Affascinano quanti non li hanno mai visti e raccontano la storia di un popolo: i trabocchi (o trabucchi) sono diventati il simbolo dell'Abruzzo sul mare. Costruiti lungo le spiagge e ancorati a rocce o scogli, i trabocchi sono delle ingegnose costruzioni in legno che venivano utilizzate per pescare. Una palafitta 'evoluta' composta da una piattaforma di legno che si allunga verso mare con due (o pi¨´) lunghi bracci, chiamati antenne, a cui viene legata una rete a maglie strette, nota come trabocchetto. Un articolato sistema di argani permetteva di immergere la rete in acqua e poi di tirarla su con il pescato. Considerati uno dei mezzi per la pesca pi¨´ antichi del mondo sembra che l¡¯origine dei trabocchi risalga ai tempi dei Fenici ma uno dei primi documenti che ne accerta la presenza? in questo tratto di costa risale al XV secolo e si tratta di un'opera religiosa che racconta la vita di Fra Pietro da Morrone, colui che poi divent¨° Papa Celestino V. Sembra che il nome derivi dal latino 'trabs' (che significa trave, legno) per indicare il sistema e il materiale di costruzione, basata appunto sul Pino d'Aleppo,? molto comune in questo tratto di costa ma soprattutto resistente. La genialit¨¤ dei trabocchi risiede nella possibilit¨¤ di pescare senza dover uscire in mare con una barca e per molti erano anche l'abitazione, spartana ma comodissima come posizione.?Lungo i 40 km del tratto chietino ci sono una trentina di trabocchi, non pochi trasformati in punti di ristorazione.
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