in realt¨¤ non ha alcuna valenza agonistica. Nessuno tranne noi si accorger¨¤ che ci stiamo mettendo un minuto in pi¨´! Per cui tanto vale continuare e provare a vedere se le cose migliorano. Non prendersi troppo sul serio ¨¨ la soluzione alla maggior parte delle ansie.
il peggior giudice siamo noi
¡ª ?L'ultima grande ansia ¨¨ frutto del fatto che i giudici pi¨´ severi siamo noi. Siamo noi a dirci che tanto non andremo da nessuna parte, che tanto non riusciremo. In un loop tra falsa modestia e paura di non riuscire ci guardiamo allo specchio e troviamo tutti i difetti possibili. Non ci siamo allenati abbastanza, non abbiamo il fisico, non abbiamo la testa... E intanto non facciamo nulla per migliorare. Ci raccontiamo che non siamo all'altezza per non provarci. La soluzione? Uscire e correre, farlo e basta, senza altri pensieri. Partire e correre meglio che riusciamo. Ricordarci quanto siamo fortunati a essere l¨¬ in quel momento e dare il meglio di noi. Il resto sono solo chiacchiere.
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