¡°Grazie a Munari l¡¯Italia si ¨¨ innamorata dei rally¡±: Miki Biasion racconta il primo incontro con il campione
¡°Se in Italia i rally sono diventati uno sport cos¨¬ popolare lo dobbiamo a Sandro Munari¡±. Non ha dubbi il due volte campione del mondo di rally Miki Biasion, che si unisce a noi per mandare oggi un augurio speciale al ¡°Drago di Cavarzere¡± per i suoi ottant¡¯anni. Un compleanno che Munari trascorre nella sua casa di Bologna assieme alla moglie Flavia e alle due figlie, Alessia e Maria Luce.
Il primo Monte Carlo
¡ª ?¡°E¡¯ stato Sandro a far scoccare in me la scintilla vera delle corse¡±- ci racconta Biasion del loro primo incontro: 1972, passaggio del Rally di Monte-Carlo da Bassano. Il campione aveva gi¨¤ alle spalle un titolo nazionale nel 1967 e nel 1969 con la Lancia Fulvia Coup¨¦ 1.3 HF, e a Bassano lo aspettavano al volante della Fulvia 1.6 HF. I Rally di Monte-Carlo successivi Munari li avrebbe corsi con la Lancia Stratos, ma la vittoria di quell¡¯anno assieme a Mario Mannucci su una Lancia cos¨¬ poco competitiva rispetto ad altre auto in gara, fece innamorare del ¡°Drago¡± tutta l¡¯Italia. ¡°Per me era un idolo - dice Biasion- io avevo solo 14 anni ma sognavo di diventare come lui¡±. ¡°Partivo in vespa per andarlo ad ammirare con la sua Stratos al Rally di San Martino di Castrozza¡±. Il ragazzino bassanese col pallino per le corse trova il coraggio in quel controllo orario del Monte-Carlo in terra veneta di avvicinarsi a Munari, gi¨¤ noto per il suo carattere burbero e schivo, ¡±gli ho chiesto foto e autografo¡±. Uno scatto destinato a restare nella storia: il ritratto di due generazioni di campioni italiani per la prima volta insieme.
Mai l¡¯uno contro l¡¯altro
¡ª ?Quei 18 anni di differenza non li avrebbero mai fatti incontrare come avversari. ¡°E la stima di Munari me la sono dovuta guadagnare nel tempo, all¡¯inizio mi guardava un po¡¯ con diffidenza¡±. Era quell¡¯aspetto schivo che gli faceva sempre mantenere le distanze, anche con i meccanici, che avevano nei suoi confronti un timore quasi reverenziale. Ma Munari era diverso da tutti. Di poche parole, concreto, forte di una saggezza e un pragmatismo tipico di quelle campagne del rodigino in cui era nato il 27 marzo del 1940. Da nessun podio il Drago ha mai tradito quello spirito, nemmeno quando fu il primo italiano a riuscire nell¡¯impresa di aggiudicarsi il mondiale piloti (che all¡¯epoca era Coppa Fia) con la Lancia Stratos. ¡°Interpretava ogni situazione in modo perfetto - spiega Biasion - che fosse neve, ghiaccio, fango, o circuito, andava fortissimo ovunque; rally o pista per lui non c¡¯era differenza¡±. Con il volante fra le mani il Drago volava. Come sono volati questi 80 anni. Auguri, grande campione.
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