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Ford Sierra RS Cosworth: come si guida Ą°la PinnonaĄą da gara
La Sierra RS Cosworth ¨¨ ancora oggi un riferimento nella memoria di molti appassionati dĄŻauto, una delle auto sportive stradali pi¨´ iconiche degli anni ĄŽ80. Ne abbiamo incontrata una in una gara in pista di auto dĄŻepoca a Vallelunga e non siamo riusciti a resistere alla tentazione di mettere in piedi un bel racconto su come ¨¨ fatta e come si guida oggi unĄŻauto di questo tipo. Parliamo di una RS Cosworth Gruppo N della scuderia Giudici ripristinata per partecipare alle competizioni per auto storiche organizzate dal Gruppo Peroni. Questo esemplare di Sierra aveva avuto unĄŻesistenza sfortunata con i precedenti proprietari. Si tratta infatti di un esemplare che aveva corso nei rally: maltrattata ed incidentata, era una grossa incognita per il team Giudici. Ma grazie alla competenza dello storico collaboratore Narciso Lusardi , ¨¨ riuscita a ritrovare lĄŻantico splendore, ottenendo addirittura il 2Ąă miglior tempo nella gara a Vallelunga di questĄŻanno, davanti ad auto di categorie superiori come la Porsche 935 Gruppo B.
una stradale in pista
ĄŞ ?Una Ford Sierra RS Cosworth omologata Gruppo N ha una potenza di 300 cavalli, contro i circa 220 dellĄŻoriginale. Le uniche vere differenze rispetto ad una stradale sono le gomme slick e lĄŻelettronica dedicata, con la lancetta della bilancia che si ferma a circa 1.160 kg . Tutto il resto ¨¨ identico alla versione stradale. Sospensioni, cambio, aerodinamica. ? rimasto addirittura il servosterzo. Dunque la guida di questa Sierra ¨¨ quella tipica di una street racer degli anni ĄŽ80, con tutti i pregi ed i difetti. Il turbo della vecchia scuola, per quanto entusiasmante, implica che il motore si possa sfruttare solo in un determinato range di giri, in basso. Bisogna quindi tener dĄŻocchio il contagiri, prevedendo sia lĄŻentrata in ritardo del turbo che la perdita di potenza. Per poter ottimizzare lĄŻauto ed ottenere un buon tempo in pista bisogna ricalibrare il proprio modo di guidare. Dunque si agisce dĄŻanticipo nelle curve, accelerando non nel punto di corda, ma prima. E tenendo sempre almeno una marcia in pi¨´ rispetto ad un aspirato. Bisogna ricordare di non scaldare troppo la turbina, per evitare di perdere pressione. "Sei delle otto gare del campionato durano unĄŻora. Ma non puoi tirare una stradale per unĄŻora. Figuriamoci a Vallelunga, dove abbiamo corso una 300km da due ore e mezza.
Cerchiamo sempre di non scaldare il turbo, quindi facciamo un giro forte e quello dopo piano per raffreddare". Una volta messa a punto lĄŻauto, sono arrivati i primi successi, come la performance del Mugello o allĄŻultimo appuntamento di stagione a Magione, dove hanno vinto nella loro categoria. Eppure, secondo Claudio, il merito di questi risultati non ¨¨ da attribuire solo alla vettura. Certo, lui reputa ineccepibili sia la messa a punto di Lusardi sia lĄŻaffidabilit¨¤ delle turbine Saito, sia le elaborazioni effettuate dalla Oppliger Motorsport che non hanno mai dato problemi. Ma il passato di questo esemplare nel rally ancora si sente e sicuramente esistono esemplari meglio conservati della Pinnona. Invece, quello che per Claudio ¨¨ stato il vero punto di forza ¨¨ stato il pap¨¤ Gianni. "Mio padre ha 73 anni ma guida esattamente come trentĄŻanni fa¨C ci confessa ¨Ce questo al Mugello ha fatto la differenza, soprattutto sul bagnato, dove si ¨¨ fatto decisamente prendere la mano e per buona parte della gara ¨¨ stato primo assoluto".
una questione di famiglia
ĄŞ ?Un piccolo particolare finora omesso, ma che ¨¨ rilevante per raccontare questa storia: Gianni Giudici, pap¨¤, la Sierra Cosworth la conosce bene. Con essa vinse il titolo italiano del Campionato Velocit¨¤ Turismo nel 1990. In effetti sarebbe pi¨´ corretto specificare: Gianni Giudici ¨¨ un vero e proprio guru delle ruote coperte. Nel ĄŽ93 vinse il titolo nella D2 del DTM con unĄŻAlfa Romeo 155 TS e negli anni successivi ha sempre militato nei campionati GT. Anche Claudio, figlio, non ¨¨ certo uno che va piano: corre attualmente nel campionato Sport Prototipi ed ha numerose vittorie alle spalle. Prima dei prototipi, si ¨¨ fatto le ossa correndo vincendo il campionato Mitjet, quindi ¨¨ familiare al concetto di "poca spesa, tanta resa" nel motorsport. Anche per questo ha voluto recuperare la Sierra. "LĄŻidea era quella di correre insieme a mio padre spendendo il minimo possibile. Le Gruppo N sono praticamente identiche alle versioni stradali e cos¨Ź il budget non lievita eccessivamente. Per correre con altre storiche si spende anche dieci volte di pi¨´.
Ho sempre avuto il pallino della Sierra, che ¨¨ stata ammessa da poco al campionato storiche perch¨Ś ha pi¨´ di trentĄŻanni.. in pi¨´ con la Sierra mio padre ha vinto il titolo, e questo ha un significato ancora pi¨´ importante". Quando gli chiediamo quali siano le ambizioni della squadra, Claudio ¨¨ sincero: "Riuscire ad ottenere risultati migliori di alcune Gruppo B ¨¨ bellissimo. Ma al momento non cĄŻ¨¨ una vera e propria competizione, perch¨Ś nella nostra categoria ci sono solo due auto(entrambe Sierra RS Cosworth n.d.r.). Visto che la Sierra ¨¨ da poco stata ammessa al campionato ed ¨¨ abbastanza accessibile, sarebbe bello vederne di pi¨´ iscritte. Noi potremmo fornire la nostra esperienza e la competenza di Narciso Lusardi per preparare le auto".
un modello indimenticato
ĄŞ ?La Ford Sierra RS Cosworth ¨¨ un modello che gli appassionati delle vecchie Ą°bareĄą hanno sempre messo su un piedistallo, specie se parliamo della versionewhale tail, ovvero quella prodotta dal 1985 al 1987, caratterizzata dalla carrozzeria tre porte e dallĄŻala molto vistosa. Fu il progetto che rilanci¨° leFast Fordeuropee, dopo lĄŻuscita di produzione della Capri V6. Ancor pi¨´ che della Capri, la Sierra era lĄŻerede spirituale della Lotus Cortina , la vittoriosa Ford da turismo degli anni ĄŻ60 sviluppata con lĄŻomonima casa di Hethel. Per produrla, Ford stipul¨° un contratto di fornitura con Cosworth , che si impegn¨° a produrre diecimila motori, che poi andarono ad equipaggiare anche la seconda serie di Sierra RS, quella a tre volumi denominata Sapphire¨C che ¨¨ anche la pi¨´ diffusa e, oggi, la pi¨´ economica da acquistare. Fu un progetto rischioso perch¨Ś inizialmente considerato fallimentare dalla dirigenza dellĄŻOvale Blu. Ma grazie allĄŻinsistenza dei responsabili della comunicazione di Ford, in particolare di Walter Hayes , lĄŻuomo che aveva fatto pressione in Ford per lo sviluppo della Cortina Lotus e la GT40 di Le Mans, la Cossi e ricevette lĄŻok alla produzione. Rispetto alla berlina standard aveva un motore 2.0 turbo che, ufficialmente, erogava 204 cavalli ed aveva una carrozzeria con alcune componenti in fibra di vetro e alluminio. I prototipi furono testati sul circuito di Nard¨° in Puglia, e raggiungevano 300 km/h. Il pinnone, che suscit¨° dei dubbi proprio per la sua vistosit¨¤, in realt¨¤ era fondamentale proprio per poter mantenere lĄŻauto stabile anche a quelle velocit¨¤.
La versione da gara partecip¨° a diversi campionati di turismo in tutto il mondo, a partire dal Gruppo A , categoria nella quale riscosse parecchio successo: solo per fare un esempio nel 1990 vinse il BTCC nellĄŻultimo anno del format, ma anche nel Bathurst australiano riusc¨Ź a dominare nel 1988. Nello stesso anno ottenne analoghi risultati nel DTM. Contemporanee della Sierra RS Cosworth furono la BMW M3 E30 e la Mercedes 190 E Cosworth, ma anche la Lancia Delta Integrale. Tutte auto che avevano un forte legame con le equivalenti versioni da corsa e che, su strada, riuscivano ad impressionare i proprietari di supercar, che non riuscivano pi¨´ a giustificare la spesa per le loro Ferrari, Lamborghini e Porsche. Lo sviluppo della Sierra RS Cosworth prosegu¨Ź anche dopo la prima serie: fu prodotta la Sapphire , anche in versione 4x4, poi la Escort RS Cosworth, un altro mito degli anni ĄŻ90. Poi il rapporto di fornitura con i motoristi di Northampton termin¨°, ma Ford non smise di produrre versioni sportive delle suehatchback, settore in cui negli anni si ¨¨ specializzata.
La Ford Sierra RS Cosworth ¨¨ lĄŻauto da tenere dĄŻocchio se si ¨¨ interessati a partecipare al Campionato Italiano Auto Storiche , perch¨Ś ¨¨ una delle poche di quegli anni a poter essere iscritte al Gruppo N, insieme alla Nissan Skyline GT-R e all'Alfa Romeo 75 (la condizione per partecipare ¨¨ che il modello avesse partecipato al campionato oltre trentĄŻanni fa) e perch¨Ś, con 40mila euro da preventivare, ¨¨ una delle pi¨´ accessibili. ? inoltre un veicolo da guidare con il corpo, che riporta a tempi in cui 200 cavalli erano un punto dĄŻarrivo per una stradale dalle aspirazioni sportive e non un punto di partenza come invece ¨¨ oggi. Tempi in cui i modelli stradali performanti avevano molto in comune con le versioni da corsa, prima che industria e motorsport prendessero due strade separate e irreversibili, in nome della sicurezza e dellĄŻefficienza. Tempi che oggi possono essere rivissuti nella sicurezza di un circuito, seguendo lĄŻesempio di Claudio e Gianni.
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