Volkswagen Golf R: quando 333 Cv possono bastare

La Volkswagen Golf, con le sue otto generazioni distribuite in quasi 50 anni di attività sul mercato, si è letteralmente ritagliata un pezzo di storia delle quattro ruote. Compatta, confortevole, curata, accessibile e anche un po’ modaiola. L’avvento delle Gti ha reso poi questo mito ancora più celebre: sportive per tutti i giorni, con la praticità di una normale auto e la dinamicità di un go kart. Un sogno per appassionati e non. Ma non tutti sanno che, in realtà, la mitica Gti non esprime tutto il vero potenziale di questo modello. Infatti, nel 2002 è nata la prima Golf marchiata con la sigla R, la R32. Questa super Golf era spinta da un V6 3.2 litri aspirato che scaricava i 241 Cv di potenza su tutte e quattro le ruote e riusciva a offrire prestazioni quasi fuori dal comune per una vettura lunga meno di 4,25 metri. Con la terza evoluzione basata sulla sesta generazione di Golf, la R32 ha perso il propulsore sei cilindri e anche il numero nell’iconica sigla del modello. Infatti nel 2009 la Golf R era spinta da un quattro cilindri turbo da 270 Cv. A distanza di 20 anni dalla prima antenata, Volkswagen continua a credere nel progetto R, confermando quelle caratteristiche tecniche come la trazione integrale e quelle qualità dinamiche che hanno fatto innamorare tanti guidatori. Oggi la Golf 8 R raccoglie appieno l’eredità e tiene in alto il nome della dinastia: interessante quindi scoprire come è fatta e come va l’ultima arrivata nella famiglia R di Wolfsburg.

Volkswagen Golf R: come è fatta fuori

Dimensioni e proporzioni da Golf, look dinamico e slanciato dai paraurti sportivi e fari full Led per renderla riconoscibile e attraente anche di notte. Vista da davanti, il legame con le tradizionali Golf in allestimento R Line è molto forte e un occhio inesperto potrebbe anche confonderle: questo perché da sempre la versione più estrema della compatta tedesca si è distinta per la sua modestia estetica, scelta stilistica che la rende molto appetibile anche a un pubblico non troppo ricercato. La carrozzeria a cinque porte non rovina il look di questa sportiva che, nella zona posteriore, mette in mostra tutto il suo carattere: sopra al bagagliaio è stato infatti montato un pronunciato spoiler che prolunga la linea del tetto e concentra le attenzioni visive proprio sul retro. Nella parte bassa del paraurti, come sulla passata settima generazione, sono presenti quattro grossi scarichi (due per lato) inglobati nell’estrattore dell’aria, che contribuiscono a dare quell’aspetto un po' aggressivo che deve comunque esprimere una Golf R. Se poi si vuole esagerare, il listino degli optional propone anche un poker di Akrapovic in titanio che fanno venire i brividi anche a motore spento.

Volkswagen Golf R: come è fatta dentro

Sedili avvolgenti marchiati R e cuciture a contrasto, un volante scolpito con comandi ultra moderni e un doppio schermo da 10,25" per la Digital Cockpit Pro e il sistema dell'infotainment. Gli ingegneri tedeschi hanno fuso elementi estremamente sportivi con soluzioni presenti sulle altre Golf meno performanti per creare un ambiente confortevole, dinamico e high-tech. La seduta non è troppo vicina a terra, anche con il sedile tutto basso, ma abbastanza inglobata per creare un legame con la vettura e al tempo stesso offrire una buona visibilità. La carrozzeria a cinque porte (l’unica disponibile in gamma) facilita l’accesso ai passeggeri della seconda fila e, insieme all’ampio bagagliaio, conferma le qualità di questo modello. Peccato solo per la scelta di alcuni materiali della plancia e del tunnel centrale: troppa plastica dura e nessun componente in fibra di carbonio, necessario su una sportiva di questo segmento.

Volkswagen Golf R: il motore

Inutile mettere in discussione la trazione integrale, caratteristica tecnica che da 20 anni caratterizza questo modello ad altre prestazioni. La Golf 8 R sfrutta però le tecnologie più attuali disponibili per esaltare all’ennesima potenza la spinta sulle quattro ruote motrici: con l’introduzione del Torque Vectoring R-Performance il sistema è in grado di ripartire la coppia tra i due assi in base alla mappa inserita e alla richiesta di grip. Inoltre, grazie al differenziale posteriore di nuova concezione, i tecnici hanno potuto affinare la ripartizione anche tra le ruote di destra e di sinistra: questo aggiornamento ha permesso di aggiungere la mappa Drift per quando ci si vuole concedere divertenti traversi in circuiti chiusi. L’arma segreta di questa sportiva tedesca però si trova sotto al cofano: stiamo parlando del quattro cilindri 2 litri turbo che, su quest'ultima evoluzione della famiglia delle Golf più estreme, raggiunge quota 333 Cv. Il risultato è uno scatto fulmineo da 0 a 100 km/h in 4,6 secondi, merito anche del launch control che fa sentire dei veri piloti e del cambio automatico Dsg a sette rapporti. Niente manuale quindi per la Golf R, che però offre una trasmissione ideale per spostamenti a basse velocità e innesti fulminei per quando si vuole affondare il pedale destro.

Volkswagen Golf R: come va

Tanto sportiva, quanto daily car: grazie alla regolazione adattiva dell’assetto Dcc il comportamento dinamico di questa nuova Golf R cambia radicalmente da una mappatura all’altra. In Comfort le sospensioni sono più morbide e, nonostante il cerchio da 19", assorbono con disinvoltura asperità e passaggi più impegnativi come dossi e pavé. Il rumore del motore è più pacato e non disturba gli occupanti che si vogliono rilassare: inoltre, ci sono tutti i sistemi di assistenza alla guida per lunghe trasferte senza stress. Passando dalla Sport fino alla Race, invece, la musica cambia. L’orchestra Akrapovic dà sfogo agli strumenti e, anche se con le valvole di scarico aperte ci saremmo aspettati un sound più intenso, il guidatore viene coinvolto non appena sfiora l’acceleratore. La risposta è fulminea e, con il supporto di uno sterzo preciso e di un posteriore che scivola sempre in maniera controllatissima, si possono aggredire le curve con il sorriso senza timore ed essere proiettati nell’iperspazio. Una vera sorpresa questa Golf R, sportiva dalla doppia identità che permette di muoversi in città e di andare a un appuntamento di lavoro passando inosservati e, al tempo stesso, di divertirsi come dei bambini sui passi di montagna la domenica.

Volkswagen Golf R: in conclusione

Anche la quinta generazione della Golf R si conferma una vettura indirizzata agli amanti della sportività. Divertente ed emozionante tra le curve, prima di tutto, ma anche 100% Golf nell’utilizzo di tutti i giorni: infatti, che sia per un lungo viaggio, un appuntamento di lavoro o da prestare ai nonni per fare la spesa (nonni sportivi), basta un cambio mappa per stravolgerne l’identità e trasformarla da belva mangia-tornanti ad auto confortevole e discreta. L’unica vera nota dolente è forse il prezzo, che parte da 60.100 euro: se poi si aggiungono due optional di troppo, è un attimo sfondare la soglia dei 70.000.

Volkswagen Golf R: pregi e difetti

Ecco cosa ci è piaciuto e cosa meno della Volkswagen Golf 8 R:

• Piace: tra le curve è efficace e sincera, va molto forte e l’assetto invoglia a forzare; sportiva vera con i vantaggi e i comfort di una normale Golf; cambio fluido e fulmineo a seconda del contesto in cui la si usa.
• Non piace: in modalità Race, con gli Akrapovic ci saremmo aspettati un sound più adrenalinico; a parte sedili e volante, gli interni sono un po’ anonimi; consumi elevati, anche ad andature costanti la media è di 10-12 km/litro.