Nei primi Anni 90, forte di ottimi successi nelle vendite, la casa bavarese decide di tentare l¡¯avventura in Superbike. Per farlo realizza un motore sofisticatissimo, denominato ¡°progetto R1¡±, ma alla fine i costi elevatissimi e le scarse possibilit¨¤ di vittoria la costringono a dare forfait prima ancora di schierarsi al via di una gara
Agli inizi degli Anni 90 la Bmw stava vivendo un vero e proprio boom commerciale e tent¨°, senza riuscirci, di esordire in Superbike. Per poter dare l¡¯assalto al mondiale delle derivate di serie svilupp¨° un progetto denominato R1, una sigla che nulla aveva a che vedere con la Yamaha, il cui modello di serie arriv¨° qualche anno dopo. La Superbike in quel periodo era dominata dalle Honda RC 30 750 quattro cilindri e dalle bicilindriche Ducati 851 e 916 avvantaggiate nel peso grazie al regolamento che consentiva alle moto di Borgo Panigale di avere una maggiore cilindrata ed essere pi¨´ leggere rispetto alla ¡°four¡±. Ed erano tutte vere moto da corsa spacciate e vendute come stradali. Cos¨¬ la casa tedesca prov¨° a giocare la carta delle sue bicilindriche boxer. Per la parte ciclistica la Bmw affid¨° il progetto al famosissimo telaista olandese Nico Bakker, mentre per il motore utilizz¨° il suo classico boxer ma rivisto ed evoluto in molti componenti, soprattutto nelle teste e nei cilindri.?
LE CARATTERISTICHE DEL MOTORE
¡ª ?Il motore venne elevato a 996 di cilindrata con distribuzione desmodromica a quattro valvole. Tale propulsore era cos¨¬ in grado di erogare une potenza di circa 140 cavalli ed era inoltre dotato di un impianto di iniezione elettronica Bosch, un cambio a 6 marce e una trasmissione cardanica che, per¨° lo penalizzava non poco sulla guidabilit¨¤ rispetto alla classica e pi¨´ elastica catena. A tutto ci¨° si aggiungeva un peso a secco di 165 chili, una ventina in pi¨´ rispetto alle agili Ducati. Di Bmw R1 ne furono realizzati solo quattro prototipi di cui solo uno pronto per scendere in pista. Del resto, come si ricorder¨¤, il regolamento di quegli anni permetteva ai bicilindrici una cilindrata la cui soglia allora era fissata a 1.000 cc contro i 750 del quattro cilindri con un peso limite pi¨´ alto in modo da livellarne le prestazioni. E la casa bolognese aveva visto giusto, tant¡¯¨¨ che impose uno strapotere imbarazzante, al punto che anche i piloti in sella alle moto di Borgo Panigale private si mettevano dietro tranquillamente le Honda quattro cilindri RC 30 750 ufficiali.?
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UN CONCENTRATO TECNOLOGICO
¡ª ?Dei bicilindrici boxer Bmw convenzionali il motore R1 Desmo aveva in comune l¡¯impostazione di base, ma il resto era un concentrato tecnologico che prendeva spunto dalle soluzioni pi¨´ evolute e vincenti del panorama motoristico internazionale. L¡¯allora direttore tecnico della Bmw, Burkard Goeschel, pens¨° al suo bicilindrico contrapposto che anch¡¯esso poteva usufruire dei privilegi dei bicilindrici Ducati. Nel 1991 e 1992 vennero effettuati in gran segreto i primi test sul circuito croato di Rijeka, ma la moto aveva subito evidenziato problemi aerodinamici e di guidabilit¨¤ per il suo elevato ingombro trasversale, insieme ad altri di vibrazioni ai regimi pi¨´ elevati.?
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POCHE SPERANZE E COSTI ECCESSIVI
¡ª ?Un impegno agonistico completo sarebbe stato fin troppo costoso e le prospettive di mettersi in luce erano decisamente limitate. Il rischio di un megaflop, insomma, era praticamente scontato. E fu cos¨¬ che i vertici Bmw, seppur con molto dispiacere, decisero di abbandonare definitivamente questo ambizioso e affascinante progetto. Ci¨° anche perch¨¦ la realizzazione di un modello di serie della R1 Desmo, obbligatorio per avere l¡¯omologazione nelle corse, per i suoi costi avrebbe avuto scarse possibilit¨¤ di un successo commerciale. Cos¨¬ l¡¯unico esemplare di questa moto, da una trentina d¡¯anni, fa bella mostra di s¨¦ al museo Bmw di Monaco di Baviera. E pertanto il sogno di questa avveniristica superbike rimase tale, anche perch¨¦ il colosso ¡°made in Germany¡± non voleva e non si poteva certo permettere di inquinare il proprio blasonatissimo nome, sia a livello sportivo che produttivo.
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