Bengasi ha annunciato lo stop alla produzione e all'export di petrolio in seguito a una disputa con Tripoli sul controllo della banca centrale. I mercati osservano, temendo un'impennata dei prezzi dei carburanti. In particolare in Italia, per cui la Libia ¨¨ il primo fornitore di greggio
Il governo di Bengasi, guidato da?Khalifa Haftar, in data 26 agosto 2024, ha annunciato lo stop alla produzione e all'esportazione di petrolio nell'Est della Libia. Bengasi ¨¨ la capitale della parte orientale della Libia, in contrasto con Tripoli, in cui risiede l'unico governo riconosciuto a livello internazionale, guidato da Abdul Hamid Dbeibeh.?? nella parte orientale del Paese, per¨°, dove si trovano la maggior parte dei giacimenti petroliferi, in cui vengono estratti centinaia di migliaia di barili di petrolio al giorno. Una produzione da cui dipendono anche molti Paesi occidentali, tra cui l'Italia. Il perch¨¦ dello stop? Una disputa tra i due governi, quello di Bengasi e quello di Tripoli, sul controllo della banca centrale, la quale amministra proprio i proventi dell'esportazione degli idrocarburi. In particolare, il presidente del Consiglio presidenziale di Tripoli, Mohammed al-Menfi, aveva annunciato la sostituzione del governatore della banca centrale?Al-Siddiq Al-Kabir, oltre che quella di tutto il consiglio d'amministrazione. Una decisione che ¨¨ stata respinta duramente dall'Est, che ha in seguito annunciato lo stop alla produzione ed esportazione del petrolio.?
la situazione
¡ª ?Dal governo di Tripoli non ¨¨ ancora arrivata alcuna conferma riguardante lo stop e anche la Noc (National Oil Corporation, la compagnia petrolifera nazionale libica) non si ¨¨ ancora espressa a riguardo. Tuttavia, diversi ingegneri in vari giacimenti dell'Est della Libia hanno dichiarato che la produzione di petrolio ¨¨ gi¨¤ stata interrotta o ridotta. Ad esempio, gli ingegneri dei giacimenti di Amal e Nafoora hanno rivelato alla Reuters che la produzione ¨¨ stata interrotta. Anche quelli di El Feel hanno confermato lo stop: questo giacimento, gestito da Mellitah Oil and Gas, ovvero una joint venture tra la Noc e la nostrana Eni, ha una capacit¨¤ di estrazione di 70mila barili al giorno. Una situazione di stallo che secondo Aguila Saleh, presidente del parlamento orientale, durer¨¤ finch¨¦ Al-Kabir, il governatore della banca centrale, non riprender¨¤ a esercitare le sue funzioni.?
la reazione dei mercati
¡ª ?In seguito all'annuncio dello stop da parte di Bengasi, in data 26 agosto 2024, le quotazioni del barile sono aumentate circa del 3%. Facile intuire la preoccupazione dei mercati: se realizzato in pieno, il blocco nell'est della Libia potrebbe portare a produrre 900 mila barili di petrolio in meno al giorno (stima Citigroup). La produzione totale della Libia nel mese di luglio 2024 ¨¨ stata di 1,15 milioni di tonnellate di petrolio. Dopo il primo aumento registrato il 26 agosto, nella giornata di marted¨¬ 27 agosto 2024 i prezzi si sono stabilizzati, con il Brent che poteva essere scambiato per circa 81 dollari al barile.?
il possibile impatto sull'italia
¡ª ?Tuttavia, le preoccupazioni relative all'impatto che questo blocco potrebbe avere sull'offerta di petrolio a livello mondiale sono tutt'altro che svanite. Chi osserva la situazione con particolare attenzione ¨¨ proprio l'Italia, che ha nella Libia il suo primo fornitore di greggio. Secondo i dati di Unem (Unione energie per la mobilit¨¤, l'associazione che deriva dall'Unione petrolifera italiana), il nostro Paese ha importato nei primi 5 mesi del 2024 260mila barili al giorno di petrolio dalla Libia (per un totale di 5.368.000 tonnellate). Questa quantit¨¤ supera del 39% quella importata nello stesso periodo nel 2023. Se la situazione relativa alla produzione e all'esportazione del petrolio da parte del governo di Bengasi non si dovesse sbloccare, l'Italia potrebbe ritrovarsi a dover correre ai ripari e cercare, almeno temporaneamente, un nuovo fornitore.?
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