La regata pi¨´ prestigiosa ha sempre coinvolto l¡¯automotive, non solo italiana. E Bmw pu¨° fregiarsi di una conquista e una difesa del trofeo. Quante storie: dalla mancata Fiat Azzurra a Pirelli
? routine la presenza delle case automobilistiche nei grandi eventi sportivi, come sponsor degli stessi o partner dei team partecipanti. L¡¯America¡¯s Cup non sfugge alla regola e racconta storie interessanti, a partire dalla prima sfida italiana, datata 1982: quella di Azzurra, che ebbe in Gianni Agnelli il massimo sostenitore oltre che il garante presso il New York Yacht Club che la deteneva dal 1851. Fiat ovviamente era al fianco della sfida - per la cronaca, in quell¡¯occasione nacque il primo consorzio di sponsor per un¡¯impresa sportiva in Italia - e il buon risultato nell¡¯edizione 1983 convinse il gruppo torinese a realizzare una berlina media, ricavata sulla piattaforma della Ritmo. Inizialmente, doveva chiamarsi proprio Azzurra ma poi il nome venne cambiato in Regata (probabilmente, fu un errore), sempre per sfruttare la grande popolarit¨¤ della vela in seguito all¡¯avventura di Cino Ricci e compagni. Disponibile anche come station wagon, la Regata prese il posto della 131 e rest¨° in produzione sino al 1990, quando debutt¨° la Tempra.
SU LUNA ROSSA
¡ª ?Il gruppo Fiat si rivide nel 2005, al fianco della terza sfida di Luna Rossa, con il brand Alfa Romeo. Il Biscione si era fatto le ossa veliche, sostenendo dal 2003 un velocissimo (e quasi imbattibile) racer di un armatore neozelandese, Neville Chricton, non a caso importatore dei brand italiani agli antipodi. Ne uscirono eventi divertenti come la presentazione a Trapani, in occasione dei Louis Vuitton Act, dell¡¯Alfa 159. Il risultato di Luna Rossa, a Valencia, fu eccellente: solo i neozelandesi riuscirono a batterla nella finale della Louis Vuitton Cup, la competizione riservata agli sfidanti. Punta a fare ancora meglio Pirelli che ¨¨ co-title sponsor del team di Patrizio Bertelli, impegnato ad Auckland: la casa della Bicocca ¨¨ presieduta da un grande appassionato di vela quale Marco Tronchetti Provera. Fu lui sempre nella prima edizione in Mediterraneo a portare Telecom - che guidava all¡¯epoca - sulle vele di Luna Rossa. Curiosit¨¤: Pirelli ¨¨ stato official sponsor di Emirates New Zealand, i detentori attuali, nella vittoriosa conquista del trofeo nel 2017. Nell¡¯occasione, la barca dei kiwi vestiva le insegne della P lunga lateralmente al catamarano e sulle pale dei timoni, perfetta metafora delle gomme su un¡¯auto.
L¡¯ERA DI BMW
¡ª ?Grandi e piccoli brand hanno dato una mano ai team dell¡¯America¡¯s Cup dell¡¯era moderna, iniziata sostanzialmente con la vittoria a sorpresa della rossocrociata Alinghi nel 2003. Mercedes-Benz sostenne la prima difesa del trofeo da parte del patron italo-svizzero Ernesto Bertarelli. Land Rover era al fianco della campagna inglese nell¡¯edizione 2017 mentre Toyota ¨¨ la presenza storica per le sfide dei neozelandesi. Ma chi ha scritto le pagine pi¨´ importanti ¨¨ stata Bmw, per la semplice ragione che Larry Ellison - il fondatore di Oracle, una delle pi¨´ grandi software house del mondo - decise dalla prima campagna nel 2003 di utilizzare il nome della casa tedesca per il team. Bmw Oracle Racing ¨¨ stata una delle massime protagoniste dell¡¯America¡¯s Cup del primo decennio: subito finalista della Louis Vuitton Cup ad Auckland e semifinalista a Valencia nel 2007, riusc¨¬ a strappare il trofeo ad Alinghi nel 2010, edizione che tra l¡¯altro segn¨° il debutto dei multiscafi. Poi l¡¯incredibile rimonta su Team New Zealand, tre anni dopo a San Francisco, recuperando da 1-8 per vincere 9-8. L¡¯ultima avventura di mr. Ellison ¨¨ stata nel 2017 alle Bermuda, quando i kiwi si vendicarono della clamorosa sconfitta, rifilandogli un 7-1.
IL SALVATORE INEOS
¡ª ?Bmw ¨¨ presente anche nell¡¯edizione in corso, ma come official sponsor di American Magic che ¨¨ l¡¯imbarcazione finita chiglia all¡¯aria in una regata. Ben diverso ¨¨ il peso di Ineos che ha praticamente salvato la campagna inglese a un passo dal baratro, nonostante sia guidata da Sir Charles Benedict Ainslie: semplicemente, il velista pi¨´ vincente nella storia dei Giochi Olimpici con quattro ori e un argento in cinque edizioni. Ineos, fondata da un timido ingegnere (ora Sir pure lui) quale James Ratcliffe, ha portato in dote 110 milioni di sterline, rilevando le quote di Jaguar Land Rover nel team originario. Lo ha fatto perch¨¦ crede molto nel sostenere lo sport ad alto livello: squadre di calcio (Losanna e Nizza), team di ciclismo (Ineos Grenadiers che ha conquistato il Giro d¡¯Italia con Tao Geoghegan Hart), grandi atleti (come il fondista keniota Eliud Kipchoge ) e la F.1 con la recente acquisizione del 33,3% della scuderia Mercedes-Amg in F.1. Tutto questo Ratcliffe se lo pu¨° permettere, in quanto presiede la terza pi¨´ grande azienda chimica al mondo nonch¨¦ la pi¨´ grande societ¨¤ privata della Gran Bretagna. Con tanta voglia di diventare protagonista in altri ambiti, come prova la nascita della divisione Ineos Automotive che nello scorso dicembre ha acquistato il sito produttivo della casa della Stella ad Hambach per realizzare il suo primo modello - la fuoristrada Grenadier - mantenendo le linee per la Smart EQ ForTwo. Sulla randa del velocissimo AC 75 si nota anche l¡¯iconico logo di Belstaff, marchio amato dai motociclisti di tutto il mondo per i suoi capi di abbigliamento, a partire dai giubbotti e dalle giacche. Anche qui tutto regolare: dal 2017, il brand ¨¨ in mano a Sir Ratcliffe, ormai il terzo uomo pi¨´ ricco del Regno Unito.
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