Un paradosso del nostro Paese, svelato da un rapporto di Motus-E: le auto a zero emissioni continuano a essere poco richieste mentre i punti di ricarica sono in grande sviluppo
Sembra incredibile ma nel Paese europeo che appare meno portato alle auto elettriche (a fine 2002 si ¨¨ registrato un calo del 26,6%, senza superare il muro delle 50mila immatricolazioni), l'installazione delle colonnine sta andando forte, pi¨´ di quanto si pensi comunemente. Lo rivela l'analisi di Motus-E, l'associazione che rappresenta le aziende della filiera della mobilit¨¤ elettrica: ha appena presentato il quarto dossier sulla situazione delle infrastrutture per alimentare i mezzi elettrici. Basta un dato per rendersi conto della situazione: l'Italia ha pi¨´ punti di ricarica rispetto a Francia, Germania e Gran Bretagna, quelli a uso pubblico? sono cresciuti del 41% nel 2022 fino a toccare le 36.772 unit¨¤. Nel 2022, sempre nel nostro Paese, sono stati installati 10.748 punti di cui il 27% ad alta potenza e quasi 4 mila installati nell'ultimo trimestre dell'anno.
OCCHIO AL PNRR
¡ª ?Dove ¨¨ il paradosso??Ogni 100 veicoli elettrici circolanti, infatti, in Italia si contano 21,5 punti di ricarica a uso pubblico, a fronte degli 11,5 della Francia, degli 8,2 della Germania e degli 8,9 del Regno Unito. Paesi, questi, in cui nell'ultimo anno le immatricolazioni di auto elettriche sono cresciute rispettivamente del 25,3%, del 32,3% e del 40,1%, a fronte dell'isolato passo indietro italiano. "Il report dimostra che nonostante la frenata del mercato delle auto elettriche gli operatori della ricarica lavorano a pieno regime per far centrare all'Italia gli obiettivi di decarbonizzazione dei trasporti" commenta il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso. "La priorit¨¤ ¨¨ quella di intervenire a livello politico per non sprecare gli oltre 700 milioni di euro del Pnrr destinati all¡¯installazione di pi¨´ di 21.000 stazioni di ricarica ad alta potenza. Allo stato attuale, per come ¨¨ impostata la normativa, c'¨¨ infatti il rischio di non riuscire a impiegare le ingenti risorse messe a disposizione dall'Europa, almeno nel primo bando che senza interventi scadr¨¤ a maggio, ma non ¨¨ ancora stato aperto" sottolinea il portavoce dell'associazione.
BENE IN AUTOSTRADA
¡ª ?In termini percentuali, nel 2022 i punti di ricarica installati sul territorio nazionale sono aumentati del 41%, dopo il +36% messo a segno nel 2021. Un'accelerazione costante, che rispetto alla prima rilevazione del settembre 2019 ha visto il numero delle colonnine salire del 245%. Oltre a essere raddoppiata la quota dei punti in corrente continua, nel 2021 erano circa il 6% a fronte del 12% del 2022, ¨¨ triplicata quella dei punti ultraveloci con potenza oltre i 150 kw, passata dall¡¯1% del 2021 al 3,1% del 2022. Corrono in generale i tassi di crescita dei punti di ricarica a potenze elevate: nell'ultimo trimestre quelli fast a corrente continua sono cresciuti del 34,3% e quelli ultraveloci del 60% rispetto ai tre mesi precedenti. Segno positivo anche per i punti di ricarica in autostrada, che al 31 dicembre 2022 raggiungono quota 496 (di cui l¡¯85% in corrente continua con potenza oltre i 43 kW) dai 118 di fine 2021. Morale: non si pu¨° continuare a sostenere che il problema delle poche infrastrutture sia quello principale per la scarsa diffusione dell'auto elettrica in Italia.
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