Come ¨¨ stato sviluppato l'ibrido Toyota. All¡¯inizio sembrava una missione impossibile, ma i manager Toyota ci avevano messo la faccia. E alla fine fu un successo
Nei giorni in cui la stampa internazionale parla del fallimento della Cop25, la conferenza internazionale sul clima che si ¨¨ tenuta quest'anno a Madrid, a chi conosce la storia dell'industria dell'automobile e degli sforzi per rendere le macchine meno inquinanti e impattanti sul clima viene in mente un'altra conferenza: la Cop3 di Tokyo del dicembre 1997, al termine della quale 180 Paesi del mondo firmarono il cosiddetto "Protocollo di Kyoto" per la riduzione delle emissioni climalteranti. Da quel protocollo derivano, direttamente o indirettamente, tutti gli sforzi fatti negli ultimi vent'anni dagli Stati e dall'industria (anche quella dell'auto) per abbassare l'impatto dei trasporti sul clima. In un certo senso, anche le normative Euro 1, 2, 3, 4, 5 e 6 vengono da Tokyo e dal protocollo di Kyoto. O, quanto meno, sono la testimonianza di uno sforzo a onorare un impegno preso a Tokyo e poi ribadito in numerose altre sedi, come la Cop21 di Parigi. Ma se torniamo con la memoria alla Cop3 di Tokyo 1997 c'¨¨ un'auto che ne ¨¨ stata il simbolo: la Toyota Prius ibrida. I manager Toyota, infatti, avevano deciso di lanciare la prima versione commerciale di quest'auto, presentata come prototipo nel 1996, con due promesse: la versione definitiva avrebbe fatto 28 chilometri con un litro di benzina e sarebbe stata lanciata in occasione della Cop3. Per dimostrare che si poteva fare: se l¡¯industria dell¡¯auto voleva, poteva fare la sua parte. Tra il dire e il fare, per¨°, c¡¯era la complessit¨¤ del Toyota Hybrid System che, all'inizio, non ne voleva proprio sapere di funzionare come si sarebbero aspettati gli ingegneri nipponici. Questa ¨¨ la storia di un enorme sforzo ingegneristico, di una promessa che sembrava azzardata e di un modello che ha aperto la strada a una lunga serie di tecnologie per la riduzione dell'impatto ambientale delle automobili.
Ths, la nascita
¡ª ?A settembre 1993 il vicepresidente di Toyota per la Ricerca e lo Sviluppo, Yoshirio Kimbara, crea il team G21 con lo scopo di creare l'auto per il ventunesimo secolo. Il primo incontro del team avviene a febbraio 1994 e serve per affidare all'ingegner Takehisa Yaegashi il compito di trovare la sintesi tra un'auto elettrica e una a motore termico. Le auto elettriche, allora, esistevano gi¨¤ ma erano commercialmente lontanissime a causa dei costi delle batterie. Sempre nel 1994 a Takeshi Uchiyamada viene dato incarico di disegnare una concept car con motore ibrido benzina-elettrico, da presentare al Tokyo Motor Show del 1995. Sar¨¤ mostrata al mondo il 27 ottobre 1995, con il nome di Prius: aveva i capacitori al posto della batteria, un motore diesel Toyota D4 e una trasmissione Cvt (Continuously variable transmission). Lo sviluppo dell'auto di serie inizi¨° a fine 1996 e comport¨° l'analisi di oltre 100 sistemi ibridi diversi prima di focalizzarsi su un sistema ibrido con motore benzina, due motogeneratori elettrici, una batteria a idruro di nichel e una trasmissione Cvt: il Toyota Energy Management System (Ems), poco dopo ribattezzato Toyota Hybrid System (Ths).
Ths, le sfide
¡ª ?"Abbiamo avuto un sacco di problemi da risolvere - racconta Satoshi Ogiso, membro del team G21 che ha lavorato sulla prima, la seconda e la terza Prius - Appena ne risolvevamo uno, subito ne spuntava un altro e non riuscivamo a capire come saremmo potuti arrivare alla produzione di massa in due anni". Inizialmente l'auto aveva una bassissima efficienza: consumava persino di pi¨´ di una Corolla a gasolio. Il problema maggiore era il surriscaldamento delle componenti elettriche: dopo 500 metri di percorrenza i motori si spegnevano. Le performance delle prime batterie, le idruro di nichel fornite da Matsushita Battery Industrial Co. Ltd., erano scadenti, la met¨¤ dell'autonomia prevista, nel doppio dello spazio del progetto. In pi¨´ venivano consumate in modo anomalo dal sistema ibrido, che ne abbatteva di parecchio la stima di vita. Tutti questi problemi, come ricorda Ogiso, furono affrontati e risolti ad uno ad uno.
Toyota Prius, la presentazione
¡ª ?Alla fine, per¨°, i tecnici del team G21 riuscirono a terminare il progetto del Toyota Hybrid System e a farlo girare senza problemi su una vettura di serie: la Toyota Prius Hybrid. La conferenza stampa di presentazione della Prius avvenne il 14 ottobre 1997, meno di due mesi prima della Cop3, in un hotel di Tokyo. L'attesa per questo modello era cos¨¬ alta che, oltre alla stampa del settore automotive, c'erano anche molti giornalisti generalisti. L'auto offriva quanto promesso: 28 chilometri al litro (con i cicli di test giapponesi dell'epoca), era arrivata in tempo per la Cop3 e aveva anche un costo inferiore al previsto, per quanto fosse abbastanza pi¨´ cara di una vettura a benzina tradizionale. Per¨° la strada per il ventunesimo secolo era segnata: si poteva fare, i costruttori auto potevano realizzare modelli meno inquinanti e con emissioni di CO2 inferiori. La prima ibrida di Toyota fu nominata Auto dell'anno 1997 e alla COP3 di dicembre 1997 la Prius fu usata come auto ufficiale per trasportare i delegati di tutto il mondo da un meeting all'altro. Gli stessi delegati che, in quei giorni, scrissero e firmarono il Protocollo di Kyoto.
Ths, gli sviluppi
¡ª ?La Prius super¨° subito le previsioni di vendita dei dirigenti Toyota, pari a 1.000 esemplari al mese in Giappone. I primi ordini ammontavano gi¨¤ a oltre 1.500 vetture al mese per poi arrivare a vendite reali per 3.500 vetture al mese. Dopo tanti sforzi e un buon successo commerciale (si sapeva che sarebbe stata un'auto di nicchia, ma si dimostr¨° una nicchia ben pi¨´ grande del previsto), in Toyota si inizi¨° a discutere della possibilit¨¤ di creare gi¨¤ una seconda serie. Che, alla fine, arriver¨¤ nel 2003 con un design rinnovato e un nuovo sistema ibrido (Ths II) pi¨´ efficiente. Anche questa serie super¨° le aspettative di vendita: oltre 10 mila unit¨¤ vendute al mese. Ma, soprattutto, la Prius era diventata una icona tra i Vip di mezzo mondo che volevano mandare un messaggio ecologista ai loro fan. Toyota ribattezz¨° il suo sistema ibrido con il nuovo nome di Hybrid Synergy Drive (HSD), portandolo anche su altri modelli e su altri marchi del gruppo, come Lexus e, in licenza, anche fuori dal gruppo. Nel 2009 arriva la Prius terza serie, che introduce le tre modalit¨¤ di guida (Ev, Eco e Power), migliora l'aerodinamica con un Cx di appena 0,26 e abbassa il prezzo. Nel 2015 arriva la quarta generazione, quella attuale (che ha subito un facelift nel 2018) che porta con s¨¦ una ulteriore grande novit¨¤: l'adozione del pianale modulare Tnga (Toyota New Global Architecture), poi usato anche su molte altre auto di successo del gruppo giapponese, come Toyota Chr, Yaris, Corolla, Rav4 e Lexus Ux ed Ls. Oggi Toyota continua a produrre auto ibride in tutti i segmenti di mercato e, come tutti gli altri produttori, si sta preparando ad affrontare la prossima sfida: le auto elettriche.
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