Il lockdown ha cambiato il loro lavoro in modo radicale, ma auto e moto stanno per tornare in strada
Da quando l'Italia ¨¨ in lockdown uno dei pochi rumori che proviene dalle nostre strade, per il resto insolitamente silenziose, ¨¨ quello delle ambulanze del 118. Sfrecciano in numero assai pi¨´ numeroso di prima in alcune zone d'Italia come le province di Milano, Bergamo e Brescia, le pi¨´ colpite dal coronavirus. Eppure il rischio, per gli autisti soccorritori che devono svolgere gli interventi urgenti e i trasporti dei malati ai tempi della pandemia ¨¨ lo stesso ovunque. Ed ¨¨ sempre alto. Basti pensare che a Palermo, capoluogo della Sicilia, la regione meno colpita dal coronavirus, due settimane fa un'autoambulanza medicalizzata ¨¨ rimasta coinvolta in un gravissimo incidente mentre andava a soccorrere un malato: si ¨¨ scontrata alle nove di sera con una Alfa Romeo 156 in pieno centro citt¨¤, deserto in quel momento, andando a finire sul pilastro di una vetrina di un negozio di vestiti. Ad avere la peggio ¨¨ stato proprio l'autista dell'ambulanza, ricoverato in prognosi riservata al Trauma Center dell'ospedale Villa Sofia di Palermo. E' stato estratto dal mezzo dai Vigili del Fuoco. E mentre noi siamo incollati alla tv o allo smartphone, in attesa del prossimo decreto e della prossima conferenza stampa, loro continuano a lavorare, incessantemente, e a guidare le ambulanze che potrebbero salvare la vita a noi o ai nostri cari.
sempre in prima linea
¡ª ?Ma cosa ¨¨ cambiato per questi autisti da quando l'Italia ¨¨ chiusa a casa? Molto, sia nella qualit¨¤ che nella quantit¨¤ del lavoro che svolgono. "? un momento pi¨´ particolare del solito - ci racconta un autista soccorritore - Cerchiamo di affrontare questa emergenza al meglio, facendo particolare attenzione alle protezioni, per noi e per il paziente". Protezioni che sono obbligatorie per i soccorsi e i trasferimenti di malati Covid-19 conclamati, ma che ormai sulle ambulanze vengono usate anche nei servizi di routine perch¨¦, altrimenti, si arriverebbe alla situazione paradossale di proteggere realmente autisti, infermieri e medici solo quando vanno da un paziente infetto sintomatico. E cos¨¬, allora, oltre a indossare gli ormai famosi dispositivi di protezione individuale si procede a una doppia sanificazione dell'ambulanza dopo ogni intervento: la prima con il disinfettante, la seconda con l'ozono.
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tempi stretti
¡ª ?Ma per farlo serve tempo, che non sempre c'¨¨. Stando a casa, per¨°, noi cittadini possiamo regalare tempo e sicurezza a questi lavoratori: "Quando tutti erano in strada - continua il nostro amico autista - se c'erano codici rossi capitava di imboccare una strada contromano nella corsia di emergenza. Perch¨¦ paradossalmente eravamo pi¨´ sicuri e potevamo viaggiare pi¨´ veloci: gli automobilisti non potevano non vederci. Oggi, con le strade vuote, non ¨¨ necessario". Ma quello tra tempo e velocit¨¤ di guida ¨¨ un rapporto molto strano per un autista del 118, ben pi¨´ complesso di quanto noi automobilisti normali potremmo pensare: "Non ¨¨ detto che l'ambulanza che corre sia impegnata in un soccorso primario, anzi.
Quando un'ambulanza va piano, ma ha sirena e lampeggiante accesi, vuol dire che al suo interno medici e infermieri stanno facendo qualcosa di delicatissimo: un massaggio cardiaco, un accesso venoso, in casi estremamente gravi persino una defibrillazione. Tutte cose che non potrebbero fare in piedi e ad alta velocit¨¤ senza il rischio di cadere a terra o, peggio ancora, sul malato. Quando gli automobilisti vedono un'ambulanza che si avvicina in questo modo dovrebbero sapere che ¨¨ ancor pi¨´ importante farla passare subito". Per fortuna, per¨°, questa pandemia sta facendo capire molte cose agli italiani: "S¨¬, c'¨¨ pi¨´ attenzione per le ambulanze. Oggi si ¨¨ capita l'importanza degli operatori sanitari e degli equipaggi. Al cambio turno la gente si affaccia dai palazzi e ci fa l'applauso, ci ringrazia. E questo ci aiuta a continuare il nostro lavoro in condizioni eccezionalmente difficili".
e la fase 2?
¡ª ?Il timore di autisti, infermieri e medici delle ambulanze, per¨°, ¨¨ che quando saremo di nuovo tutti in strada con le nostre auto torneranno i vecchi problemi, a volte anche banali. Come l'auto ferma al semaforo che non si sposta per far passare l'ambulanza perch¨¦, semplicemente, non sente la sirena a causa del volume troppo alto dello stereo. O che non lascia abbastanza spazio al mezzo per fare una curva in sicurezza: "Le ambulanze sono furgoni, con tutti i loro limiti. Cerchiamo di guidare in modo pi¨´ pulito possibile, ma il peso, il baricentro alto e la presenza di personale che lavora a bordo vanno tenuti in considerazione, specialmente quando dobbiamo guidare a velocit¨¤ sostenute". Non ¨¨ facile il lavoro degli autisti dei mezzi di soccorso. Non lo ¨¨ ora, non lo era prima e non lo sar¨¤ neanche domani: ci vuole tecnica, esperienza, sangue freddo e professionalit¨¤ ma tutto questo potrebbe non bastare senza il rispetto e la collaborazione di tutti noi, quando siamo in strada. Ricordiamocelo, quando saremo in Fase 2.
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