Motocross, Adamo sogna la rivincita: "Mancata continuità, ma il 2025 è tutto da scrivere"

Andrea Adamo ha il dono della semplicità: rende facili cose complicate. Per esempio, ha impiegato appena due stagioni per diventare il re della MX2, la classe cadetta del Mondiale Motocross. Ma il pilota italiano Ktm è molto diretto e schietto anche nel valutare la sconfitta patita in questo 2024. Ovvero l’anno in cui partiva da campione uscente. Il risultato è stato un sesto posto finale, nonostante tanti piazzamenti sul podio e due vittorie di manche. Un passo indietro rispetto al magico 2023, ma anche una lezione importante di cui Adamo è pronto a far tesoro come ha raccontato durante la nostra intervista a Eicma.

Andrea, come valuta questo 2024?

“Sicuramente è stata una stagione particolare. Non tutto è filato liscio come nel 2023. Ma ci sta: ogni campionato fa storia a sé. E credo che si debba imparare tutti gli anni, a volte di più e a volte di meno. Dobbiamo ricordarci che non viene tutto facile. ? in questi casi che bisogna tirare fuori il meglio”.

Dovendo dare un voto numerico, quale giudizio si assegnerebbe?

“Non penso sia stata una stagione pessima. Sono andato a podio praticamente in metà delle gare disponibili. Purtroppo non c’è stata costanza. Sono mancati diverse parti del puzzle che l’anno scorso c’erano. Se dovessi darmi un voto, direi 7, forse 7-. La stagione è stata comunque discreta”.

In effetti chiudere a ridosso della top 5 è stato un risultato importante, considerando che tantissimi campioni spesso faticano e non riescono a mantenersi sul trono.

“Sicuramente vincere è difficile, ma riconfermarsi lo è un po’ di più. Non penso comunque che sia stato questo il problema della stagione. Tanta gente potrebbe credere che abbia influito la pressione di dover difendere il titolo, ma non è così. Semplicemente, se si vuole lottare per il Mondiale, bisogna avere tutto a posto. Quest’anno mancavano alcune cose”.

Qual è la differenza principale quando si passa da outsider a campione? C’è la percezione di avere gli occhi puntati addosso?

“Io mi sono sentito poco diverso dal 2023. Forse è utile nei momenti difficili, quando mi sono detto che in fondo sono un campione del mondo, non l’ultimo arrivato. Avendo un Mondiale alle spalle ho qualche piccola conferma in più, anche se tante volte sono più le domande poste rispetto alle proprie conferme. La differenza principale arriva dalla gente: piloti e team avversari sanno che sei l’iridato e quindi sembra abbiano come primo obiettivo l'idea di batterti. Ed è normale sia così. L’anno prossimo questo destino toccherà a De Wolf. Io comunque non ho sentito grandi differenze. Vivo il mio weekend cercando di divertimi e dando il massimo. ? rimasto tutto abbastanza uguale”.

A proposito di momenti difficili, ce n’è stato uno in particolare?

“No, direi che è stato un insieme di fattori. Ho faticato a essere costante. Una gara andava bene, magari vincevo la manche e poi in quella seguente finivo sesto o settimo. Faticavo a capire perché il feeling variasse così tanto tra una tappa e l’altra”.

Lei è in linea con quanto fatto vedere da Cairoli nella prima parte di carriera: primo titolo a 20 anni, mancata riconferma la stagione seguente. Questo confronto fa riflettere?

“Sinceramente non mi sono mai messo a confronto con Antonio. Penso sia stato il più forte di tutti i tempi. Già questo rende difficile paragonarsi a lui. Sapere che anche uno come lui non è riuscito a riconfermarsi l’anno dopo non mi dà particolare speranza. Nel motocross bisogna lavorare duro per raccogliere i frutti. Certo, se anche un fuoriclasse del suo calibro non ha difeso il trono, allora non è qualcosa di assurdo ciò che mi è capitato. Può succedere e voltiamo pagina. Il capitolo 2025 è ancora tutto da scrivere”.

E cosa si aspetta dal 2025? Questa esperienza potrà aiutarla in quali ambiti?

“Il 2024 mi aiuterà a non cadere mentalmente in alcuni trabocchetti. Mi aspetto semplicemente di lottare ancora per il titolo. Non è importante vincerlo. Voglio arrivare alla prima gara pronto a giocarmi le mie carte”.