Hanno segnato quattro tra i primi 5 tempi dell’anno, una ¨¨ la detentrice del record del mondo under 20, ma le namibiane Christine Mboma e Beatrice Masilingi hanno dovuto rinunciare alla gara olimpica dei 400. Il motivo: i loro livelli naturali di testosterone sono troppo alti. Cos¨¬ hanno deviato le attenzioni sui 200. “Sono molto delusa di non correre i 400 ma non dir¨° nulla di pi¨´, voglio rimanere concentrata” ha detto la 18enne Mboma, miglior tempo nelle qualificazioni sui 200 in 22”11 davanti alla Thomas (22”20) e poi qualificata per la finale con 21”83 “Ho saputo tre settimane prima dei Giochi che non avrei potuto gareggiare nei 400 - ha detto la Mboma - quindi mi sono dedicata allo sprint breve. Bisogna lavorare duro per essere la migliore, chiunque tu sia”.
ATLETICA
Mboma e Masilingi, le 18enni namibiane fuori dai 400 per iperandroginia: "Difficile capire"
Le due hanno dominato la specialit¨¤ ma a Tokyo parteciperanno ai 200 perch¨¦ i loro livelli naturali di testosterone sono troppo alti: “Deluse, l’abbiamo saputo tre settimane prima dei Giochi”. Prima e decima dopo le batterie
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Le regole
¡ªPure la compagna di allenamenti Beatrice Masilingi ¨¨ nello stesso caso e anche lei si ¨¨ qualificata per la finale dei 200 (22”40, primato personale): “Mi sarebbe piaciuto correre i 400 - ha detto - ma non ¨¨ possibile. ? complicato, ci sono state cose in questa vicenda, difficile capire”. Dal 2019 la World Athletics ha stabilito che “per garantire una competizione leale, le donne con alti livelli naturali di testosterone devono assumere farmaci per ridurle per competere nelle gare di mezzofondo”. Ma diverse atlete, prima fra tutti la sudafricana Caster Semenya, si battono da tempo contro questa regola. Come ha dichiarato World Athletics alla Bbc “ci impegniamo per l’equit¨¤ per le donne nello sport e respingiamo qualsiasi accusa secondo cui i limiti biologici nella categoria femminile si basano su stereotipi di razza o di genere. “Al contrario, forniscono una misura oggettiva e scientifica per definire la categoria femminile e sono un mezzo necessario, ragionevole e proporzionato per raggiungere quello che sia la Corte Arbitrale dello Sport che il Tribunale della Federazione Svizzera hanno concordato fosse un obiettivo legittimo”.
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