Il rapporto non facile tra il maestro italiano della divulgazione scientifica e le automobili, considerate "poltrone coperte". Ma fu tra i primi a testare un mezzo senza conducente?
"Il cervello contro la macchina: la grande sfida": se siete appassionati di auto ed eravate fedeli di Piero Angela, scomparso oggi a 93 anni, andate a cercare la puntata dello speciale di Superquark, andata in onda su Rai Uno nel gennaio 2014. Perch¨¦, una volta di pi¨´, si capisce la bravura (e il sense of humour, che possedeva in abbondanza) del divulgatore scientifico, giornalista e conduttore televisivo torinese. Nell'occasione, Angela fu attirato dal successo della dimostrazione di guida autonoma del veicolo intelligente BRAiVE nel traffico cittadino a Parma: si rivolse ai ricercatori del VisLab che si occupa di visione artificiale e percezione ambientale per applicazioni veicolari, nata come laboratorio di ricerca presso l'Universit¨¤ degli Studi di Parma. Volle mettere alla prova il prototipo di veicolo intelligente e percorse alcune strade cittadine, seduto sul divano posteriore di BRAiVE, senza nessuno alla guida. Curioso come sempre della novit¨¤ ("Non immaginavo certo che un giorno avrei viaggiato su un¡¯auto a guida autonoma" disse in seguito)?ma al tempo stesso abbastanza perplesso sulle possibilit¨¤ che il sistema diventasse rapidamente di uso corrente. E negli otto anni seguenti ¨¨ andata come aveva previsto: un mare di studi, progetti e sperimentazioni ma non si pu¨° certo dire che la guida autonoma stia volando.
l'INCIDENTE in autostrada
¡ª ?Va detto che Angela amava la tecnologia ma non se ne faceva sedurre troppo. In un'intervista al Corriere della Sera disse che "le auto sono poltrone coperte: l¡¯importante ¨¨ che si muovano in modo affidabile e confortevole". In parte, il poco amore si doveva al fatto di essere figlio di uno psichiatra che sino a 63 anni non aveva mai guidato. E fu protagonista di un? incidente che raccont¨° cos¨¬, sempre al Corriere. "Credo fosse il 2000: ero in autostrada, stavo tornando dall¡¯Aquila e ho sentito di colpo che mi stava venendo un sonno fortissimo. L¡¯ultima cosa che ricordo era che guardavo sulla destra per cercare la prima piazzola dove fermarmi a riposare". ? finita diversamente: and¨° dritto, a occhi chiusi, fino a schiantarsi contro il casello. Un casello fortunato, per¨°: ha centrato l¡¯unico punto tra due biglietterie dove era stato piazzato, per un test, un nuovo guard raid telescopico progettato per attutire gli impatti violenti. Il suo lo ¨¨ stato. "? arretrato di un paio di metri, io mi sono rotto tre costole ma sono riuscito a scendere da solo dalla mia auto distrutta". Ha dovuto rimborsare per intero il guard rail sperimentale, "ma sono stati i soldi meglio spesi della mia vita" concluse ridendo. Un grande italiano che mancher¨¤.
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