l'avventura
Ester Pantano: "Dal set al fuoristrada in Marocco da esordiente"
L¡¯ultima volta che l'abbiamo intervistata per la rubrica Autovelox ci aveva espresso il sogno di fare un viaggio in moto nel deserto. Subito dopo quell¡¯intervista Aprilia, in particolare Davide Zanolini, ha contattato Ester Pantano proponendole una tre giorni in Marocco a bordo di una Tuareg 660. Un viaggio organizzato da Carolina Brun e Lorenzo Napodano di Enduro Republic con 50 motociclisti tre dei quali sulla enduro di Noale: Lorenzo Savadori, Jacopo Cerutti e appunto Ester Pantano, unica donna della carovana. Abbiamo chiamato l¡¯attrice appena tornata dal deserto per sentire com¡¯¨¨ andata.
Ester, non hai fatto in tempo a esprimerlo che hai realizzato il tuo sogno.
"Quando mi hanno chiamato per propormi il viaggio non stavo nella pelle, urlavo come una pazza. Non ci ho pensato mezzo secondo: ho detto subito di s¨¬. Ero a Bologna sul set della serie Amazon Love Club, ho rinunciato al party di fine riprese, ho preso il treno notturno per Malpensa e alle 6 del mattino sono partita per Marrakech".
Da Marrakech dove ti hanno portato?
"A Skoura, in mezzo al deserto. Appena sono arrivata volevo assolutamente vedere e toccare la moto. Era una Aprilia Tuareg 660. Una favola. Ho accarezzato il manubrio, l¡¯ho guardata e ovviamente acceso il motore per ascoltare il rombo. Poi sono andata a dormire".
Il giorno dopo sei salita in sella?
"S¨¬, non aspettavo altro. Era la mia prima volta sulla sabbia, ¨¨ stato bellissimo. Il paesaggio era pazzesco: si passava dai mandorli in fiore, alla neve, al terreno rosso del Marocco. E ovviamente non sono mancati gli imprevisti. A un certo punto mi sono trovata in mezzo al guado, ero in panico. L¡¯acqua ¨¨ l¡¯unica cosa che mi fa paura. C¡¯erano dei veri e propri fiumi da attraversare. Mi hanno detto di tenere il gas costante e ce l¡¯ho fatta a non cadere".
Quanti chilometri hai macinato?
"Circa 260 km al giorno, senza scendere quasi mai dalle pedane, erano tutti sconvolti. Dopo una giornata in moto non ero stanca. Non sarei mai scesa. ? la conferma che ho una postura istintiva: sono stata tre giorni in piedi sulla moto, dalle 9:30 del mattino alle 18:30 con una pausa pranzo nei vari villaggi. La sera mettevo del ghiaccio sulle caviglie livide".
Ci sono stati altri momenti di difficolt¨¤?
"Quando abbiamo trovato le lastre di ghiaccio, ma soprattutto quando si passava dalla sabbia al brecciolino. Una volta capito come dovevo gestire la moto, con le gambe e non con le braccia, mi sono lasciata andare. Una volta ho fatto anche una bella caduta, ma mi sono rimessa in piedi subito. A darmi le dritte c¡¯era Daniele Crispi, di Enduro Repubblic, il team che frequento e che mi ha preparato per una giornata in provincia di Piacenza, prima di partire".
E i momenti pi¨´ belli?
"Una notte in un villaggio tendato a Merzouga, i nomadi ci hanno accolto con la musica, mi sono messa a suonare i tamburi davanti al fal¨°. Avevo i brividi quando mi hanno detto che non si muovono con il Gps, ma seguendo i riferimenti naturali: le montagne e le stelle indicano la strada da seguire. Pagherei oro per avere il loro stato di pace".
Hai gi¨¤ in programma una nuova avventura?
"In realt¨¤ non sono ancora tornata, sono ancora l¨¬. Quel viaggio mi ha spinto a farmi delle domande sulla vita, sull¡¯attaccamento alle cose materiali che non sono indispensabili. Durante quei giorni non ho avuto la necessit¨¤ di usare il telefono. Comunque s¨¬, per rispondere alla tua domanda: voglio fare la Parigi-Dakar. Mi do tre anni di tempo per prepararmi: mi sono gi¨¤ fatta il viaggio in testa. Lo so, sono totalmente impazzita".
E dopo questa esperienza, hai deciso quale moto comprare?
"Credo mi sia innamorata della Tuareg, abbiamo avuto una connessione tipo Avatar".?
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