Il governo di Ottawa si aggiunge agli Usa e allĄŻEuropa nel tassare le vetture a batterie prodotte nel Paese orientale, che nel frattempo sta prendendo il controllo del mercato automobilistico che va dal Messico al Brasile
Tasse contro la logica, demagogia contro lĄŻauto elettrica cinese che non ha affatto il merito di indebolire Pechino, ma casomai di rafforzare il ruolo a livello mondiale come produttore di vetture a motorizzazione tradizionale e ibrida. Ultimo della lista ad aggiungersi al Ą°blocco ostileĄą, il Canada, che ha appena deciso lĄŻimposizione di un dazio doganale del 100% sulle auto a batteria di produzione cinese vendute sul proprio territorio. Una mossa che il primo ministro Justin Trudeau non pu¨° che giustificare sul piano politico, mentre su quello pratico risulta sconcertante. Il Canada, ad oggi, non importa alcuna vettura elettrica di fabbricazione cinese eccetto che le Tesla Model Y prodotte a Shanghai. DĄŻaltro canto, la grandissima parte dei 1,5 milioni di veicoli prodotti nel Paese sono a benzina ed esportati negli Stati Uniti, a dimostrazione di un rischio potenziale nullo per lĄŻeconomia nazionale, eccetto quello del ridicolo.
Parco della vittoria
ĄŞ ?Tutti conoscono la regola del Monopoli, vincere costringendo a pagare molto chi passa sulle caselle che si possiedono. Oltre la demagogia, qui invece troviamo un errore di strategia. LĄŻauto elettrica non rende come "Parco della Vittoria". Siamo ai pochi spiccioli di "Vicolo Corto" o "Vicolo Stretto". Il Canada?ora si aggiunge quindi a Stati Uniti ed Unione Europea nel considerare i veicoli a batteria come lĄŻinteresse primario dellĄŻeconomia di esportazione cinese, senza badare alla sostanza della produzione locale di vetture ibride plug-in letteralmente decollata negli ultimi 12 mesi, oltre ai clamorosi investimenti fatti sulle motorizzazione ibride e tradizionali, diretti proprio allĄŻesportazione. Il potenziale ¨¨ qui, ma nessuno lo guarda. Da maggio scorso, negli Usa i dazi sulle auto elettriche cinesi sono stati moltiplicati dal 27,5% al 102,5%, ma nel primo trimestre del 2024, Geely ¨¨ stata lĄŻunica casa cinese a esportare con il proprio marchio negli Stati Uniti, dove ha venduto 2.217 veicoli, secondo i dati della China Passenger Car Association. L'Unione Europea, dal canto suo, ha appena ridotto le quote dei dazi provvisori sulle auto elettriche cinesi imposte a luglio, fino ad un massimo del 36,3% contro il 37,6% precedentemente previsto e che va comunque ad aggiungersi al 10% gi¨¤ esistente, in forma definitiva, per tutte le auto importate. Tesla ha ottenuto la riduzione al 9%, anche Byd al 17,0% e Geely al 19,3%, mentre chi ¨¨ stato giudicato Ą°meno collaborativoĄą con le autorit¨¤ di Bruxelles ha ottenuto dazi mediamente del 20,3%, mentre Saic e tutti gli altri costruttori vengono penalizzati con il massimale del 36,3%.
Operazione Salsa e Merengue
ĄŞ ?Il ballo delle diplomazie non ¨¨ particolarmente emozionante, con la Cina che minaccia contro il Canada la stessa reazione avuta contro lĄŻUnione Europea, ovvero lĄŻapertura di una disputa di fronte alla World Trade Organization, lĄŻorganizzazione del commercio mondiale che eventualmente interverrebbe con una contestazione entro 60 giorni, ovvero con lĄŻefficacia di una multa in divieto di sosta. Il ritmo vero a cui tiene la Cina ¨¨ gi¨¤ altrove, ed ¨¨ devastante. Nel 2019 la Grande Muraglia esportava gi¨¤ verso il Sud America auto per un controvalore di 2,2 miliardi di dollari, saliti a 8,5 miliardi nel 2023 secondo lĄŻagenzia International Trade Center (ITC) delle Nazioni Unite. Nessun altro mercato vale cos¨Ź tanto per la Cina, che qui gioca innanzitutto la partita dellĄŻauto tradizionale e ibrida, capace di scalzare dalle classifiche i marchi europei ed americani che per decenni hanno dominato le classifiche di vendite. In Cile il 30% delle vetture commercializzate ¨¨ cinese, con percentuali in salita vorticosa anche in Messico e naturalmente nellĄŻimmenso?Brasile, dominato finora da Fiat-Stellantis, Volkswagen e General Motors, e che nel mese di aprile ¨¨ diventato anche il pi¨´ grande mercato di esportazione per i veicoli cinesi a nuova energia, categoria che comprende tanto le elettriche che le ibride plug-in. Secondo i dati della China Passenger Car Association (CPCA), le esportazioni sono aumentate di 13 volte rispetto all'anno stesso periodo del 2023. Accidentalmente, Cile, Bolivia e Argentina posseggono il 56% delle riserve globali di litio necessario per la fabbricazione di batterie. Imporsi con vetture tradizionali o ibride per poi controllare le materie prime necessarie a quelle elettriche, ecco cosa sta veramente succedendo: la nascita di centri di ricerca, l'acquisto di miniere e la realizzazione di gigafactory cinesi in Sud America. Se anche il governo canadese impone dazi, forse intende dormire sonni pi¨´ tranquilli. Peccato siano inconsapevoli.
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