scenari
Auto elettriche: "I produttori europei non sono riusciti a convincere i clienti"
Segnali contrastanti per lĄŻauto in Europa, concorrenza finora insormontabile della Cina sulle tecnologie verdi e risultati di vendite deludenti per le elettriche. Questa la sintesi di una giornata che a Bruxelles ¨¨ sembrata scorrere secondo i tranquillizzanti ritmi della diplomazia, ma ha segnato invece lĄŻatto di nascita ufficiale di quella crisi che le istituzioni comunitarie non potevano certo continuare a negare. "Abbiamo un quadro realistico della situazione attuale e di dove dobbiamo accelerare per raggiungere l'obiettivo del 2035" scrive su X il commissario europeo all'Industria, Thierry Breton, ormai prossimo al termine del suo mandato, ma gi¨¤ con una nuova designazione in tasca per volont¨¤ del presidente Macron. Breton definisce certo "un ottimo incontro" il tavolo a cui hanno partecipato i rappresentati delle maggiori industrie automobilistiche europee, chiamate formalmente per riferire, ma in realt¨¤ per sentirsi ribadire come tassativo lĄŻobiettivo dello stop alla vendita di auto a motore termico entro il 2035. "? essenziale conciliare gli obiettivi climatici con la competitivit¨¤, come riecheggiato nel rapporto di Mario Draghi" sottolinea ancora Breton, citando evidentemente il documento redatto dal ex premier italiano che riconosce come la competitivit¨¤ del sistema Europa vada di pari passo con la decarbonizzazione. ? utile a Breton invece non citare per ora la pagina 34 dello stesso rapporto Draghi, in cui si sostiene che il fabbisogno di energia e mezzi di trasporto verdi in Europa superi di gran lunga la capacit¨¤ di produzione interna. Dunque lĄŻunico modo di raggiungere gli obiettivi prefissati da Bruxelles, scrive Draghi, ¨¨ attualmente quello di ricorrere in modo inevitabile alle tecnologie dal costo pi¨´ avvicinabile di origine cinese. Un paradosso che spiega perfettamente quanto la diplomazia europee viva ora giornate nervose. E confuse.
Buon viso a cattivo gioco
ĄŞ ?Secondo quanto ha anticipato il Financial Times, il tono vero delle comunicazioni di Thierry Breton, lontano da taccuini e telecamere, sarebbe stato poco conciliante. Il commissario francese avrebbe avvertito che il compito delle istituzioni comunitarie "non ¨¨ quello di indorare la pillola, o di stare seduti ad aspettare che i nostri obiettivi per il 2035 si materializzino magicamente" e "che la Cina ¨¨ molto pi¨´ avanti nella produzione di veicoli elettrici a prezzi accessibili". Ancora secondo quanto riporta il Financial Times, Breton avrebbe lamentato una produzione europea di veicoli elettrici in calo, con la domanda che ristagna e il deficit commerciale con Pechino destinato a salire ad 8,8 miliardi di euro solo guardando alle vetture a batteria. In una intervista concessa al quotidiano economico tedesco Handelsblatt, Breton si era spinto addirittura oltre definendosi "molto preoccupato per gli annunci di chiusure di impianti e per lĄŻauto europea in generale", ma soprattutto attribuendo senza mezzi termini la crisi al fatto che "i produttori europei non sono riusciti a convincere i propri clienti dei vantaggi della mobilit¨¤ elettrica. Il successo del passaggio alla mobilit¨¤ elettrica in Europa dipende dall'espansione dell'infrastruttura di ricarica, che ¨¨ ancora fortemente concentrata in Germania, Francia e Paesi Bassi", ha affermato.?
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