Gli addetti ai lavori di Anfia, Unrae e Federauto concordano: ¡°Senza intervento pubblico a fine anno raggiungeremo appena 1,2 milioni di nuove auto immatricolate e perderemo 40 mila posti di lavoro¡±
La bussola punta ormai da molto tempo verso la Camera dei deputati che, proprio nel giorno in cui vengono resi noti i dati di mercato del primo semestre 2020, rimanda l'esame in aula di quel decreto Rilancio a cui ¨¨ affidata la previsione di incentivi per la ripresa del settore. "Mentre Germania, Spagna e Francia hanno gi¨¤ approvato piani di sostegno, prosegue l'assordante silenzio del Governo italiano" commenta Michele Crisci, presidente dell'Unrae, l'associazione delle case automobilistiche estere, che ribadisce come ¡°nonostante la quasi completa riapertura dell'economia, continua a giugno l'emorragia di immatricolazioni per la crisi senza precedenti innescata dal Covid-19 con una perdita che, senza il giorno lavorativo in pi¨´, sarebbe stata di quasi il 30%¡±. La cronaca, secondo i dati del ministero dei Trasporti, parla infatti di un calo del 23,13% rispetto allo stesso mese del 2019, ma la visione d'insieme dell'intero primo semestre 2020 vede il mercato letteralmente dimezzarsi, con una flessione del 46,09% che significa 583.960 immatricolazioni contro le 1.083.184 dello scorso anno. ¡°Proiettando il dato di giugno sul secondo semestre, il mercato perderebbe altre 200.000 immatricolazioni; queste, insieme al mezzo milione perso nei primi sei mesi, si tradurrebbero in un crollo della domanda di autovetture nel 2020 a 1.200.000 unit¨¤¡± conclude Crisci. Toni preoccupati condivisi anche da Paolo Scudieri, presidente dell'Anfia secondo il quale ¡°ai ritmi di ripresa lentissimi delle vendite si aggiunge anche l'effetto attesa nei confronti di incentivi all'acquisto di cui si parla da mesi ma che, per ora, non si sono tradotti in realt¨¤, con colpevole ritardo rispetto agli altri maggiori Paesi europei¡±.
Questioni di stock
¡ª ?Tra le reazioni pi¨´ puntuali, ancora Paolo Scudieri per Anfia introduce forse l'aspetto pi¨´ disarmante generato dal lockdown al settore della vendita automobilistica in Italia. ¡°Lo stock di veicoli accumulato da produttori e concessionari durante i mesi scorsi sta ostacolando il riavvio della produzione industriale della filiera automotive¡±. A quantificare un fenomeno dalle proporzioni inimmaginabili pensa invece Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor: ¡°Le auto invendute in giacenza sono circa 500.000 e la situazione finanziaria di molte concessionarie ¨¨ altamente critica. Nei primi sei mesi dell'anno il settore ha avuto una perdita di fatturato di circa 9 miliardi con un danno diretto anche per l'Erario, che ha perso quasi 2 miliardi di gettito solo per l'Iva¡±.
Posti a rischio
¡ª ?Confrontare il mezzo milione di vetture rimaste in stock con le 583.960 vendute disegna un paradosso commerciale difficilmente sostenibile per le aziende, posizione ben rappresentata da Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto , la Federazione dei concessionari auto: ¡°Il mercato non pu¨° riprendersi con le sole offerte promozionali che i vari brand hanno messo in campo e si avvicina a grandi passi la gelata autunnale. Pi¨´ andiamo avanti cos¨¬, pi¨´ ¨¨ grande il rischio di chiusura nei prossimi mesi di centinaia di imprese della filiera della distribuzione auto, che si accompagnerebbe drammaticamente alla scomparsa di 40.000 di posti di lavoro¡±. Un numero legato al settore della vendita, a cui secondo Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil vanno aggiunti ¡°260 mila lavoratrici e lavoratori, nella sola produzione e che fa da traino ad altri settori, messi a rischio dall'assenza di una politica industriale¡±.
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