La pandemia ha cambiato le abitudini di molti italiani fruitori del servizio pubblico: crolla l'utilizzo di autobus, salgono i servizi di sharing
Com'¨¨ cambiato il rapporto degli italiani col trasporto pubblico durante la pandemia da Covid-19? Una prima fotografia la fornisce il report pubblicato dall'Istat. Da un lato non fornisce sorprese sul calo della domanda da parte degli utenti registrata nel 2020, mentre dall'altro evidenzia lo sforzo delle amministrazioni nel rinnovare infrastrutture e parco circolante dei mezzi pubblici. In sintesi, nel primo anno di pandemia la domanda di trasporto pubblico locale ¨¨ crollata del 47,9% rispetto al 2019, ma non si sono fermati gli investimenti nella mobilit¨¤ urbana. In crescita bus a basse emissioni, reti di tram e filobus. In 22 capoluoghi, inoltre, l'offerta ¨¨ stata arricchita con i servizi di micromobilit¨¤ elettrica condivisa.?
l'impatto della pandemia
ĄŞ ?Come accennato, il calo della domanda di Tpl (trasporto pubblico locale) registrato nel 2020 risulta ancora pi¨´ accentuato nelle grandi citt¨¤ (-49,3% nei capoluoghi di citt¨¤ metropolitana) e nel Mezzogiorno (-53,4%). Se la domanda scende, il calo dellĄŻofferta, bench¨Ś pi¨´ contenuto, si contrae significativamente con -21,7% sullĄŻanno precedente. Anche in questo caso i tagli pi¨´ consistenti sono stati registrati nelle citt¨¤ del Centro e del Mezzogiorno (oltre -25%) rispetto a quelle del Nord (-19,2%), ma con poca differenza fra i capoluoghi di citt¨¤ metropolitana e gli altri capoluoghi (-21,9% e -20,9%, rispettivamente). Anche la diversificazione dei trasporti ¨¨ un problema, considerando che in tre citt¨¤ su quattro ¨¨ previsto solo su gomma. Le reti pi¨´ sviluppate in rapporto alla superficie urbanizzata sono quelle tranviarie di Milano e Torino (121,8 e 64,6 km per 100 km2 ), le metropolitane di Milano e Brescia (48,9 e 25,6 km per 100 km2 ) e le reti filoviarie di La Spezia e Bologna (121,5 e 99,1 km per 100 km2). Nel complesso, tuttavia, la dotazione infrastrutturale dei comuni capoluogo resta carente: in 81 citt¨¤ (tre su quattro, fra cui Bari e Reggio di Calabria) lĄŻautobus ¨¨ lĄŻunica modalit¨¤ di Tpl disponibile o rappresenta oltre il 99,0% dellĄŻofferta, mentre in altri 22 (fra cui Genova, Bologna, Firenze, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) copre pi¨´ di due terzi dellĄŻofferta complessiva. Soltanto sei citt¨¤ dispongono di unĄŻofferta pi¨´ diversificata, con quote consistenti coperte dalle altre modalit¨¤ di trasporto: Milano (dove il 65,1% ¨¨ fornito dalla metropolitana e un altro 15,3% da tram e filobus), Napoli (64,3% metropolitana, 7,1% tram, filobus e funicolare), Roma (56,9% metropolitana, 4,4% tram e filobus), Venezia (42,2% trasporti per vie dĄŻacqua, 9,8% tram), Brescia (40% metropolitana) e Torino (22,9% tram, 21,4% metropolitana).
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rinnovamento mezzi pubblici
ĄŞ ?Il rinnovamento dei mezzi pubblici riveste un ruolo fondamentale in una mobilit¨¤ sostenibile, visto che?gli autobus forniscono la maggior parte dellĄŻofferta di Tpl (il 53% dei posti-km, ma oltre il 90% fuori dalle citt¨¤ metropolitane).?Su questo fronte, nel 2020, ci sono stati piccoli progressi, sebbene il numero dei veicoli in esercizio continui a diminuire (-3,8% sullĄŻanno precedente e -6,1% dal 2015). La percentuale dei bus conformi allo standard Euro 6 (il pi¨´ avanzato, in vigore dal 31/12/2012) sale al 37,8%, quasi sei punti percentuali in pi¨´ rispetto al 2019. Il resto del parco circolante si divide in parti uguali fra i veicoli Euro 5 (in vigore dal 31/12/2007, 31%) e quelli ancora pi¨´ obsoleti, in classe Euro 4 o inferiore (31,2%). La tendenza ¨¨ positiva in tutte le ripartizioni, ma le differenze territoriali restano marcate: il 41% del totale dei bus Euro 6 ¨¨ nel Nord, il 35,6% nel Centro e il 32,5% nel Mezzogiorno; quelli in classe Euro 4 o inferiore, viceversa, sono il 29,2% nel Nord, il 30,7% nel Centro e il 37% nel Mezzogiorno. Aumentano i bus a basse emissioni, ma sono ancora pochi nelle grandi citt¨¤. Le alimentazioni alternative al gasolio, sono il 30,8% del totale, in aumento di 2,7 punti percentuali rispetto allĄŻanno precedente e di 7,3 punti rispetto al 2015. Si tratta prevalentemente di veicoli alimentati a metano o Gpl, mentre gli autobus elettrici o ibridi sono ancora una piccola minoranza, pari al 4,6% del totale. Tra il 2015 e il 2020, tuttavia, la flotta dei veicoli a gas ¨¨ cresciuta del 12,4%, mentre quella dei bus elettrici e ibridi ¨¨ quasi triplicata (+177,2%). In questo lĄŻincidenza dei veicoli a basse emissioni ¨¨ abbastanza uniforme (32,6% nel Nord, 29,5% nel Centro e 28,2% nel Mezzogiorno), ma ¨¨ significativamente pi¨´ bassa nelle grandi citt¨¤: 22,6% nei capoluoghi metropolitani, contro il 41,3% degli altri capoluoghi.?
metro, sharing e ciclabili
ĄŞ ?Anche se non sono certo sufficienti, sono stati fatti piccoli progressi?anche nel trasporto su ferro. Rispetto al 2015, la quota della metropolitana sale dal 31,1 al 35,6% e quella del tram dal 6,7 al 7,9%. Tram e metropolitana coprono pi¨´ di met¨¤ dellĄŻofferta nei capoluoghi di citt¨¤ metropolitana (55,6%) e nelle citt¨¤ del Centro (50,3%), si attestano al 45,3% nelle citt¨¤ del Nord (superando il 60% nel Nord-ovest) e rappresentano solo il 18% dellĄŻofferta complessiva nel Mezzogiorno. Procede molto pi¨´ velocemente, invece, lo sviluppo delle ciclabili, nel 2020 aumentate del 5,3% rispetto allĄŻanno precedente e del 20,7% dal 2015. Lo sviluppo complessivo delle piste raggiunge quasi 5 mila km nellĄŻinsieme nei comuni capoluogo, circa due terzi dei quali dispongono di almeno 10 km di ciclovie (fra questi, tutti i capoluoghi metropolitani tranne Reggio di Calabria, Catania e Cagliari). Bene anche?il bike sharing che cresce del 14,1%, recuperando in gran parte il calo del 2019, ed ¨¨ presente in 53 capoluoghi. I servizi di scooter sharing sono presenti solo in cinque grandi citt¨¤ del Centro-nord con circa 7.500 motocicli e, bench¨Ś meno diffusi, crescono in proporzione ancora maggiore, incrementando la propria flotta del 58,8% rispetto al 2019. Nel 2020, i servizi di car sharing a flusso libero riducono la propria flotta del 15,7%, segnando la prima battuta dĄŻarresto dalla loro comparsa in Italia nel 2013. I veicoli gestiti dai servizi a postazione fissa, al contrario, aumentano del 15,8%, pur rimanendo meno numerosi (poco pi¨´ di 1.100, contro gli oltre 6 mila dei servizi a flusso libero). Nel complesso, pertanto, il parco veicoli del car sharing si riduce dellĄŻ11,9% e diminuisce, per la prima volta, il numero delle citt¨¤ in cui opera almeno una delle due modalit¨¤ di servizio (da 36 a 34). LĄŻofferta complessiva di mobilit¨¤ condivisa nei comuni capoluogo ¨¨ di 47 veicoli ogni 10 mila abitanti, quasi il doppio dellĄŻanno precedente (26,3). La disponibilit¨¤ si concentra nelle grandi citt¨¤ (73,2 veicoli ogni 10 mila abitanti nei capoluoghi metropolitani), ma cresce anche fra gli altri capoluoghi e in tutte le ripartizioni. LĄŻespansione dellĄŻofferta si deve in gran parte ai nuovi servizi di micromobilit¨¤, introdotti in via sperimentale in alcune citt¨¤ nella seconda met¨¤ del 2019 e basati principalmente sullĄŻimpiego di monopattini elettrici, ma anche e-bike e scooter elettrici. Nel 2020, i servizi di micromobilit¨¤ elettrica sono presenti in 22 capoluoghi (11 nel Nord, cinque nel Centro e sei nel Mezzogiorno), con una flotta di quasi 30mila monopattini, pi¨´ numerosa di quella dei servizi di bike sharing a flusso libero, presenti nelle citt¨¤ italiane dal 2017. La crescita del bike sharing e la rapida diffusione dei servizi di micromobilit¨¤ elettrica, in particolare, sembrando direttamente collegate allo sviluppo delle piste ciclabili, oltre allĄŻassorbimento di parte degli utenti abituati a muoversi in autobus prima della pandemia.?
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