Il 14 luglio al via la discussione tra i Paesi membri sul programma Fit for 55 mentre il governo italiano avvia un tavolo di lavoro in assenza di incentivi finanziati dal Recovery Fund
Il 14 luglio sta dal 1789 come la data della presa della Bastiglia, festa nazionale francese che ricorda il momento significativo della rivoluzione. Il 14 luglio 2021 potrebbe essere ricordato invece come l'assalto finale alla Bastiglia dei motori a combustione. Questo il risultato possibile del pacchetto di interventi voluto dalla Commissione Europea per il 2021 che passa sotto il nome di ¡°Fit for 55¡± , ovvero 12 misure per ridurre del 55% le emissioni climalteranti entro il 2030. Dopo una preparazione lunga sei mesi, proprio il 14 luglio prossimo il programma Fit for 55 sar¨¤ portato alla discussione dei Paesi membri e del Parlamento dell'Unione. In ballo una serie di misure diverse, che interessano l'industria, i trasporti pesanti o pubblici, e inevitabilmente anche l'auto, a cui viene chiesto un impegno piuttosto gravoso. In termini sociali e industriali, giudicato da molti addirittura proibitivo. Tra le proposte, quella di una riduzione delle emissioni di CO2 del 55% a partire dal 2030, seguita dal taglio definitivo del 100% a partire dal 2035. Oltre i formalismi che Gazzetta Motori ha avuto modo di cogliere nelle bozze del provvedimento, la sostanza ¨¨ di una disarmante semplicit¨¤. Dal 2035 sar¨¤ tecnicamente impossibile vendere vetture con motorizzazione a combustione interna, intendendo come tali le pi¨´ evolute soluzioni ibride e ibride ricaricabili. Esattamente le figlie di un nuovo equilibrio che sembrava faticosamente essersi creato sulla base degli gi¨¤ sfidanti limiti nel 2018, ovvero una riduzione del 15% in emissioni di CO2 dal 2025 e del 37,5% dal 2030 rispetto a quelli attualmente in vigore, ovvero 95 grammi ogni chilometro. Fit for 55 spalanca il futuro prossimo al monopolio dell'auto elettrica in un modo che spiazza perfino i costruttori automobilistici tedeschi. La potente Vda, che li vede associati, ha preso le distanze in modo violento dagli obiettivi previsti: "Restringere l'auto ad una sola tecnologia di motorizzazione entro un periodo cos¨¬ limitato di assestamento ¨¨ preoccupante, e non mostra nessuna considerazione degli interessi dei consumatori". Sintomatico soprattutto che parole cos¨¬ dure provengano da un insieme di aziende che stanno investendo gi¨¤ in modo rapido e prioritario nell'elettrico, ma che ritengono evidentemente inaccettabile qualsiasi ulteriore forzatura.
La morsa si stringe
¡ª ?La Bastiglia nel 1789 era assieme fortezza e carcere. Da qui l'assalto che ha significato la fine di un regime. Il 14 luglio 2021 pu¨° rivelarsi invece solo come un inasprimento delle pene. Fit for 55 aggiungerebbe ulteriori limiti, costi e condizionamenti a quelli gi¨¤ ipotizzabili dall'entrata in vigore della nuova normativa Euro 7, che ancora secondo la Vda ¨¨ prevista dieci volte pi¨´ restrittiva in tema di emissioni rispetto all'attuale Euro 6, tanto da rendere praticamente impossibile la commercializzazione di vetture tradizionali non ibride, e assai sfidante il cammino delle ibride non ricaricabili. L'Euro 7 ¨¨ atteso al vaglio finale della Commissione europea a novembre, con una entrata in vigore prevista dal 2027 che a questo punto preluderebbe alle ulteriori e definitive limitazioni portate dal programma Fit for 55, a partire da 2030. La scadenzata sequenza di eventi ricorda un treno ormai gi¨¤ lanciato, ma ¨¨ opportuno riflettere sulla scarsezza di binari. Solo pochi giorni fa Michele Crisci, presidente dell¡¯Unrae, l¡¯Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri in Italia, sottolineava l'assenza di sostegni alla transizione in modo anche clamoroso, cio¨¨ senza finanziamenti e previsioni dallo strumento che pi¨´ di ogni altro passer¨¤ alla storia recente come strumento di rinascita dell'economia, il Recovery Fund e il suo programma di interventi attuativi in Italia, noto come Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. ¡°Prevede fondi destinati all¡¯automotive, per esempio i 750 milioni definiti per la creazione di impianti di ricarica, ci sono anche miliardi indirizzati al ricambio del parco circolante, ma parliamo di trasporto di persone, specificatamente degli autobus o al rinnovo per alcuni mezzi pesanti. Non c¡¯¨¨ molto altro e noi speravamo di potere avere invece incentivi, per esempio, per il ricambio del parco circolante delle auto in una visione sostenibile¡±. Era logico aspettarsi da una Unione europea in procinto di imporre nuovi vincoli all'auto quella attenzione a compensarli, cio¨¨ l'indirizzo ad ogni stato membro di forme di sostegno alla domanda che accelerassero il cambiamento nella domanda sul mercato. Evidentemente, un'Europa non parla con l'altra.
cosa fa il governo italiano?
¡ª ?La reazione del governo italiano ¨¨ stata affidata all'apertura di un tavolo automotive presso Mise, al cui primo incontro hanno preso parte oltre 40 rappresentanti di associazioni, aziende e sindacati del settore. Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha sottolineato come ¡°la trasformazione tecnologica ed ecosostenibile ¨¨ una sfida e un processo che devono essere gestiti, non solo in termini di produzione, ma anche per gli effetti sociali che determinano, e che il governo ha il compito di accompagnare¡±. C'¨¨ attenzione nei confronti dei consumatori e dei lavoratori del settore in consapevolezza dei costi della transizione. Posizione diversa quella espressa del ministro delle infrastrutture e della mobilit¨¤ sostenibile, Enrico Giovannini, secondo il quale ¡°Paesi, come quelli del nord Europa hanno fissato al 2030 il limite alla vendita di vetture con motore tradizionale e noi presto decideremo, ponendo il 2040 come limite¡±. Data utile il 14 luglio, questo il suggerimento.
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