Gli appassionati e i collezionisti di moto vintage spesso vanno a caccia di moto o ricambi. Ma certi acquisti vanno controllati accuratamente perch¨¦ si pu¨° incappare in problemi giudiziari. Un ufficiale dei carabinieri spiega come evitarli
Gli appassionati e i collezionisti di moto d¡¯epoca spesso vanno a caccia di pezzi di ricambio o, a volte, cercano una moto intera economica e impossibile da restaurare da utilizzare come "fonte" di ricambi per quella "buona". E pu¨° succedere che il possesso di una seconda moto malandata, in caso si decidesse di rivendere quella principale, fa prezzo e rappresenta un convincente incentivo per il potenziale acquirente. Pertanto se ¨¨ venduta a un prezzo conveniente quasi nessuno se la lascia scappare.
LEGGI ANCHE
La buonafede non basta
¡ª ?? importante sapere che certi acquisti effettuati da privati sconosciuti o nelle mostre scambio da venditori altrettanto sconosciuti e senza scrupoli, se si ¨¨ incauti, potrebbero riservare spiacevoli sorprese. E¡¯ necessario quindi adottare alcune accortezze, in particolar modo quando si tratta di mezzi sprovvisti di targa e documenti.?Ad esempio: cosa accade se all'interno di un furgone o su un carrello portiamo uno o pi¨´ mezzi privi di targa e documenti di circolazione e veniamo fermati dalle forze dell¡¯ordine? Ecco la risposta di un ufficiale dei carabinieri appassionato e possessore di moto d¡¯epoca che desidera rimanere anonimo. "L¡¯importante - rivela l¡¯ufficiale dell¡¯Arma - ¨¨ che la moto non sia mai stata rubata. Infatti se su un mezzo grava una denuncia di furto, anche a distanza di decenni, il numero di targa e di telaio rimangono comunque segnalati negli archivi delle forze dell¡¯ordine. In quel caso si rischia di passare un guaio giudiziario perch¨¦ scatterebbe il reato di incauto acquisto o addirittura di ricettazione. Se invece il mezzo ¨¨ "pulito" per noi ¨¨ solo un qualsiasi ferrovecchio".
Cosa fare per cautelarsi
¡ª ?"Quando si acquistano motoveicoli privi di documenti ¨C riprende l¡¯ufficiale - cautelativamente, ¨¨ sempre bene farsi rilasciare dal venditore una dichiarazione firmata con i dati del mezzo, preferibilmente con allegata una fotocopia, anch¡¯essa firmata, del documento d¡¯identit¨¤ del venditore. In alternativa si pu¨° richiedere? lo storico al Pra dove con una cifra modica si possono attingere informazioni utili, tra cui la presenza di fermi amministrativi, oppure di eventuali gravami fiscali.? In questo modo siamo al riparo da ogni rischio. Inoltre, tra gli "alert" da tenere in evidenza ho visto spesso,? in caso di compravendita tra privati, anche denunce di smarrimento di certificati di propriet¨¤, in genere lo fanno quando la filiera di provenienza non ¨¦ genuina, del tipo che non si riesce a trovare il proprietario originale".
Due casi eclatanti
¡ª ?A conferma delle parole dell¡¯ufficiale dei carabinieri citiamo due casi avvenuti qualche anno fa. A inizio giugno del 2018 la Polstrada di Bologna sull'A1 ha fermato un camion sospetto all'interno del quale c'erano diciassette Vespa d'epoca rubate per un valore di circa 100.000 euro. Gli scooter, perfettamente restaurati, erano trasportati su un rimorchio agganciato a un camion proveniente dalla provincia di Napoli e diretto in Germania. I tre occupanti del camion, anch'essi campani e tutti pluripregiudicati, hanno tentato di giustificarsi esibendo le carte di circolazione contraffatte e i numeri di telaio degli scooter ribattuti. All'interno del camion con targa tedesca gli agenti hanno trovato anche una Fiat 500 L anch'essa rubata. A quel tempo pi¨´ di un collezionista, uno dei quali in Puglia, aveva subito un furto di Vespa. Il problema per i collezionisti vittime di furti solitamente ¨¨ quello di? reimmatricolare nuovamente i mezzi in quanto sprovvisti di targa originale fatta scomparire e, purtroppo, ormai irrecuperabile. Qualche mese prima, invece, sempre la Polizia, a Manduria in provincia di Taranto, aveva recuperato un Ciao fermando un giovane sorpreso alla guida del ciclomotore senza casco e con un cappellino di lana che gli copriva buona parte del viso. Da successivi controlli, il Ciao ¨¨ risultato rubato non recentemente, ma ben 42 anni prima, nel 1986 in Liguria, a ben mille chilometri di distanza.
? RIPRODUZIONE RISERVATA