La leggenda del tennis italiano racconta la propria lunga carriera nel mondo dei motori, dalla prima vettura, una vecchia 500, a Porsche e Ferrari, passando per i rally raid ed i record di velocit¨¤ con gli offshore
Per Adriano Panatta, il mondo dei motori ¨¨ straordinariamente familiare, tanto da essere diventato nel 2004 campione del mondo offshore nella classe Evolution, in equipaggio con Castellani e Salvatori, e avere siglato due primati di velocit¨¤: quello degli entrobordo sport a cilindrata illimitata con 238,897 km/h nel 1991 e quello della F.3000 con 175,639 km/h lĄŻanno successivo. Non solo, ma Adriano ha partecipato anche a vari rally, compreso il Sanremo '92, a Raid e gare di vetture storiche.?
Quale ¨¨ stata la tua prima vettura?
?"La mia macchina dĄŻesordio ¨¨ stata la 500 che mi ha passato mio pap¨¤ quando lui si ¨¨ comprato una terribile 850. Poi ho preso unĄŻaltra 500, e dopo, al primo contratto per le racchette, acquistai una Alfa Romeo GT Junior usata. La prima vettura importante che ho avuto ¨¨ stata una Porsche 911 S Targa".
Adriano, quale tra le macchine che hai avuto ti ha dato pi¨´ soddisfazione?
?"A parte che una volta mi sono comprato una bellissima Ferrari 365 Gtc blu con interni in pelle rossa, ma lĄŻho tenuta pochissimo, non era una macchina da andarci tanto in giro, i ricordi migliori sono legati a due Lancia: una HF e la Stratos. In particolare, la Stratos era una vettura straordinaria, magari non per lunghi viaggi".
Sappiamo che hai una vera passione per la auto dĄŻepocaĄ
?"Mi piacciono tantissimo. Sono stato un grande appassionato di auto dĄŻepoca. Quando facevo i rally storici acquistai una Porsche 911S da corsa: per tenerla in strada ci voleva la mano di Dio".
Come molti, avrai iniziato con le moto, giusto?
?"Il primo mezzo a motore da ragazzino ¨¨ stato il Velosolex. Di moto poi ne ho avute molte, fino a poco tempo fa: Bmw, Ktm. Ho fatto anche 15 giorni in Marocco facendo quasi 10.000 km, un enorme divertimento. Vista lĄŻet¨¤ ho smesso, perch¨Ś in moto fa freddo anche dĄŻestate".
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Ai tuoi tempi i tennisti erano rigorosi come oggi nellĄŻevitare le moto, o cĄŻera pi¨´ libert¨¤?
?"Io penso che, se uno vuole andare in moto, deve essere libero. Un anno in cui ho giocato al Foro Italico, 1977 o 1978, mi feci consegnare una Honda Custom 750 direttamente alla fine del match di Coppa Davis, di domenica. Dopo avere fatto cinque set contro uno svedese sono salito, ho imboccato lĄŻAurelia e sono andato a Forte dei Marmi vestito come un cretino, con jeans e giubbetto di camoscio. Il freddo che ho avuto quella notte l¨Ź ¨¨ stato incredibile. A Cecina ho affiancato un ultraottantenne con una 500 tutta scassata e gli ho detto: "Senti, questa lĄŻho comprata oggi, e lĄŻho pagata tot. Dammi la 500 e facciamo cambio". Poi, un'altra volta mi comprai, al torneo di Venezia, una Honda CB600 stradale per tornare sempre a Forte dei Marmi. Insomma, qualche piccola pazzia con le due ruote lĄŻho fatta".
Tu sei stato anche un rallysta, hai fatto il Sanremo 1992 e molte altre gare: come ti ¨¨ venuta questa passione?
"Io gi¨¤ correvo in offshore, avevo voglia di provare le auto. Non mi ¨¨ mai piaciuta la pista. Ti racconto questa storia: la Peugeot mi sponsorizzava e mi chiese di fare il Sanremo con la macchina pi¨´ brutta che hanno mai costruito, la 309. Quando arrivai erano tutti tesissimi, perch¨Ś stavano aspettando il nuovo grande capo, sembravano in attesa del Cavaliere Nero. Era Jean Todt, che mi salut¨° e rimase un po' interdetto nel vedere un tennista sulla sua auto. Poi per¨° siamo diventati amici. La gara non ¨¨ stata una grande esperienza, perch¨Ś nella parte in terra ho dato una cannonata contro una montagna ed Enrico Riccardi, il mio navigatore si ¨¨ rotto un braccio. LĄŻelicottero lĄŻha portato via, io rimasi l¨Ź a mangiare panini con i tifosi e vedere i grandi piloti che passavano. Non immaginavo che tutti mi stessero cercando".
Hai mai pensato di offrire a Paolo Bertolucci (il compagno di squadra in Coppa Davis nel 1976, ndr) il posto di tuo navigatore?
?"Per carit¨¤, avrebbe vomitato tutto il tempo, non era il caso. Paolo non era certo il tipo da fare le corse. Mi ricordo una volta si compr¨° una 128 rally arancione, orrenda. Io gli rubai le chiavi in spogliatoio ed andai a fare un giro a tutta velocit¨¤ sullo sterrato, distruggendogli la macchina e poi parcheggiandola allo stesso posto e rimettendogli a posto le chiavi. Gli ¨¨ servito poco a capire che ero stato io, ancora me lo rinfaccia".
Gira sul web un'intervista in cui Pietrangeli sostiene di averti battuto in pista ad una "Gara dei campioni" con lĄŻAlfa 164. ? vero?
?"Ma quando mai? Nicola ¨¨ fermo come un paracarro, mi ha passato solo perch¨Ś ho rotto il cambio".
Che sport motoristici segui?
?"La F1 mi ha un po' annoiato, anche a causa del dominio di Verstappen. Mi piaceva quando cĄŻerano Villeneuve, Prost, Lauda. Era una Formula 1 diversa, ¨¨ cambiata come un po' tutti gli sport. La MotoGP ¨¨ molto pi¨´ divertente, in quanto tutto pu¨° succedere. I rally li guardo meno, perch¨Ś si vedono meno in televisione, cos¨Ź come i raid. Pensa che io ho fatto il Rally Raid di Tunisia, corsi con un prototipo Mercedes ex Regazzoni e mi divertii moltissimo. Purtroppo ho rotto e sono rimasto con il mio navigatore in mezzo al deserto tutta la notte. Tra lĄŻaltro le portiere non si bloccavano, quindi rimanere l¨Ź da soli la notte ¨¨ stato un po' angosciante".
Nella tua splendida carriera in offshore tu eri lĄŻuomo alle manette. Ci spieghi come si dividono i ruoli in un equipaggio?
?"Io ho fatto i primi anni al volante assieme ad Antonio Gioffredi, grandissimo pilota che mi ha insegnato tutto, poi sono passato alle manette per tanti anni ed ho corso un po' in tutte le categorie, ma specie in classe 1. Ci vuole tanto affiatamento, in particolare chi gestisce le manette ha il controllo della barca al 70% perch¨Ś controlli gas, lĄŻassetto della barca, i flap, i trim, una volta anche il bilanciamento dei serbatoi. Una volta la navigazione era molto pi¨´ in mare aperto, per cui il volante era soprattutto per mantenere la rotta e saper assecondare le onde, mentre negli ultimi anni con lĄŻavvicinarsi alle coste per offrire gare pi¨´ spettacolari il volante ha acquistato maggiore importanza, dato che si dovevano affrontare virate molto pi¨´ impegnative, con sei/sette barche di 15 metri che arrivavano affiancate a 200 km/h".
Tu detieni anche un record di velocit¨¤, 240 km/h.
?"Ne ho due, quello da 240 ¨¨ il pi¨´ alto, ottenuto a Lecco con la barca di Flavio Buzzi, e poi quello di 200 allĄŻora con un fuoribordo formula: allĄŻandata avevo gi¨¤ fatto il record mondiale, ho voluto fare anche il ritorno ed ho visto la Madonna perch¨Ś sono volato via facendo un loop, fortunatamente senza farmi male".
Tornando alle auto, cosa pensi della transizione allĄŻelettrico?
?"Io ho avuto una ibrida/elettrica, una Lexus, che mi hanno rubato sotto un albergo a Roma, per¨° non mi sono trovato bene, perch¨Ś senza rumore non riesco a guidare la macchina".
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