Giacomo Pascazio, nuovo direttore della Scuola Nazionale Sci di Bormio, spiega come migliorare il proprio livello se si ¨¨ nella fascia media: "La pi¨´ ampia e ricca di sfumature"
Quando si parla di tecnica di sci, anche nell'informazione specializzata, in genere ci si concentra su principianti ed esperti: chi deve iniziare e chi ¨¨ gi¨¤ ad alto livello. Eppure... "Eppure la fascia intermedia, soprattutto con il nuovo testo italiano per le scuole di sci entrato in vigore nel 2015, ¨¨ quella che raggruppa il maggior numero di praticanti" sottolinea Giacomo Pascazio, maestro di sci e da poche settimane nominato nuovo direttore della Scuola Nazionale a Bormio?(raccoglie l'eredit¨¤ di Gilberto Cresseri). "Prima c'erano tre livelli ufficiali, oro, argento e bronzo, adesso si va da L1-L2 per i principianti a L6-L7 per gli esperti. In mezzo, da L3 a L5, la pi¨´ ampia fetta di sciatori intermedi che hanno voglia e necessit¨¤ di progredire".
Pronti-via, come motiviamo lo sciatore intermedio?
"Io rovescio il piano di lavoro. Non focalizzarsi sugli errori che commettiamo ma su quello che sappiamo gi¨¤ fare. Anche perch¨¦ abbiamo di fronte sciatori che hanno compreso, o sono a buon punto della comprensione, che nello sci 'tutto fa parte di tutto', ogni movimento ¨¨ legato a una serie di altri. Quindi i quattro movimenti principali sono stati compresi nella sua parte teorica".
Ricordiamo quali sono i quattro movimenti?
"Certo. Il movimento verticale (distensione-piegamento per usare un vecchio gergo), il movimento di rotazione (spalle, busto, bacino), l'inclinazione del corpo e il movimento antero-posteriore (peso del corpo avanti-indietro). Questi quattro movimenti sono strettamente legati tra loro: se faccio un movimento verticale necessariamente modifico l'antero-posteriore, per fare un esempio facile. E insieme compongono il concetto di 'centralit¨¤ dinamica', cio¨¨ l'equilibrio delle forze risultanti dalla nostra azione sopra gli sci. Lo sciatore intermedio ha compreso, sul piano teorico quantomeno, come deve muovere il proprio corpo in relazione agli sci e al terreno. Ha compreso che alla base di tutto c'¨¨ l'importanza di sciare tenendo i piedi per terra".
Poi sul piano pratico il discorso cambia...
"? chiaro che mano a mano che miglioriamo il nostro livello tecnico, aumenta la nostra velocit¨¤ di sciata e quindi aumentano le forze da gestire e si accorciano i tempi per gestirla. Per¨° questo sciatore ha un vantaggio...".
Che sarebbe?
"Ha maggiore consapevolezza di quello che sa fare. Lo sciatore intermedio ¨¨ in una fase di crescita tecnica dove pu¨° concentrarsi sulle sensazioni, non deve pi¨´ preoccuparsi troppo di memorizzare la sequenza di movimenti corretti da fare. Per quello inizialmente dicevo 'concentriamoci su quello che sappiamo fare'. L'intermedio gi¨¤ gestisce bene buona parte del lavoro, quindi spostiamo l'attenzione sulle sensazioni personali, che in questa fase contano tanto. C'¨¨ autoconsapevolezza anche dei piccoli errori che si commettono, e aumenta la propriocezione, i movimenti che attiviamo per mantenere l'equilibrio".
Quali sono gli errori pi¨´ frequenti in questa fase della crescita tecnica? O in quali movimenti si concentrano?
"Movimenti verticali e antero-posteriori. La fase distensione-piegamento va resa maggiormente fluida e l'antero-posteriore va gestito meglio, perch¨¦ si pu¨° tendere all'arretramento. Dobbiamo tenere conto che ¨¨ quasi impossibile muoversi sugli sci e non mettere in relazione i due movimenti. E poi si incrementer¨¤ il lavoro sulle inclinazioni".
Una volta compresi e affinati questi movimenti, tenendo sempre conto del legame, cosa facciamo?
"Io faccio lavorare molto a bassa velocit¨¤, per acquisire maggiore controllo. Curve lente, quasi 'da fermo', perch¨¦ si imparano i movimenti corretti senza l'aiuto della velocit¨¤".
Ecco, la velocit¨¤: lo sciatore intermedio oscilla tra due estremi, il piacere del vento in faccia e il pericolo di sopravvalutarsi. Quanto conta l'aspetto psicologico?
"C'¨¨ un aspetto consistente, ¨¨ vero. Si capisce che pi¨´ o meno si pu¨° andare su tutte le piste, quantomeno sulle rosse, si comincia a prendere confidenza con qualche nera, ci si sente molto fiduciosi e a volte troppo, quindi ci si adagia e si smette di progredire. Questo ¨¨ il processo 'classico', non ¨¨ detto valga per tutti. Per¨° s¨¬, il rischio di prendere questo andazzo c'¨¨, di impigrirsi in un certo senso. Naturalmente l'aspetto psicologico ¨¨ legato alla base tecnica, perch¨¦ fermandosi nella progressione di livello perch¨¦ ci si sente 'arrivati', non si fa altro che sedimentare gli errori invece di limarli. Ma ¨¨ un aspetto comprensibile, direi, non semplice da correggere specie per chi non scia con troppa assiduit¨¤. E naturalmente questo aspetto ¨¨ legato anche ai pericoli in pista...".
... comprensibile, vado veloce ma non ho il controllo totale.
"Esatto. Un principiante va piano perch¨¦ deve imparare, commette errori ma a velocit¨¤ ridotta. Uno sciatore intermedio aumenta la velocit¨¤, magari anche di molto, ma scatta il rischio di overconfidence, eccesso di confidenza, non possedendo completamente tutti gli strumenti tecnici, specie per i livelli L3 e L4. E quindi un conto ¨¨ perdere il controllo a bassa velocit¨¤, un conto perderlo a velocit¨¤ medio-alta".
Qui ¨¨ molto importante il ruolo delle scuole. Lei come insegnante che percentuale di lezione definirebbe ideale tra sciata individuale e sciata dietro il maestro?
"Beh, ¨¨ un aspetto molto personale, varia da maestro a maestro. Io credo molto nell'aumento progressivo dell'autonomia, e in base al livello di sciata cerco di aumentare la sciata 'libera'; non sono pochi i maestri di sci che, ove il livello lo consenta, sciano addirittura dietro invece che davanti all'allievo".
? RIPRODUZIONE RISERVATA