Si chiama Leclerc, si legge pole. Ma ora sfida il tabù: 4 vittorie su 20 partendo davanti a tutti

Ad Austin il ferrarista ha confermato la dote di essere micidiale sul giro secco. Solo i mostri sacri Fangio, Clark, Senna, Hamilton e Schumacher hanno una percentuale pole/GP disputati migliore. Deve però migliorare sul tramutare la pole in vittoria dove Verstappen è un mostro: 25 vittorie su 30 pole

La specialità è quella, solo che era un po’ appannata. Da sempre Charles Leclerc è uno che più di altri, forse di tutti, individua le traiettorie perfette e sa come infilarle nel modo più veloce ed efficace, per il migliore dei giri possibili. Erede di Ayrton Senna e di Lewis Hamilton, così come Max Verstappen lo è, avendone migliorato la dote, di Fernando Alonso. Solo che in quest’altra annata di affanni ferraristi nemmeno quella abilità era più scontata, per il Principino. La sensazione è che lui per primo non ne fosse più certo. Lo sospettavamo, e venerdì ne abbiamo avuto la certezza nel suo sollievo. Più ancora della pole, la numero 21 in carriera, la soddisfazione per lui è stata nel constatare di esserne ancora capace. Anche con questa macchina, anche dopo la svolta, con quell’assetto non abbastanza sovrasterzante che garantisce più prevedibilità e meno degrado ma che non va incontro al suo stile né alla sua indole. E invece alla fine “Monsieur Position de Tête”, come i francesi riluttanti agli anglicismi nella sua lingua chiamano la pole, ha domato anche questa monoposto rinnovata. E oggi parte davanti a tutti. Sarà la 21esima volta, traguardo dal retrogusto un po’ amaro, nel senso che con questa è il poleman più poleman tra tutti quelli che non hanno mai vinto un Mondiale. Fino a venerdì era insieme a Valtteri Bottas, ora è solo ad aspettare la Ferrari giusta. Davanti, con una sola pole in più, ha Alonso. Ma se poi guardiamo alla percentuale di GP corsi in cui è partito davanti a tutti, meglio di lui (col 17,65% sui GP disputati) ci sono solo Fangio, (56,86%), Clark, Senna, Hamilton e Schumacher. Cioè l’Olimpo. Persino Max Verstappen, per capirci, è dietro, seppur di poco (16,67%)?

occasioni perse

Con Leclerc, però, il problema non è da dove partirà, ma come arriverà. Perché, quasi sempre non per colpa sua, la position de tête via via nel corso della gara per lui va peggiorando. Indicativo, e non in senso positivo, il confronto con Verstappen, il suo designato rivale per il dominio di questa epoca. Se sul fronte delle pole i due sono tutto sommato vicini, 30-21 per Max, specie considerando la diversità di monoposto nelle ultime due-tre stagioni, il confronto sulle vittorie è impietoso: 49 l’olandese sfrecciante, appena 5 Charles. Sono sette i piloti con più vittorie che pole (cioè, oltre a Max: Prost, Schumacher, Alonso, Raikkonen, Damon Hill e Lauda), ma nessuno ha un disavanzo come il suo. Per Verstappen le vittorie sono il 163% delle pole. Per Leclerc il 25%.?

max mostruoso

E si parla del solo dato numerico. Fa molto più testo l’analisi di come le pole sono effettivamente state valorizzate. Ovvero di quante sono state convertite in vittorie. Per Verstappen sono 25 su 30, vale a dire l’83,3%, nessuno, nella storia, nemmeno gli si avvicina. Solo un termine di paragone: Senna ha vinto il 44, 6% delle gara in cui era scattato davanti: Vettel, Hamilton e Schumacher il 58,5%, Fangio il 62%, Alonso il 63%, Nico Rosberg il 65%. Di più ancora: alla faccia di chi parla di lui come di non-specialista, quest’anno di pole Max ne ha già acchiappate nove. Come sempre è difficile dire quanto il merito sia suo e quanto di quel missile travestito da lattina di bibita che guida. Molto più facile è il raffronto dei dati, per constatare che in tutte le occasioni è poi andato via sereno e le nove pole si sono trasformate in altrettante vittorie. Per Leclerc la percentuale in carriera si riduce ulteriormente: 4 volte in cui è partito primo è poi anche arrivato primo, il 20%. Nelle restanti 16 no. Solo René Arnoux, di cui appena 2 delle sue 7 vittorie originavano dalla partenza al palo, ha una percentuale peggiore. Il sospetto che in questi anni Charles in tutti quei giri secchi vincenti abbia spremuto qualcosina in più del valore della macchina è piuttosto concreto.