L'olandese della Red Bull ha conquistato 18 degli ultimi 26 GP e ora punta Baku per andare oltre: ritratto di un campione tutto pista e palestra
Diceva Ayrton Senna che la competizione ¨¨ una forma di egoismo: "Perch¨Ś non esistono due numeri uno, esiste un solo numero uno e per diventarlo bisogna battere tutti". Max Verstappen ¨¨ il pilota pi¨´ egoista che vi sia oggi in F1. Nel senso che vuole vincere, vincere e vincere ancora. Sempre. In ogni gara. Accontentarsi non fa parte del suo carattere, della mentalit¨¤ con cui ¨¨ cresciuto e in altre parole del suo Dna. Bastava sentire i dialoghi via radio nel GP dell'Arabia Saudita con il fidato Gianpiero Lambiase, l'ingegnere italiano della Red Bull che si occupa della sua vettura, mentre l'olandese scalpitava per attaccare il compagno di squadra Sergio Perez dopo avere completato una furibonda rimonta di 14 posizioni. Dai box gli raccomandavano di rallentare e gestire la monoposto, ma Super Max non si arrendeva e continuava a spingere come un matto, obbligando l'altro a fare lo stesso, semplicemente perch¨Ś rifiutava l'idea di arrivare secondo, nonostante tutto. E' la sua natura di combattente, di "racer" come dicono gli inglesi, e in effetti Verstappen negli ultimi anni si sta rivelando un cannibale delle piste che lascia ai rivali solo le briciole.