Il grande capolavoro anteguerra della Collezione Lopresto all¡¯esordio nella 22? edizione della gara
Debutta in Sicilia sulle strade del Raid dell¡¯Etna uno dei capolavori anteguerra meno conosciuti al grande pubblico, la Diatto 20 S del 1924 della Collezione Lopresto. Si tratta di un esemplare unico con carrozzeria Torpedo ¡°Bateau¡± a coda di ispirazione nautica, doppio parabrezza e parafanghi slanciati, costruita dalla francese Mouche&Cie, esempio sopraffino dello stile degli ¡°Roaring Twenties¡±, i ¡°ruggenti anni Venti¡±.
Ritorno in Italia
¡ª ?La vettura ¨¨ stata riportata in Italia dal Giappone e restaurata nel colore originale mantenendo intatti gli interni; la meccanica, nella versione sportiva 20S, ¨¨ quella con cui correva anche Alfieri Maserati, all¡¯epoca pilota e progettista ufficiale Diatto prima di mettersi in proprio. ¡°Un restauro molto conservativo - spiega Corrado Lopresto - togliendo il colore rosso che le avevano dato in Giappone e ritrovando il suo giallo originale¡±. Negli anni Novanta, proprio nel Paese del Sol Levante ¨¨ finito tanto del nostro patrimonio automobilistico. ¡°I giapponesi hanno fatto incetta di auto italiane - racconta il collezionista milanese - ma ora alcune delle pi¨´ pregiate stanno rientrando in Europa¡±. Il nostro Paese torna quindi in possesso di un modello simbolo degli albori dell¡¯industria automobilistica italiana. La Diatto di Torino, dopo 30 anni di attivit¨¤ nella costruzione di carrozze a due e a quattro ruote, e successivamente di grandi ¡°omnibus¡± per il trasporto pubblico, era passata alla costruzione ferroviaria, prima di raccogliere la sfida pi¨´ grande di ¡°carrozze leggere senza cavalli¡±. Ecco nascere un nuovo stabilimento e i primi modelli che raccolgono grandi successi anche nelle corse. Ci vollero diversi anni per raggiungere i livelli della Tipo 20S che vinse centinaia di corse con alla guida campioni come Nuvolari, Ascari, Schieppati e il marchese De Sterlich. Con un motore 4 cilindri di poco inferiore ai 2000 cmc, cambio a 4 rapporti e accensione data da un magnete ad alta tensione, era una vettura all¡¯epoca molto moderna, affidabile e soprattutto veloce, e qui in Sicilia si impose alle tredicesima Targa Florio del 1921.
La gara
¡ª ?Le strade di questo Raid dell¡¯Etna regalano agli equipaggi arrivati da tutto il mondo gli ultimi raggi d¡¯estate al ritmo slow delle quattro ruote d¡¯epoca. Dopo mille chilometri di gara lungo la costa nord orientale dell¡¯isola e l¡¯attraversamento dello Stretto di Massina per le prove cronometrate in Calabria, la carovana storica arriva a Catania in Piazza Universit¨¤, meta finale di questa 22? edizione del Raid . La gara si ¨¨ conclusa con la vittoria dei perugini Fausto Ticchioni e Gianna Maria Valentini a bordo della loro Alfa Romeo Giulia GT Junior, primi nella classifica del Trofeo Eberhard & Co, seguiti da Antonio Belotti e Maria Marchesi su Jaguar XK140 del 1955 e dai giapponesi Masahiro Yokota ed Etsuko Oki al volante di una Lancia Aprilia del 1937. L¡¯Alfa Romeo Giulia GT Junior con l¡¯equipaggio Valentini-Boanelli si aggiudica la Coppa delle Dame-Trofeo Eberhard & Co, mentre il Porsche Tribute va a Grillo-Zari su 911S 2,7 e il Classic Michelin all¡¯italoamericano Venanzio Fonte sull¡¯Alfa Romeo RL Targa Florio del 1924 . ¡°Il Raid dell¡¯Etna piace ai ¡°gentlemen driver¡± italiani e stranieri perch¨¦ coniuga la competizione sportiva con il piacere della vacanza in Sicilia ¨C spiegano i patron dell¡¯iniziativa Giovanni Spina e Stefano Consoli della Scuderia del Mediterraneo ¨C e la passione per le ¡°ruote classiche¡± si conferma un traino significativo per il turismo internazionale nel nostro territorio¡±.
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