Luciano Di Lello, abile calzolaio italiano emigrato a Parigi a fine '800, cre¨° il primo prototipo di casco moderno dopo la tragica scomparsa del figlio
Il casco ¨¨ ormai diventato un imprescindibile dispositivo di sicurezza per tutti i motociclisti, un elemento cruciale per la protezione della testa che in molti casi ha fatto la differenza tra la vita e la morte per tantissime persone. Non molti sanno per¨° che la sua invenzione ¨¨ dovuta a un italiano:?Luciano Di Lello, calzolaio nato nel 1876 a Villa Santa Maria (Ch) e poi emigrato a Parigi in cerca di fortuna. E fu proprio in Francia che Di Lello diede origine a quello che pu¨° essere considerato il primo casco dell'era moderna, progenitore delle centinaia di modelli che troviamo oggi per le strade di tutto il mondo.
La tragedia
¡ª ?Non si sa molto dei primi anni di vita di Di Lello. Dopo aver scelto la professione di calzolaio, si specializz¨° nella lavorazione del cuoio e una volta arrivato in Francia apr¨¬ una bottega e inizi¨° a confezionare calzature per le ballerine del Teatro dell'Opera, un incarico indubbiamente prestigioso che ne testimonia l'elevata abilit¨¤ raggiunta nel suo mestiere. In quel periodo si sposa con un un'italiana e d¨¤ alla luce 3 figli di cui uno, Marcel, mor¨¬ per un incidente stradale, apparentemente causato dalla frattura del cranio dopo essere stato investito da un tram mentre era a cavallo. Con ogni probabilit¨¤ fu proprio questo tragico evento personale a ispirare Di Lello nella realizzazione del primo rudimentale prototipo di casco.
l'invenzione
¡ª ?Avvalendosi della consulenza dell'amico Alessandro Anzani, famoso pilota e progettista dell'epoca, Di Lello realizz¨° il suo primo casco all'alba del '900 ispirandosi alle calotte utilizzate dagli aviatori e utilizzando due strati di cuoio tra i quali aveva posizionato delle molle, delegate ad attutire gli impatti accidentali sulla scatola cranica. La sua invenzione, puntualmente brevettata, riscosse sin da subito grande successo in Francia, tanto che i francesi arrivarono a chiamarla Lucien proprio in onore del suo ideatore. Anche numerosi piloti del periodo iniziarono a utilizzarlo, incluso lo stesso Anzani, accrescendone ulteriormente la fama.
riconoscimenti
¡ª ?Il grande successo del "Lucien" frutt¨° anche diversi riconoscimenti a Di Lello, premiato con medaglie dal comune di Parigi e insignito anche della Croce al Merito della Repubblica Francese. Di Lello continu¨° a lavorare a Parigi fino al 1912, anno della sua prematura morte, arrivando a realizzare anche un primo prototipo di giubbetto gonfiabile in cuoio per la protezione dei motociclisti, premiato all'Expo Internazionale di Firenze del 1904. Fu l'ennesimo lampo di genio che arriver¨¤ a fruizione nell'industria motociclistica solo decenni dopo la sua scomparsa con l'avvento dei primi airbag.
il lascito
¡ª ?Nella seconda met¨¤ degli Anni 20 ebbe inizio una grande evoluzione tecnica dei caschi per uso motociclistico, con l'impiego di vari materiali per calotta e imbottitura, e nel secondo dopoguerra nacquero i primi veri produttori di caschi. Il loro sviluppo ¨¨ proseguito e continua incessante fino ai nostri giorni, ma il tutto si pu¨° ricondurre al primo prototipo di casco moderno creato da Di Lello. Nonostante la grande fama acquisita in Francia, la sua figura ¨¨ stata largamente trascurata in Italia per moltissimi anni anche per via dei bombardamenti che colpirono Parigi nella seconda guerra mondiale, cancellando molte testimonianze a riguardo. Grazie all'impegno dei discendenti, Villa Santa Maria, suo paese natale, ¨¨ stato tra i primi a onorarla intitolandogli uno dei suoi giardinetti comunali nel 2005. Considerando la portata storica del contributo di Luciano Di Lello al motociclismo, con il casco diventato ormai obbligatorio in moltissimi paesi (inclusa l'Italia dal 1986), auspichiamo di vedere presto altri tributi alla memoria di un'autentica eccellenza italiana.
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