Il gruppo Chery e il governo spagnolo hanno ufficializzato l'accordo per aprire una fabbrica per la produzione di auto cinesi in Spagna. palazzo Chigi stringe nuovi rapporti con Pechino: la partita si gioca nella fascia di vetture pi¨´ economiche che ora presidia Stellantis
Mentre sono le polemiche tra Stellantis e governo italiano ad occupare il palcoscenico, dietro le quinte si sta giocando la partita che rischia di diventare un vero ostacolo alle strategie di Carlos Tavares per l¡¯Europa. La presa di posizione del ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, che stigmatizza l¡¯utilizzo del nome?Milano per una Alfa Romeo prodotta in realt¨¤ in Polonia, non ¨¨? che solo l¡¯apparenza di una marcatura a uomo molto pi¨´ stretta. Si ¨¨ disteso infatti molto nelle ultime ore il tono del dialogo tra il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il suo omologo del Commercio della Repubblica Cinese, Wang Wentao, ospite al forum di dialogo Imprenditoriale Italia-Cina a Verona. "Sono stati due giorni proficui perch¨¦ sono stati raggiunti una serie di obiettivi, di decisioni concrete e poi anche perch¨¦ c'¨¨ l'appoggio dei governi" ha ribadito il titolare della Farnesina. Pechino naturalmente cerca un appoggio di Europa per impedire alla Commissione di varare un piano di dazi doganali nei confronti dei prodotti realizzati in Cina. Palazzo Chigi, d¡¯altro canto, si trova ora nella condizione di fornire un assist anche a suo vantaggio che risolve il problema alla radice, candidandosi ufficialmente ad ospitare fabbriche su territorio italiano. L¡¯arrivo di un secondo costruttore auto nel nostro Paese ¨¨ stato del resto lungamente ventilato dal governo. Come vedremo, i rapporti sempre pi¨´ tesi con Stellantis possono aver aiutato a rompere gli indugi, cosa che la Spagna ha gi¨¤ fatto.?Il gruppo Chery e il governo spagnolo hanno infatti ufficializzato l'accordo per aprire una fabbrica per la produzione di auto cinesi.
Barcellona in vantaggio
¡ª ?Nella forma, esiste un problema di concorrenza giudicata sleale da parte delle istituzioni di Bruxelles, di una indagine formale in corso sulle aziende cinesi e sui fondi ricevuti dal governo di Pechino, capaci potenzialmente di falsare il prezzo finale delle auto. Nella pratica, Roma starebbe preparando una visita ufficiale del presidente del Consiglio in Cina nei prossimi mesi e, dopo il mancato rinnovo del memorandum d¡¯intesa sulla Belt and Road Initiative, la cosiddetta Via della Seta, l¡¯intenzione di palazzo Chigi sarebbe quella di ricostruire una canale di collaborazione che torni a bilanciare i nostri rapporti economici con il Paese orientale, verso il quale nel 2023 abbiamo esportato beni ogni anno per 19,1 miliardi di euro, ma ne importiamo per 47,5 miliardi, ovvero 2,5 miliardi contro 7 nei primi due mesi del 2024.
a caccia di campioni
¡ª ?L¡¯italia si nuove ma c¡¯¨¨ gi¨¤ una concorrenza da vincere. Secondo quanto riferisce la testata specializzata Automotive News, il costruttore automobilistico cinese Chery, per altro di propriet¨¤ statale, sarebbe vicino a concludere un accordo con il governo spagnolo per l¡¯avvio della produzione nella fabbrica di Zona Franca di Barcellona, gestita fino al dicembre 2021 da Nissan e passata nell'orbita del gruppo di investitori asiatici EV Motors da pochi mesi. Secondo indiscrezioni, l¡¯intesa sarebbe ormai stata sostenuta da una delegazione spagnola in visita in Cina, ma manca ancora l¡¯annuncio formale, dopo i contatti avuti anche con l¡¯Italia. Roma, ora, pu¨° rivolgersi legittimamente ai rivali di Chery, ovvero Great Wall Motors e Saic Motors, a cui fa capo anche il marchio europeo MG. Una partita che, con tutta evidenza, non si gioca affatto sull¡¯auto elettrica, ma su quella con motorizzazione tradizionale destinata a rivolgersi alla fascia pi¨´ ampia del mercato. Il vero campo di gioco ¨¨ lo stesso Carlos Tavares a disegnarlo, con l¡¯anticipazione che l¡¯attuale generazione di Panda a benzina non cesser¨¤ di essere prodotta come anticipato nel 2027, ma arriver¨¤ fino al 2030. Serve evidentemente un prodotto il pi¨´ economico possibile per controbattere ad una concorrenza dei marchi cinesi con vetture ¡°Made in Europe¡±, che sar¨¤ impossibile e forse neppure pi¨´ utile arginare con dazi doganali e politiche protezionistiche. Il Consiglio Ue Ecofin ha appena convalidato l'accordo raggiunto con l'Eurocamera lo scorso 18 dicembre, dando il via libera ai nuovi standard Euro 7 che mantenendo gli attuali limiti di emissione di gas di scarico Euro 6 per auto e furgoni. Andando oltre le polemiche, la porta di accesso all¡¯Europa ¨¨ gi¨¤ aperta.
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