A TORINO
Lancia Aurelia, la mitica auto del riscatto in mostra
Apre al Mauto - Museo Nazionale dell¡¯Automobile di Torino ¡°Lancia Aurelia 1950 - 2020. Mito senza tempo¡±, dedicata ai settant¡¯anni di uno dei modelli pi¨´ moderni e raffinati della produzione italiana del dopoguerra. Amata da Hemingway e paragonata da Juan Manuel Fangio ad una ¡°coppa di mate¡± da cui gli uomini delle Ande traggono forza e fiducia, la Lancia Aurelia ¨¨ considerata ¡°un momento magico nell¡¯evoluzione dell¡¯automobile¡±, come la definisce il curatore della mostra Massimo Fila Robattino. La retrospettiva, che rimarr¨¤ aperta fino al 3 maggio, racconta l¡¯evoluzione del modello presentato per la prima volta al pubblico a Torino nel 1950: a partire da quella prima apparizione, grazie al sodalizio creativo e stilistico con Battista Pinin Farina, la Lancia Aurelia si impose agli occhi di tutto il mondo come espressione di pura eleganza. Pellicole indimenticabili come Il sorpasso con Vittorio Gassman e Et Dieu cr¨¨a la femme con Brigitte Bardot la consacrarono icona di stile a livello internazionale. Ed ¨¨ passata alla storia la Lancia Aurelia B20 GT di Fausto Coppi, donatagli dai concessionari Lancia in occasione della vittoria ai mondiali del 1953.
LE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE
¡ª ?Una vettura ¡°da citt¨¤¡±, le cui linee sportive accoglievano un motore e una meccanica che la rendevano altamente prestazionale anche in gara: ecco l¡¯Aurelia affermarsi nelle pi¨´ importanti gare dell¡¯epoca dalla Mille Miglia alla Targa Florio, Giro di Sicilia, 24 Ore di Le Mans, Coppa d¡¯Oro delle Dolomiti . I suoi contenuti tecnologici, frutto di collaborazioni tecniche con progettisti del calibro di Vittorio Jano e Francesco De Virgilio, contribuirono ad affermare il marchio Lancia come sinonimo di prestazioni e sportivit¨¤. Dal primo motore a 6 cilindri a V che ispir¨° i tecnici Ferrari nella realizzazione della Dino 1500 cmc, al monoblocco di alluminio fuso in conchiglia, alla sospensione posteriore a ruote indipendenti; e poi la collocazione posteriore del gruppo cambio- propulsore per equilibrare i pesi della vettura, e i freni posteriori in blocco col propulsore per ridurre il peso delle masse non sospese consentendo maggiore aderenza alla strada. Lancia pot¨¨ disporre anche dei pi¨´ importanti fornitori, da Nardi con i volanti pi¨´ eleganti e i collettori di aspirazione a due e a sei carburatori che ne esaltavano le prestazioni, a Pirelli, che nel 1951 lanci¨° il Cinturato, innovativo pneumatico a struttura radiale, mettendo al servizio di tutte le serie Aurelia una maggiore precisione di guida e una migliore tenuta di strada. ¡°Il Mauto aggiunge con questa mostra un capitolo importante al proprio continuo lavoro di indagine e di rappresentazione del ruolo dell¡¯auto nella storia del Novecento ¡° ¨C spiega Benedetto Camerana, Presidente del Mauto ¨C. Mito senza tempo celebra la Lancia Aurelia, nei suoi 70 anni e nelle sue varie e seducenti versioni, un¡¯auto che si impone nel mondo come icona della bellezza, della tecnica, del piacere di vivere¡±. ¡°Raccontare la Lancia Aurelia - aggiunge il curatore della mostra Massimo Fila Robattino - significa testimoniare il grande desiderio di riscatto che ha animato l¡¯Italia nelle difficolt¨¤ del dopoguerra, dando vita a una vettura che solo pochi anni prima sarebbe stata irrealizzabile e che anche all¡¯epoca, nel contesto di un¡¯economia che ancora doveva dimostrare di essere in grado di ripartire, costitu¨¬ una coraggiosa scommessa¡±.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
¡ª ?I 19 modelli di serie e fuoriserie esposti al Mauto raccontano l¡¯evoluzione di questo ¡°Mito senza Tempo¡± iniziando con una Lancia Aprilia Bilux Pininfarina del 1948, che anticipa sotto alcuni aspetti gli stilemi che saranno tipici della nascitura Aurelia. Sopra un verde riquadro appare quindi la B10, la prima Lancia Aurelia presentata al Salone di Torino del 1950 su un tappeto erboso, per volere di Adele Lancia, allora Presidente della Societ¨¤. Segue una sfilata di esemplari in continua evoluzione, che riuscirono sempre a stupire il pubblico. Alla B10 si affianca la B12, rivisitata sia nella carrozzeria che nella meccanica, con un aumento sostanziale del numero di cavalli rispetto alla berlina precedente, e l¡¯adozione di una sospensione posteriore a ruote semi indipendenti. Nella versione B24, l¡¯Aurelia ha conquistato anche il mondo del cinema con la sua eleganza sportiva, che le ha permesso di essere allo stesso tempo una automobile da citt¨¤ e una temibile vettura da competizione. Proprio alle spalle di una B24 S Convertibile e di una B24 S Spider scorrono immagini tratte dalle pellicole che le hanno rese famose. A chiudere il cerchio evolutivo dell¡¯Aurelia, la Florida II del 1957 appartenuta a Pinin Farina stesso, prestata al Mauto dalla Casa di Cambiano. Si entra quindi nella seconda parte dell¡¯esposizione, dove ogni vettura ¨¨ uno spettacolo irripetibile. La B52 realizzata da Bertone per il salone di Torino del 1952; la B53 della Carrozzeria Balbo, prima creatura di Francesco Scaglione; la B53 ¡°Giardinetta¡± di Viotti; due B50 Pinin Farina, di cui una realizzata in versione speciale appartenuta alla principessa Furtin Von Bismark; una B50 realizzata dalla Carrozzeria Vignale in esemplare unico. Infine, una B20 GT con la livrea originale della Mille Miglia del 1953, in compagnia di altri sei esemplari Gran Turismo (dalla I alla VI serie), modello capace di grandi imprese sportive, come quella conseguita da Giovanni Bracco con il secondo posto assoluto alla Mille Miglia del 1951. Senza dimenticare, a proposito di imprese sportive, che prima di andare in pensione, nel 1954, una Aurelia B20 GT 2.500 riusc¨¬ a conquistare la vittoria assoluta al Rallye di Montecarlo con l¡¯equipaggio di Louis Chiron e Ciro Basadonna.
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