Se chiedete a un romagnolo doc dove va a mangiare, soprattutto in estate, vi indirizzer¨¤ nell'entroterra: a 15, 30, massimo 40 minuti dalla costa. Perch¨¦ l¨¬ si trova la Romagna (quasi) non turistica, che a prezzi ancora competitivi, e comunque non al livello di quelli sulla Riviera, mette a tavola il meglio, a partire da salumi e formaggi (ah, lo squacquerone...), concentrandosi ovviamente sul territorio. Il che vuol dire niente o pochissimo pesce, ma tanta carne (castrato, coniglio, pollo, salsicce) e una serie formidabile di primi piatti: strozzapreti, tagliatelle, tortelli, ravioli, garganelli, passatelli in brodo o asciutti... Le piadine - simbolo anch'esso eterno, cantato persino da Giovanni Pascoli in uno scritto del 1900 - non mancano mai, servite nel cesto del pane mentre Albana, Trebbiano e Sangiovese regnano sovrani nel bere. Ma siccome noi siamo andati al limite del 'fuori stagione', ecco che bisogna scoprire anche le cose buone della costa: le 'poveracce'? (le vongole lupino) da gustare alla marinara o insieme a pasta lunga; il brodetto alla romagnola; i sardoncini alla brace e il fritto misto con i 'pescetti'. Fermo restando un'ampia presenza di stellati Michelin (tutti validi, tra l'altro), come sempre puntiamo su trattorie e osterie fedeli al territorio e alla tradizione. Sulla costa: Osteria della Zabariona a Ravenna; Sirocco a Bellaria-Igea Marina; Al Deserto a Cervia; La Saluma e Osteria Bartolini a Cesenatico (un'altra, identica ¨¨ a Milano Marittima); Io Simone, La Marianna e Osteria de Borg a Rimini. Nell'entroterra, sarete felici a La Sangiovesa a Sant'Arcangelo di Romagna e Da Savino a Coriano. E alla guida, dopo la tappa golosa, non fate i burd¨¦l (ragazzotti in romagnolo).?
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