Kawasaki KX300X 2024: come è fatta e come va l’enduro che non ti aspetti

Kawasaki, in collaborazione con KL Service e Athena, presenta al pubblico la nuova moto da enduro su base KX250X. Athena mette a disposizione il kit “big bore” portando la cilindrata a 296 cc, con elettronica sviluppata minuziosamente da KL Service, azienda di riferimento per Kawasaki nel mondo enduro da anni. La neo arrivata va ad aggiungersi alle altre cilindrate già presenti a catalogo, la 250 e la 450. La 300 4T sarà disponibile a partire dal mese di gennaio 2024 a un prezzo di partenza che verrà comunicato in un secondo momento.

Kawasaki KX300X: come è fatta

La base di partenza è, ovviamente, la Kawasaki KX250X. La ciclistica, sotto questo punto di vista, non cambia di una virgola, con il consueto telaio perimetrale in alluminio della Verdona abbinato a sospensioni Kayaba con forcella da 48 mm di diametro. Dimensioni e geometrie rimangono quelle della quarto di litro, mentre a variare è l’alesaggio, passato da 78 a 85 mm per via dell’alleanza con Athena, azienda che ha sviluppato appositamente un cilindro con alesaggio maggiorato, pistone e guarnizioni ad hoc. La cilindrata raggiunge così i 296 cc. Sul fronte elettronica, invece, ci pensa KL Service con una mappatura dedicata, responsabile altresì di omologazione e distribuzione tramite la rete Kawasaki.

Kawasaki KX300X: come è fatta, gli interventi

La 300 – che poi è una 250 alla quale sono state apportate delle modifiche – segue lo sviluppo tecnologico della quarto di litro da cross, vale a dire quegli aggiornamenti tecnici in grado di donarle più carattere e rapidità nel prendere i giri in tutto l’arco di utilizzo. A questo proposito sono state apportate modifiche all’aspirazione, alle valvole, allo scarico e al volano. Motoristicamente parlando, le versioni enduro godono di un’erogazione più fluida e meno aggressiva delle cugine da cross. Al contrario di quanto si possa pensare, le versioni targate non vengono importate come cross e rese “stradali” da KL Service, bensì vengono realizzate direttamente da Kawasaki – in Giappone – con cerchio posteriore da 18”, cavalletto, taratura delle sospensioni più morbida ed erogazione di coppia e potenza ad hoc come precedentemente descritto. I freni Nissin con disco da 270 mm all’anteriore completano il pacchetto ciclistico.

Kawasaki KX300X: come va

Grazie all’ottimo telaio in alluminio, che contribuisce a trovare subito il giusto feeling in sella, la Kawasaki KX300X risulta molto agile e precisa nello stretto, garantendo al contempo stabilità nei tratti più veloci. Le sospensioni Kayaba lavorano egregiamente anche su fondo sconnesso nel sottobosco tra radici e tronchi, ma in stretta collaborazione con il telaio danno il meglio di loro tra i paletti del fettucciato. Il kit Athena suggerisce sin dal primo metro un approccio di un prodotto “pronto gara”. La differenza dal 250 4T la si riscontra sin dalle prime curve: il motore risulta pronto anche ai bassi giri, dando la possibilità al pilota di mantenere la stessa marcia e non utilizzare la frizione. Ottima, in questo senso, la trazione fin da centro curva. In uscita di curva l’allungo è poderoso: grazie alla ciclistica a punto si riesce a scaricare a terra tutta la potenza. Nel sottobosco, l’unico appunto da fare riguarda il rovescio della medaglia sulla prontezza del motore: efficacissimo nel misto e nel veloce quanto poco gestibile nella prima parte di utilizzo in caso di fondo scivoloso o sassoso come una mulattiera.

Pregi e difetti

Di seguito i pregi ed i difetti della Kawasaki KX300X model year 2024.

Piace

• Ciclistica: ottimo il connubio telaio-sospensioni, specie nei tratti più veloci?
• Corposità ai medio-alti regimi: il kit Athena big bore fa il suo e si sente su tutto l’arco di utilizzo

Non piace

• Risposta acceleratore: la moto risulta fin troppo pronta all’apertura del gas in situazioni viscide.