La rossa di Borgo Panigale osa con le idee e vive per i GP. Maranello ¨¨ un marchio del lusso che strizza sempre pi¨´ l'occhio alla moda e per¨° rischia di perdere il suo dna agonistico?
Solo 40 km separano Borgo Panigale a un passo da Bologna, sede della Ducati, e Maranello in provincia di Modena, patria della Ferrari. Ma tra loro, in questo momento, sembra esserci la distanza che passa tra due pianeti. Domenica inizia il Mondiale MotoGP e la rossa a due ruote scende in campo da padrona assoluta, con ottime probabilit¨¤ di aprire un ciclo vincente, grazie a una supremazia di ordine tecnico impressionante. A inizio marzo ¨¨ scattata invece la stagione di F.1 e dopo appena due GP i tifosi della rossa a quattro ruote sono gi¨¤ sull¡¯orlo della depressione, con le possibilit¨¤ di successo finale praticamente archiviate e davanti l¡¯amara prospettiva dell¡¯ennesimo anno di transizione. Uno pu¨° a questo punto domandarsi come una realt¨¤ relativamente piccola come la Ducati sia in grado di battere colossi come Honda e Yamaha, mentre la Ferrari ¨C ovvero la scuderia pi¨´ titolata della F.1 ¨C non riesca da tempo a eccellere.?
il metodo ducati
¡ª ?Detto che anche la prima veniva da un lunghissimo digiuno (il solo titolo piloti MotoGP, prima di Bagnaia, l¡¯aveva conquistato Casey Stoner nel 2007), ci sono alcune cause di identificazione pi¨´ immediata e altre pi¨´ profonde. Il dominio recente della Ducati ¨¨ frutto di una lunga programmazione, iniziata con l¡¯ingaggio di Gigi Dall¡¯Igna a fine 2013. Un direttore tecnico che non ha fatto rivoluzioni: ha portato con s¨¦ un paio di ingegneri, ha imposto un metodo di lavoro dove mancava, ha spinto i suoi collaboratori a tirar fuori idee nuove e a osare. In pi¨´, visto che la Ducati ¨¨ di propriet¨¤ dell¡¯Audi, ha attinto ove necessario alla tecnologia della Casa tedesca. Negli anni, con l¡¯aiuto dei suoi piloti (Dovizioso su tutti), ¨¨ riuscito ad ¡°addomesticare¡± e rendere vincente una moto famosa per la grande potenza del propulsore, ma altrettanto scorbutica nel comportamento.?
cavallino senza salti
¡ª ?La Ferrari in un periodo di tempo pi¨´ o meno simile ha visto andarsene due d.t., Aldo Costa nel 2011 e James Allison nel 2016 (che hanno contribuito alle fortune Mercedes), e ha visto alternarsi al comando quattro team principal (Mattiacci, Arrivabene, Binotto e il neo arrivato Vasseur). Senza produrre, anche a fronte di cambiamenti di regolamento tecnico (che offrono la possibilit¨¤ di ribaltare i valori in campo), salti in avanti ingegneristici o trovate formidabili.?
il segreto per vincere
¡ª ?Ma c¡¯¨¨ qualcosa che scende pi¨´ nel profondo, alle radici di tutto. La Ducati vende le sue moto da strada se vince ed ¨¨, nel suo complesso, totalmente dedita alle gare. In cima alla piramide, come a.d., c¡¯¨¨ Claudio Domenicali che conosce benissimo le moto e i GP. Poi vengono un progettista geniale e coraggioso e una struttura con ruoli ben definiti. Alla Ferrari oggi un organigramma cos¨¬ ¡°da corsa¡± - a partire dall¡¯amministratore delegato - non c¡¯¨¨. Il Cavallino vende le sue auto da strada soprattutto su mercati orientali e d¡¯oltreoceano perch¨¦ ¨¨ identificato ormai come un marchio del lusso, alla stessa stregua di gioielli, orologi o barche. Non a caso Maranello strizza l¡¯occhio al mondo della moda, partecipando alle sfilate con una sua linea di abbigliamento. Pu¨° non sembrare, ma a lungo andare cos¨¬ si rischia di perdere il dna delle corse. E il segreto per vincere, quello che i team con sede in Inghilterra ¨C nati sulle ceneri dei cosiddetti ¡°garagisti¡± (come li definiva Enzo Ferrari) ¨C hanno mantenuto nel tempo. La Red Bull ¨¨ un marchio di bevande energetiche, vero, ma la scuderia ¨¨ ricca di spirito ¡°corsaiolo¡±. Idem la Mercedes, pur nelle odierne difficolt¨¤. Qui nasce la differenza. E pi¨´ di uno spunto per riflettere.
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