Per oltre 20 anni il marchio ha creduto nel raffreddamento misto aria/olio: ora torna sui propri passi con un monocilindrico che utilizza il lubrificante anche come liquido refrigerante
Correva l¡¯ottobre 1984: al Salone di Colonia, Suzuki present¨° un modello destinato a fare la storia del marchio giapponese e dell¡¯intera industria motociclistica, specialmente nel settore delle supersportive. Parliamo della prima Suzuki GSX-R 750, mamma di tutte le moderne Gixxer e prima vera superbike ¨C nel senso moderno del termine ¨C del marchio di Hamamatsu: la settemmezzo nipponica, lanciata sul mercato nel 1985, si distingueva dalla concorrenza per l¡¯adozione di un nuovo quattro cilindri frontemarcia dotato di raffreddamento misto aria/olio, un¡¯innovativa soluzione tecnica che per i successivi 20 anni avrebbe caratterizzato buona parte della produzione a quattro tempi del brand nipponico.
IL SISTEMA SACS
¡ª ?Pur mantenendo le classiche alette tipiche dei motori ¡°ad aria¡±, il sistema Sacs (acronimo che significa Suzuki Advanced Cooling System) prevedeva la circolazione forzata del lubrificante all¡¯interno del cilindri al fine di refrigerare i bollenti spiriti del quattro-in-linea, in modo concettualmente simile a quanto avviene nei classici motori raffreddati a liquido. Questa soluzione, nata nella prima met¨¤ del XX secolo sui motori aeronautici e gi¨¤ adottata in precedenza da Suzuki sulla XN85 Turbo, era caratterizzata da un circuito sdoppiato con due pompe separate, in cui l¡¯olio fungeva sia da lubrificante che da agente per l¡¯abbassamento della temperatura: lo scopo era unire i vantaggi dei motori raffreddati ad aria (la leggerezza) con quelli dei motori raffreddati a liquido (compattezza, prestazioni).
AFFIDABILIT? LEGGENDARIA
¡ª ?Nella prima met¨¤ degli anni ¡¯90 questa soluzione tecnica, divenuta nel frattempo una vera e propria bandiera per la casa di Hamamatsu, venne abbandonata nel campo delle supersportive: il continuo incremento di potenza richiesto ai propulsori delle race-replica indusse Suzuki ad optare per un pi¨´ convenzionale raffreddamento a liquido, che sulla GSX-R 750 arriv¨° nel 1992. Nonostante ci¨° il sistema Sacs sarebbe sopravvissuto per altri 14 anni sulle moto meno estreme del marchio giapponese, come la GSX 1400 o l¡¯eterna serie Bandit, che lo adott¨° fino al 2006. Tutt¡¯oggi questi propulsori sono noti per la loro leggendaria affidabilit¨¤, che li rende tra i motori pi¨´ apprezzati nelle elaborazioni estreme del mondo dragster: basta un giro su qualunque sito di compravendite per rendersi conto dei chilometraggi automobilistici di cui sono capaci queste robustissime unit¨¤.
IL RITORNO
¡ª ?A distanza di 13 anni dall¡¯uscita di scena dai suoi listini degli ultimi propulsori dotati del sistema Sacs, Suzuki non ha smesso di credere nelle potenzialit¨¤ del lubrificante anche come liquido refrigerante. Al prossimo Tokyo Motor Show, in programma per la fine di questo mese, la casa del Sol Levante presenter¨¤ la nuova GSX-R 250 SF, una piccola sportiva carenata che adotter¨¤ un sistema di raffreddamento ad olio: la testata a quattro valvole del monocilindrico da un quarto di litro, caratterizzato da una distribuzione a singolo albero a camme in testa (Sohc), ¨¨ dotata di intercapedini per la circolazione del lubrificante, la cui temperatura viene abbassata grazie ad uno scambiatore di calore. Per snocciolare qualche dato il propulsore erogher¨¤ 26 cavalli a 9000 giri e 22 nm a 7500 giri, per un peso totale di 161 kg in ordine di marcia. Secondo il progettista Tetsuji Nojiri le caratteristiche tecniche di questo motore lo rendono adatto anche ad eventuali aumenti di cilindrata, per cui non ¨¨ da escludere che questo sia solo il primo passo in vista di ulteriori sviluppi: si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio. La vedremo anche in Europa?
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