storie di auto
Alfa Romeo Milano, Ford Torino, Opel Monza: l'Italian Sounding dell'auto
Sino a qualche giorno il concetto dell'Italian Sounding era legato a un'altra delle grandi passioni nazionali, ossia il cibo. Se il governo attuale ha messo l'acceleratore per difendere i nostri migliori prodotti alimentari dalle falsificazioni e dalle imitazioni all'estero - con danni di immagine ma soprattutto economici - va detto che anche quelli passati si erano gi¨¤ mossi pi¨´ o meno con impegno. Invece era molto difficile prevedere che si parlasse di Italian Sounding sul fronte automobilistico: lo ha fatto il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, sottolineando che Alfa Romeo ha infranto la legge italiana chiamando Milano un'auto che sar¨¤ costruita in Polonia. Detto che si tratta chiaramente di una mossa politica all'interno dello scontro in atto tra Stellantis e il governo, in effetti il Codice della Propriet¨¤ Industriale, pi¨´ volte modificato, dopo l'emanazione con il Decreto Legislativo del 10 febbraio 2005, potrebbe dare ragione a Urso. Ma non ¨¨ questo che ci interessa, tanto pi¨´ osservando che sempre tornando all'argomento cibo, un conto ¨¨ accusare da decenni gli stranieri e un altro riuscire a bloccarli o almeno a limitarli. Semmai va ricordato che la Milano ¨¨ un omaggio alla citt¨¤ dove nacque l'Alfa Romeo, che segue il richiamo a due passi importanti sulle Alpi quali Stelvio e Tonale. E che dal 2005 al 2010, Pininfarina produsse la coup¨¦ Brera, uno dei quartieri pi¨´ famosi di Milano. E volendo c'¨¨ pure la MiTo (MilanoTorino), unica utilitaria del Biscione costruita dal 2008 al 2018. Viva l'Italia e viva la citt¨¤ dei Navigli quindi ma gli alfisti non si dimenticheranno della due posti sportiva Montreal, realizzata dal 1970 al 1977. Canadian Sounding??
DELIRI LINGUISTICI
¡ª ?No, anzi l'auto venne proprio chiesta dai canadesi: nel 1967, gli organizzatori dell'Esposizione Universale di Montr¨¦al avevano scelto l'Alfa Romeo per creare un modello di autovettura che potesse rappresentare la "massima aspirazione raggiungibile dall'uomo in fatto di automobili", in modo da esporlo quale simbolo tecnologico dell'Expo. Detto fatto, il grande Marcello Gandini disegn¨° per il Biscione il prototipo, costruito in quattro esemplari da Bertone. Il successo all'esposizione e le richieste dei concessionari canadesi e statunitensi furono tanto pressanti e reiterate da costringere Alfa Romeo a? mettere in produzione la vettura. Questo per dire che non bisogna agitarsi eccessivamente sui nomi di citt¨¤ italiane assegnati a vetture straniere che sostanzialmente portano lustro - se sono ben costruite - al nostro Paese. E comunque sempre i nomi di citt¨¤ che quelli scelti un po' a caso e lasciano perplessi. Passi per la Suzuki Alto e Baleno o la Volkswagen Lupo ma la Daihatsu Consorte (berlina degli anni '70), la Mitsubishi Pistachio (due volumi a tre porte dei primi anni 2000), la Isuzu Piazza (sportiva medio-piccola degli anni '80) e la Nissan Stanza (berlinona costruita dal 1977 al 1992) avrebbero meritato una class action, altro che le reprimende del ministro Urso. Possiamo consolarci constatando che i giapponesi hanno storicamente un debole per noi, tra l'altro anche per la cucina.? ?
LA FISSAZIONE DI FORD
¡ª ?Torniamo alle citt¨¤. Non si capisce perch¨¨ Kia abbia deciso di togliere una 'r' a Sorrento per chiamare la sua ammiraglia europea della gamma Suv: forse temeva qualche causa??Per fortuna, Ssangyong ha scelto invece di celebrare l'Italia battezzando Tivoli il suo primo Suv compatto: nessuna storpiatura anche perch¨¦ leggendo il nome della cittadina del Lazio al contrario diventa "I lov it", ossia io lo amo. Alla luce dello scarso successo (meno di 50 mila unit¨¤), bisogna tirare le orecchie alla Opel degli Anni 80 per avere scomodato una delle citt¨¤ iconiche della velocit¨¤ quale Monza per una coup¨¦ bruttina che venne sostituita dalla pi¨´ performante Calibra (pi¨´ che Italian Sounding ¨¨ un fastidio) nel 1989. Ma la Casa che ha guardato maggiormente alle nostre citt¨¤ ¨¨ stata Ford, che a partire dagli Anni 60 - forse anche per il fallimento in extremis dell'acquisto della Ferrari - ha giocato molto sul tema. Prima con la Cortina (berlina solo per il mercato inglese, prodotta dal 1962 per i due decenni successivi), poi con la Capri (coup¨¦ prodotta in tre serie dal 1969 al 1986) e ancora con la Torino, riservata al Nord America e costruita in pi¨´ varianti - coup¨¦, berlina, station wagon e cabriolet - tra il 1968 e il 1976. L'evoluzione della versione Torino GT che aveva interni sportivi port¨° nel 1972 al lancio della Gran Torino con un look ancor pi¨´ aggressivo del precedente, inserendo una grande calandra a 'bocca di pesce'. Un modello?non particolarmente ben fatto, non potente, realizzato con tecnologia antiquata e parecchio pesante. Ma reso immortale prima per l'utilizzo nella popolare serie televisiva americana Starsky & Hutch tra il 1975 e il 1979 e successivamente come auto del burbero reduce ed ex-operaio alla Ford, interpretato da Clint Eastwood nel film Gran Torino del 2008. Altri tempi, anche per la Torino dell'auto.
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