Per rispondere all¡¯attacco della Kawasaki e riprendere la leadership nel segmento, 30 anni fa Honda cre¨° una rivoluzione rimasta impressa per diverso tempo
Al salone di Colonia del 1991 la Honda lascia tutti a bocca aperta con la 600 F: motore 4 cilindri 16 valvole, doppio albero di equilibratura, 4 carburatori da 34 mm, 100 Cv di potenza massima a 12.000 giri/min ed un peso di soli 185 kg per una velocit¨¤ di punta di oltre 245 km/h. Carenatura integrale come sul precedente modello, ma dalle forme pi¨´ filanti. Sotto di essa un telaio a doppio trave in acciaio accoglie un motore molto compatto ed inclinato, per centralizzare le masse e diminuire gli ingombri laterali della moto. Il cannotto di sterzo inclinato di 25¡ã ed un¡¯avancorsa di 94 mm uniti al pneumatico anteriore 120/60 ribassato, fanno capire quanto sia spinta la ricerca di una moto che risulti estremamente maneggevole. Del resto la caccia alle 750 cc ¨¨ ormai aperta: raggiunte le sorelle maggiori sulle potenze, adesso ci si gioca tutto sul fronte delle dimensioni e dei pesi. Potendo contare su una migliore maneggevolezza, le 600 cc aprono una nuova strada soppiantando nel corso degli anni le pi¨´ impegnative 750.
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Meno impegnativa
¡ª ?Su strada la Cbr 600 F dimostra subito di mantenere le promesse: agile nei cambi di direzione, rimane stabile sul veloce e, come da tradizione Honda, dopo pochi chilometri ci si sente subito a proprio agio. La moto si lascia condurre con facilit¨¤ disarmante da tutti, raggiungendo in fretta limiti elevati. Il motore ¨¨ pronto, fluido e regolare fino ai 6.500 giri/minuto, oltre i quali sale con veemenza fino ai 9.000 giri/minuto, preludio di una ulteriore spinta grintosa fino ai 12.000!
In pista e non solo
¡ª ?? sicuramente il nuovo riferimento della categoria e se ne accorgono subito anche i piloti che schierano in pista un nutrito gruppo di Cbr 600, dando vita a combattutissimi trofei sport production che diventano quasi dei monomarca Honda. Impiegata in competizioni e campionati in ogni parte del mondo, la Cbr 600 collezioner¨¤ un lunghissimo palmares di vittorie. Fino ad ora abbiamo descritto una perfetta moto da pista, ma in realt¨¤ la Cbr era anche molto altro. Pur essendo tremendamente efficace in pista, era altrettanto a suo agio nei percorsi urbani, nel tragitto casa lavoro o nell¡¯impiego turistico. La posizione in sella era moderatamente caricata in avanti, cos¨¬ come la triangolazione delle pedane, che garantivano una posizione di guida comoda e naturale. La sella risultava comoda anche per il passeggero. Questa alchimia la porter¨¤ costantemente in cima alle classifiche di vendita e caratterizzer¨¤ per molti anni il modello che, con piccoli mirati affinamenti, arriver¨¤ fino al 1998 praticamente immutata nella sua sostanza originale.
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