il raid
Una donna in moto da Budapest alla Sierra Leone, l¡¯impresa di Laura Cola
Circa 7.000 chilometri in tredici tappe dall¡¯Europa all¡¯Africa in sella a una Honda Crf 250 Rally: Laura Cola ha portato a termine la sua impresa alla Budapest-Bamako, unica italiana e unica motociclista donna in gara. E ha fatto appena in tempo a tornare dalla Sierra Leone prima che la pandemia chiudesse definitivamente tutte le frontiere . ¡°Ma al mio rientro, dopo due settimane, il mondo era cambiato¡± dice Laura, architetto ma soprattutto grande appassionata di moto e fondatrice della scuola Donneinsella, nata nel 2007 per le donne con la voglia di diventare bikers.
Unica donna in corsa
¡ª ?La Budapest-Bamako, uno dei pi¨´ importanti Charity Challenge al mondo, ha portato in questa quattordicesima edizione 300 equipaggi provenienti da tutta Europa, di cui solo una trentina in moto e gli altri in auto, attraverso cinque Paesi africani: Marocco, Mauritania, Senegal, Guinea e Sierra Leone, con arrivo a Freetown. ¡°Una sorta di coltello che taglia l¡¯Africa in una corsa continua fra popoli ed emozioni¡± spiega la motociclista veneta. ¡°Il termometro della situazione in quel continente ce l¡¯hai man mano che scendi verso sud - racconta Laura - i colori inebrianti di Marrakech, la Mauritania terra di nessuno, con un vento fortissimo, sabbia ovunque e gente armata, e poi il Senegal, bellissimo, e la Sierra Leone che ¨¨ l¡¯Africa come te l¡¯aspetti¡±.
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met¨¤ gara in off road
¡ª ?Pi¨´ di met¨¤ gara si corre in offroad con percorrenze di circa 450 km al giorno ed escursioni termiche molto forti, e assieme al rally viaggiano gli aiuti alle popolazioni di alcuni dei villaggi attraversati. ¡°Ci sono stati dei Paesi che abbiamo dovuto percorrere tutti d¡¯un fiato per problemi di sicurezza, come la Mauritania e la Guinea - racconta Laura -. Altre volte, nei villaggi del Senegal ad esempio, siamo stati accolti da feste organizzate per il nostro passaggio e dall¡¯abbraccio indimenticabile di centinaia di bambini¡±.
la moto: honda crf 250 rally
¡ª ?Nei corsi organizzati per Donneinsella il partner ufficiale ¨¨ Yamaha, ma in questa impresa la biker ha preferito usare una Honda Crf 250 Rally, attrezzata con faretti a led supplementari e un kit per l¡¯alimentazione del cellulare, e farcita del minimo indispensabile per sopravvivere al viaggio: pochi ricambi, il sacco a pelo, barrette e medicinali. ¡°Volevo una moto maneggevole, che non fosse troppo estrema in offroad e consentisse di fare lunghe distanze¡±, spiega. Senza trascurare il fatto che in caso di caduta, soprattutto sulla sabbia, questa moto ¨¨ pi¨´ leggera e consente un margine maggiore d¡¯errore. ¡°Se cadi devi rialzarti da sola, c¡¯¨¨ un numero per le emergenze, ma non sai mai se qualcuno risponde e soprattutto se il telefono prende¡±.
In gara Laura ¨¨ affiancata dal biker svedese Clar Danielsson, e nel gruppo tanti motociclisti lituani, ungheresi, estoni, ¡°ma le donne hanno una resistenza mentale e fisica maggiore in raid come questi - ammette -. Tecnicamente gli uomini possono essere pi¨´ bravi, ma su durata e visione mentale a lungo termine una donna ¨¨ vincente¡±.
memorie africane
¡ª ?Laura in gara ¨¨ instancabile,e le memorie africane si fondono guardando dalla finestra di un¡¯Italia blindata: ¡°I lunghi tratti nella steppa a guidare con le spine nelle mani, le mucche in mezzo alla strada, pecore, capre, galline e muli ovunque, le linci nel parco nazionale della Guinea, dove il road book cambia bruscamente per i disordini nella capitale Conakry; e poi i racconti dei rapimenti in Mauritania con la paura dei banditi e dei sabotaggi che fanno ruotare l¡¯acceleratore a pi¨´ non posso; i campi di notte con tende e sacco a pelo, l¡¯acqua che scarseggia, le spiagge del Senegal che diventano sabbie mobili di conchiglie e se scivoli ci metti anche tre ore per uscirne¡±. Fino all¡¯arrivo a Freetown, in Sierra Leone, scortati dalla polizia e dalla popolazione in festa, a cui andr¨¤ parte del ricavato di questo lungo rally umanitario.
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