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Nuovo Codice della strada, cosa pu¨° cambiare per le bici

Per Massimo Gaspardo Moro, consigliere nazionale e responsabile Centro Studi Fiab, la Federazione italiana ambiente e bicicletta "Abbiamo bisogno di un Codice che non penalizzi le forme di mobilit¨¤ eco sostenibili, che non le disincentivi e che non rallenti o blocchi il lavoro dei Comuni"

Umberto Schiavella
Un ciclista urbano

Nella seduta di mercoled¨¬ 27 marzo la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge noto come "Interventi in materia di sicurezza stradale e delega al Governo per la revisione del Codice della strada". Secondo la Fiab, la Federazione italiana ambiente e bicicletta, nonostante i numerosi appelli solo pochissime delle osservazioni avanzate da mesi in sede parlamentare dalle associazioni impegnate nella tutela della sicurezza stradale e nella promozione della mobilit¨¤ attiva sono state accolte. Nuove norme e nuove "definizioni" che - sempre secondo la Fiab - potrebbero fortemente limitare la circolazione di chi sceglie di utilizzare la bicicletta in citt¨¤ nel pieno rispetto dei propri bisogni e delle proprie esigenze. Ne abbiamo parlato con Massimo Gaspardo Moro e Luca Polverini, rispettivamente consigliere nazionale e responsabile Centro Studi Fiab e consigliere nazionale Fiab. Questo ¨¨ quello che ci hanno raccontato.

Ciclismo urbano, mamma e figlio insieme in bici

Cosa pensate del nuovo Codice della strada approvato alla Camera??

Massimo Gaspardo Moro, consigliere nazionale e responsabile Centro Studi Fiab - Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta?

"? importante fare alcune premesse. Noi, come Fiab, siamo molto favorevoli ad una riforma del Codice della strada, nel senso di un aggiornamento del Codice. ? un Codice che nella sua struttura risale al 1992, sono passati molti anni, le situazioni sulle strade sono cambiate, ci sono nuovi veicoli, nuovi mezzi, tanto che noi, nel 2016, durante la diciassettesima legislatura avevamo spinto tantissimo per portare avanti la riforma del Codice che il Parlamento aveva avviato. Poi purtroppo il Parlamento non l'ha portata a termine. Quando ¨¨ iniziata la diciottesima legislatura, quella precedente a quella attuale, avevamo insistito moltissimo perch¨¦ c'era la possibilit¨¤ di riprendere il lavoro della legislatura precedente e non perderlo, purtroppo anche questo non ¨¨ stato fatto. Noi non siamo contro una riforma del Codice della strada, quello che vorremmo ¨¨ un codice pi¨´ uniformato alla normativa europea, per le bici, ma non solo, capace di fare riferimento alle pratiche e alle esperienze pi¨´ che decennali fatte da altri Paesi europei che hanno dato ottimi risultati e che dovrebbero essere acquisite. Non dobbiamo sperimentare noi pratiche che altri Paesi hanno attuato da ormai trent'anni. Poi, in generale, visto che l'obiettivo ¨¨ garantire migliore sicurezza, la riforma dovrebbe agire sulle cause principali degli incidenti, ovvero la velocit¨¤ e la distrazione, cose che questa riforma in discussione al Parlamento non prende in considerazione".

Luca Polverini, consigliere nazionale Fiab - Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta?

"Il nostro punto di partenza ¨¨, come anticipato da Massimo, l'obiettivo finale, ovvero garantire la sicurezza e l'obiettivo condiviso e la contingenza attuale lo richiede, ridurre il parco veicoli circolante aumentando il modal split verso bicicletta, trasporto pubblico, pedoni e micromobilit¨¤ leggera in generale. Noi sappiamo benissimo che le persone non fanno questo tipo di scelta soprattutto per una mancanza di percezione di sicurezza, per questo noi riteniamo che buona parte di questo Codice non sia adeguata perch¨¦ non risponde ai numeri, alle statistiche, alle pratiche applicate in Europa ormai da decenni, pratiche che sappiamo essere efficaci per rispondere all'esigenza di questo tipo di sicurezza da parte delle persone, per cui, se l'obiettivo condiviso a livello politico ¨¨ avere una mobilit¨¤ pi¨´ sostenibile e per essere pi¨´ sostenibile inevitabilmente dobbiamo passare attraverso la riduzione dell'utilizzo dell'auto privata, garantire questo tipo di sicurezza rispondendo con norme moderne, non innovative, che strizzano l'occhio a questo tipo di mobilit¨¤ ¨¨ proprio la risposta al cittadino che ¨¨ gi¨¤ pronto a cambiare modo di muoversi, ma deve solo essere messo nelle condizioni di farlo".

Un incrocio "ciclabile"

In che modo il nuovo Codice modifica sensibilmente la disciplina della ciclabilit¨¤??

Massimo Gaspardo Moro: "I cambiamenti sulle ciclabili riguardano le novit¨¤ introdotte nel 2020 nel periodo Covid, ovvero corsie ciclabili, doppio senso ciclabile, case avanzate, utilizzo delle corsie riservate ai bus, ma quelle a doppio senso ciclabile sono quelle che ci interessano di pi¨´. La modifica posta prevede una riduzione dell'estensione di queste soluzioni, cio¨¨ viene tutto rimandato, misure, segnaletica, eccetera, ad un futuro regolamento di attuazione. Noi pensiamo che i regolamenti richiedono moltissimo tempo. Per esempio, la legge del 2018 diceva che il piano generale della mobilit¨¤ ciclistica doveva essere approvato entro sei mesi, in realt¨¤ sono passati quattro anni. Rischiamo che queste soluzioni non possano pi¨´ essere applicate perch¨¦ manca poi il regolamento di attuazione, vuol dire che tanti Comuni che vorrebbero applicare provvedimenti per piste ciclabili, doppio senso ciclabile, eccetera, rimangano fermi, siano bloccati, anche con progetti gi¨¤ approvati e finanziati. La nostra proposta ¨¨ che fino al momento dell'approvazione del regolamento di attuazione rimangano valide le attuali norme in modo che i Comuni possano continuare a lavorare in questa direzione. Ancora, si dice, sempre riguardo alle corsie ciclabili, che possono essere realizzate dove non possa essere realizzata una pista ciclabile. ? chiaro che la pista ciclabile ¨¨ la migliore, a livello di sicurezza soprattutto, ma non sempre ¨¨ possibile realizzarla, per mancanza di spazio o mancanza di risorse. La soluzione delle corsie ciclabili, dove ¨¨ stata applicata ha dato ottimi risultati per cui dire che non si pu¨° fare una pista ciclabile ¨¨ molto limitante e rende pi¨´ difficile il lavoro dei Comuni".?

Luca Polverini: "Non solo, questo va anche ad inficiare questi anni in cui queste realizzazioni sono state gi¨¤ effettuate. E spesso, molto spesso, noi sappiamo che la corsia ciclabile ¨¨ stata propedeutica, anche da un punto di vista politico, sappiamo benissimo che la questione di fondo ¨¨ lo spazio, per cui pi¨´ spazio sottraggo alle auto pi¨´ aumentano le difficolt¨¤ dal punto di vista politico per l'amministrazione. Quindi la corsia ciclabile spesso ¨¨ stata propedeutica per anticipare poi l'arrivo della pista ciclabile, quindi, anche in un'ottica di dialettica politica, di accettabilit¨¤ da parte della popolazione di questo cambiamento. Per Fiab l'auspicio ¨¨ arrivare ad una rivoluzione di mobilit¨¤, che per¨°, per definizione, si scontra con il sentimento comune. Accompagnare questo cambiamento, lasciare ai Comuni e alle amministrazioni locali gestire al meglio questo cambiamento agevolerebbe molto. Tutte le volte che stringiamo le maglie della libert¨¤ di un Comune rallentiamo, perch¨¦ non sempre ci sono le risorse, ma anche perch¨¦ cos¨¬ il cambiamento non viene percepito, toccato per mano, accettato e agevolato a livello politico. Ricordiamo che l'approccio alla ciclabilit¨¤ ¨¨ molto trasversale a livello di amministrazioni comunali ci sono amministrazioni di centro-destra, centro-sinistra che fanno scelte in diverse direzioni, il tema ¨¨ molto bipartisan".

Massimo Gaspardo Moro: "Ad esempio, il Comune di Genova dal 2020 ad oggi ha lavorato in maniera eccellente sotto questo punto di vista pur essendo un Comune dello stesso colore politico dell'attuale maggioranza che invece pone queste modifiche al Codice che vanno in senso contrario. A Genova lo spazio ¨¨ poco, ma sono state realizzate molte corsie ciclabili perch¨¦ ritenute una soluzione funzionale. Quello che ¨¨ emerso in questi anni ¨¨ che le corsie ciclabili sono rispettate dagli automobilisti, riducono la velocit¨¤ dei veicoli a motore e sono usate dai ciclisti. Una situazione molto positiva che dimostra che queste soluzioni si possono applicare, funzionano e non sono pericolose".

Pedalare nel bosco non ¨¨ una attivit¨¤ rivoluzionaria, ma farlo all'altezza delle cime degli alberi, non ¨¨ affatto un passatempo diffuso. Ma lo sta diventando in Belgio, grazie a una spettacolare pista ciclabile sopraelevata. La pista sale gradualmente ed il tratto "in quota" misura circca 700 metri. E' uno dei tanti progetti realizzati per promuovere il cicloturismo nella parte settentrionale della provincia belga del Limburgo, insieme ad un'altra pista ciclabile che attraversa un lago artificiale.

Nello specifico, parliamo delle case avanzate sostituite da una zona di "attestamento ciclabile"...?

Massimo Gaspardo Moro: "Sicuramente, la casa avanzata ¨¨ una soluzione che in molti Paesi europei funziona da anni. Sono funzionali perch¨¦ permettono alle biciclette di portarsi negli incroci con i semafori in posizione avanzata senza rimanere in mezzo ai veicoli, situazione pericolosa, poi quando scatta il verde possono partire prima, in sicurezza e tranquillit¨¤, con i conducenti dei veicoli che li vedono meglio perch¨¦ sono davanti a loro. L'attuale modifica proposta le limita molto dicendo che possono essere attivate solo dove c'¨¨ una pista ciclabile. In realt¨¤ sono utili maggiormente dove non c'¨¨ la pista ciclabile e dove ci sono pi¨´ persone che utilizzano la bici in citt¨¤".?

Luca Polverini: "Due semplici esempi per capire l'importanza. L'emergenza di Milano con l'angolo cieco, partire due metri avanti rispetto al mezzo pesante elimina questo tipo di problema. I genitori che portano i figli in bici costretti a fermarsi al semaforo dietro e in mezzo alle auto in balia dell'inquinamento. Riduce anche fortemente la tentazione di andare oltre la striscia di arresto e di passare con il rosso. Se posso fermarmi in una zona sicura e qualitativamente sostenibile sar¨° motivato molto di pi¨´ a portare mio figlio a scuola con la bici, insegnargli sin da piccolo ad essere indipendente e a rispettare le regole. Perch¨¦ ¨¨ importante capire che la segnaletica ¨¨ anche elemento di educazione. La razionalizzazione degli spazi ¨¨ fondamentale anche a livello di educazione sin da piccoli, sia per il rispetto delle regole sia per garantire mobilit¨¤ e indipendenza. E questo vale per la casa avanzata, per la corsia ciclabile, per la strada ciclabile. Nel nuovo Codice, ad esempio, la strada ciclabile che viene ridefinita, soprattutto viene eliminata la possibilit¨¤ di segnalarla con segnaletica orizzontale. Anche ridurre gli strumenti comunicativi a livelli di segnaletica ¨¨ un problema".

"Los Angeles ti amo": questo il messaggio lanciato da LeBron James in sella alla sua bici mentre attraversa la "citt¨¤ degli angeli", come una persona qualunque. Ovviamente c'¨¨ chi lo riconosce e grida il nome della stella dei Lakers.

Nel nuovo Codice si legge che: "Nelle aree pedonali, nelle strade urbane ciclabili e nelle zone ciclabili i conducenti dei veicoli a motore ammessi alla circolazione, nel rispetto delle regole generali della precedenza, devono prestare particolare attenzione ai pedoni e ai ciclisti". Ecco, "prestare attenzione", non ¨¨ un po' riduttivo??

Luca Polverini: "Non siamo a favore della sanzione a tutti i costi, ma nel caso di mancanza di rispetto di una regola anche la sanzione ¨¨ importante. Se la regola non ¨¨ chiara nell'indicazione generica diventa anche difficile poi indicare dove ¨¨ stata commessa l'infrazione se si lascia tutto a questa sensazione personale di "prestare attenzione". Prestare attenzione secondo noi non ¨¨ un termine adatto".

Siete favorevoli all'utilizzo delle biciclette sulle corsie dedicate al trasporto pubblico locale??

Massimo Gaspardo Moro: "In tanti casi ¨¨ possibile autorizzare le biciclette a transitare sulle corsie dedicate al trasporto pubblico che si trovano nelle citt¨¤. Naturalmente bisogna verificare che ci siano le condizioni di sicurezza. Dove ¨¨ possibile ¨¨ utile per le biciclette. Se noi cancelliamo questa possibilit¨¤ sicuramente penalizziamo la mobilit¨¤ in bicicletta".

Qual ¨¨ il vostro punto di vista sulle zone 30??

Massimo Gaspardo Moro: "Anche in questo caso ci sono varie soluzioni che il Codice ancora non disciplina. Una di queste sono le zone 30, applicate in Europa da tanto tempo e normate nel Codice. Da noi non lo sono. Il Comune che vuole realizzare una zona 30 deve trovare una sorta di escamotage, zone ambientali, insomma non c'¨¨ una norma specifica. Questa sarebbe l'occasione per introdurla nel Codice. Tanti Comuni le hanno applicate anche se non previste dal Codice e i cittadini hanno apprezzato".?

Luca Polverini: "La strada deve essere uno spazio condiviso. La zona 30, soprattutto nelle aree residenziali va anche in questa direzione. Rispetto al resto dell'Europa si ¨¨ sempre detto che l'Italia ha un tessuto urbano differente e non sempre c'¨¨ lo spazio per mettere tutti nella propria casella. A volte ¨¨ necessaria la condivisione, quindi una corsia del trasporto pubblico locale, una zona 30 dove, sia con segnaletica che con infrastruttura si modera la velocit¨¤ dei veicoli motore che, comunque, non supera mai i 30 km orari di media in citt¨¤. Questo Codice non ¨¨ in grado di rispondere ad un'esigenza di un cambiamento che vedeva in pochissimi punti percentuali 30 anni fa il numero di ciclisti in Italia e che oggi arriva al dato del 10% a livello nazionale. Le biciclette ci sono, si stanno gi¨¤ muovendo con delle norme che non sono adeguate alla loro circolazione. Questo si ricollega sia alla mancanza di rispetto delle regole, sia all'incapacit¨¤ della politica di rispondere ad un'esigenza presente sul territorio".

Una zona 30

Secondo voi nel nuovo Codice la velocit¨¤ ¨¨ una questione messa in secondo piano??

Luca Polverini: "Questo ¨¨ un altro punto, una mancanza assoluta dove il Codice non interviene. La questione della velocit¨¤, una delle principali concause degli incidenti, ¨¨ completamente assente nel Codice".?

La "regola" del sorpasso a un metro e mezzo salva ciclisti...?

Massimo Gaspardo Moro: "Misura utile per dare maggiore sicurezza alle biciclette, ma se abbiamo la norma e diciamo che il metro e mezzo deve essere rispettato solo quando la situazione lo permette torniamo in una definizione troppo generica e ognuno lo interpreta soggettivamente. Questo crea maggiore confusione".

La Bicipolitana di Pesaro

Se ne parla sempre pi¨´ spesso, rendere obbligatorio l'utilizzo del casco e della targa sulle biciclette. Voi cosa pensate in merito??

Massimo Gaspardo Moro: "Le attuali modifiche del Codice della strada non prevedono il casco e la targa per le biciclette, ma solo per i monopattini. Per¨°, nel disegno di legge c'¨¨ una delega al Governo per una riforma complessiva del Codice della strada. Oltre alle modifiche presentate, ce ne saranno ulteriori che non decideranno il Parlamento, ma il Governo. Non ¨¨ detto chiaramente, ma potrebbe arrivare l'obbligo del casco e della targa per le biciclette. Sul casco noi teniamo la posizione che poi ¨¨ quella della federazione dei ciclisti europei che non prevede l'obbligo della targa e del casco e della targa e delle biciclette. Si raccomanda l'uso del casco, ma renderlo obbligatorio disincentiverebbe l'uso della bicicletta. Il casco dell'Australia ¨¨ emblematico, entrato in vigore l'uso del casco ¨¨ diminuito l'uso delle biciclette".?

Luca Polverini: "? un aspetto molto controverso ed ¨¨ importante comunicarlo con molta chiarezza. ? evidente che noi consigliamo l'uso del casco. Per¨° la praticit¨¤, l'immediatezza dell'uso della bicicletta, penso anche ai servizi di bike sharing, ma soprattutto penso ai numeri. Se partiamo dall'aspetto sicurezza dobbiamo agire sulle statistiche attuali dell'Istat, del ministero e delle federazioni europee. Il casco non ¨¨ una discriminante per cambiare rotta sulle conseguenze degli incidenti, i caschi da bici hanno una protezione molto limitata, utilizzarlo ¨¨ consigliato da Fiab, ¨¨ utile, ma non ha quell'efficacia che sarebbe fondamentale per invertire i numeri. Se vogliamo stravolgere i numeri dobbiamo agire sui macro temi. L'Unione Europea si ¨¨ posta la Mission Zero, e ci sono molti Paesi, soprattutto scandinavi, a una mortalit¨¤ zero sulle strade. L'utilizzo del casco non ¨¨ un macro tema, quindi l'obbligatoriet¨¤ da una parte non ¨¨ efficace e dall'altra disincentiva tutto un micro utilizzo della bici quotidiano, dinamico che invece ¨¨ auspicabile perch¨¦ sappiamo che all'aumentare del numero di bici in strada la bici diventa un elemento naturale di moderazione del traffico. Anche la targa disincentiverebbe l'utilizzo del mezzo".

Questo Codice non sembra soddisfare le reali esigenze della mobilit¨¤ attuale, sembra un passo indietro, ¨¨ problema politico??

Luca Polverini: "La mobilit¨¤ e la sicurezza stradale dovrebbero essere un tema bipartisan. Non vorrei che un partito venisse additato come anti ciclistico, anti bici, un altro anti auto, dovrebbe essere un tema condiviso. Sicuramente c'¨¨ il grande tema dello spazio pubblico. Poi ¨¨ un tema grosso di confronto politico la gestione dello spazio pubblico. Ma la popolazione deve essere accompagnata verso il cambiamento, con il principio dell'ascolto, il tema della mobilit¨¤ non deve diventare un tema divisivo, riguarda tutti".?

In Germania, un semaforo dedicato alle bici

La Fiab e le altre associazioni coinvolte sono state interpellate prima dell'inizio dei lavori per modificare il Codice??

Massimo Gaspardo Moro: "A settembre dello scorso anno il consiglio dei ministri ha approvato questo schema di riforma e lo schema ¨¨ stato impostato all'interno degli uffici ministeriali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Poi, soltanto dopo quando il disegno di legge ¨¨ arrivato in Parlamento, come avviene normalmente, le commissioni di Camera e Senato hanno avviato delle audizioni dei soggetti portatori di interesse, noi come Fiab, Lega Ambiente, le associazioni delle scuole guida, delle polizie locali, l'associazione dei familiari delle vittime della strada. Per¨° questo ¨¨ avvenuto a posteriori, lo schema di riforma era gi¨¤ impostato. Questo ha impedito che ci fosse un confronto a priori, ovvero prima dell'impostazione della riforma del Codice".

Luca Polverini: "S¨¬, ¨¨ vero, molte parti sono state ascoltate durante le audizioni, ma una cosa ¨¨ ascoltare, una cosa ¨¨ recepire. Da questo punto di vista nessuna delle osservazioni portate avanti sono state recepite all'interno delle norme, ma ¨¨ mancato un dialogo precedente. Il nostro Codice della strada non ¨¨ un argomento politicamente interessante, non ¨¨ percepito come una priorit¨¤ nei dibattiti politici, ma a livello locale gli amministratori sanno benissimo che si vincono e si perdono le elezioni sulla gestione delle strade".?

La Ciclovia Adriatica di Alba Adriatica

Poi tutto viene rimandato allo scontro "epico" tra automobilisti e ciclisti...?

Massimo Gaspardo Moro: "? un atteggiamento molto naturale, diciamo cos¨¬, come diceva Luca lo spazio sulla strada ¨¨ poco, la congestione nelle citt¨¤ ¨¨ fortissima, ad esempio, una citt¨¤ come Berlino ha circa 300 automobili su strada ogni mille abitanti, Roma ne ha pi¨´ di 600, il doppio. Gli automobilisti chiaramente tutti i giorni devono affrontare il problema di circolare su strade congestionate e piene di traffico e vedono i ciclisti come un concorrente che gli toglie dello spazio. Spesso l'automobilista non ha neanche un'alternativa all'uso dell'auto perch¨¦ il trasporto pubblico nelle nostre citt¨¤ ¨¨ in grande difficolt¨¤ e l'uso dell'auto spesso ¨¨ obbligato".?

Cosa auspicate??

Luca Polverini: "Noi non siamo contrari alla riforma, anzi, la chiediamo da 30 anni. Ci auspichiamo che nell'immediato almeno alcuni aspetti e modifiche vengano recepite, quelle che abbiamo toccato con questa intervista. Bene riformare il Codice, Fiab non sar¨¤ mai contraria a maggiori controlli, ad una stretta sulla guida in stato d'ebrezza, ¨¨ evidente che per noi sono aspetti fondamentali, per¨° che vengano recepite alcune istanze per noi sarebbe fondamentale. Questo Codice non deve arrivare all'approvazione senza rivedere le questioni sulla casa avanzata, sul metro e mezzo. Ci aspettiamo che su alcune proposte un'apertura ci sia".?

Massimo Gaspardo Moro:?"Abbiamo bisogno di un Codice che non penalizzi le forme di mobilit¨¤ eco sostenibili, che non le disincentivi e che non rallenti o blocchi il lavoro dei Comuni. Speriamo che le modifiche che abbiamo chiesto vengano recepite".

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