Premier padel a Milano, l'ultima di Bela: "Mi ritiro felice"

“Non capita a molti campioni il privilegio di ritirarsi nei tempi e nel modo che preferiscono, prima che sia lo sport a decidere per loro. A me è successo e sono sereno, il mio addio al padel lo vivrò con allegria”. Fernando Belasteguin è a Milano, per l’ultima volta da giocatore professionista: in coppia col giovane Valentino Libaak, Bela - l’uomo capace di rimanere numero 1 al mondo per 16 anni consecutivi - è pronto a prendersi l’ovazione dell’Allianz Cloud, che questa settimana ospita il P1 del circuito Premier Padel. Poi, dopo quest’ultimo torneo e le Finals di Barcellona, si dedicherà ai tanti progetti che ha in serbo per il futuro, a cominciare da quelli della “Wilson Bela”, la linea che lo storico brand gli ha dedicato (“mica male, no? Come Michael Jordan con Nike”, scherza lui nell’hotel in cui lo incontriamo).?

Bela, è emozionato? In quest’ultimo anno di attività sta facendo il pieno di ovazioni in tutto il mondo.

“Questo mare di affetto da cui sono stato sommerso significa moltissimo, devo soltanto dire grazie, perché dalla gente ho ricevuto molto più di quanto abbia dato”.?

Provi a mettere in ordine i ricordi, anche se non è facile, in un cammino così lungo. I momenti migliori? E i più difficili??

“Sulla parte più dura non ho dubbi, è stata la lontananza dalla famiglia quando mi sono trasferito in Spagna. La pagina migliore… beh, la dirò quando avrò terminato il mio ultimo torneo. Perché ho trascorso tutta la carriera pensando che il meglio dovesse ancora venire, non cambierò mentalità proprio ora che sono al traguardo”.?

Le pesa lasciare il circuito adesso, quando ancora il suo livello di gioco è competitivo??

“No, è stata una decisione meditata a lungo. L’ho presa quando ho sentito che il mio corpo, al quale ho chiesto tantissimo, a un certo punto dello scorso anno ha iniziato a non rispondere più. E non è stato facile nemmeno concludere questa stagione, sono pure scivolato in doccia facendomi molto male… ma ogni sforzo per recuperare non è stato vano, ora mi godo una bella uscita di scena”.?

Vedendo come gioca Agustin Tapia, si direbbe che la sua eredità sia in buone mani.?

“Agus era destinato a questo, era solo questione di tempo e di allenamento. ? pazzesco come il suo livello si adatti alle partite che gioca: quando serve 10 dà 10, quando serve 7 dà 8”.?

? il più forte al mondo??

“Accanto a Coello senza dubbio sì, Agustin è il più forte a sinistra e Arturo il numero uno a destra. Nel padel di oggi stanno facendo la differenza”.?

? molto diverso da quello del 1995, quando lei muoveva i primi passi nel professionismo??

“Le dirò: è molto diverso da quello di tre anni fa, si figuri dal padel di trent’anni fa. Cambia tutto: superfici, campi, racchette. ? la normale evoluzione, il padel non può essere estraneo a ciò che accade in ogni sport”.?

A proposito degli altri sport: ammira qualche campione in particolare??

“Moltissimi. Quasi uno per ogni disciplina. Michael Jordan, Tiger Woods, Nadal e Federer… amavo Senna, smisi di guardare la Formula 1 quando morì, ho ripreso solo ora che c’è Colapinto”.?

Orgoglio argentino…?

“Certo. E se penso al calcio, tre dei cinque più grandi di sempre sono miei connazionali: Di Stefano, Maradona e Messi, a cui posso aggiungere Pelé e Cruijff”.?

Nel padel, la parte del leone la fanno sempre Argentina e Spagna. Quando sarà il momento dell’Italia??

“Ci vuole tempo. L’Italia è seconda al mondo per numero di campi e praticanti, la Federazione sta copiando l’ottimo lavoro fatto col tennis, dove oggi brillano Sinner, Berrettini e gli altri. Ma attenzione, non basteranno 5 anni per entrare nell’élite, ce ne vorranno almeno 10, forse 15”.?

Lei che farà, mentre aspettiamo che l’Italia possa competere per un Mondiale??

“Ho da fare, non si preoccupi. Svilupperò la linea Wilson Bela e mi dedicherà ai vari Bela Padel Center, ne ho appena aperto uno a Barcellona. Il padel sarà sempre il mio mondo”.