il racconto
"Dai stammi dietro, vado piano...": inseguendo Deborah Compagnoni alla scoperta di Altavia
"Ah guarda chi c'¨¨, la mia allieva pi¨´ brava". La voce arriva non si sa da dove, pensi direttamente dal cielo e ormai hai smesso di sorprenderti: tanto a 2700 metri, circondati dal Gran Zebr¨´, dal Cevedale e dal Gavia, splendenti di neve e magia, ci si arrende all'idea che tutto possa succedere. "Ma s¨¬, la mia Deborah, l'allieva pi¨´ brava che avevo... ma sulla bici eh!". La voce non arriva proprio dal cielo ma da un altro lass¨´; sul terrazzo della stazione di partenza della cabinovia di Santa Caterina c'¨¨ un uomo con un microfono. Guarda in basso, verso di noi (verso di lei un po' di pi¨´), e ride. "La mia allieva pi¨´ brava, ma in bici" si chiama Deborah, ¨¨ nata tra questi boschi e in questi boschi si perdeva in mountain bike, mentre sognava di arrivare nella Nazionale di sci.?
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Tra un sogno e l'altro ha fatto un po' di pi¨´: ¨¨ diventata la prima donna del pianeta terra a vincere tre ori in altrettante Olimpiadi (1992 Albertville super G, 1994 Lillehammer gigante, 1998 Nagano gigante). L'allieva pi¨´ brava sorride e ascolta la voce, poi lo saluta: lui ¨¨ Silvio Mevio, maestro di mountain bike, sciatore, speaker ufficiale di qualsiasi evento sportivo si svolga in Alta Valtellina, da Sondalo fino allo Stelvio e?al Gavia, diciamo. Lei ¨¨ Deborah Compagnoni. E in mezzo ci siamo noi, sopravvissuti - soddisfatti e felici - all'impresa di una peek to creek?sugli sci inseguendo le sue code.?? il primo stress test della nuova linea di abbigliamento tecnico da sci Altavia, che la stessa Compagnoni ha realizzato con Ovs, azienda leader in Italia nel campo della moda.
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la camminata imprevista
¡ª ?La duegiorni ¨¨ iniziata 24 ore prima, quando Santa Caterina Valfurva ha aperto le sue porte alla comitiva Ovs. La citt¨¤ natale di Deborah Compagnoni ¨¨ stata scelta per ospitare il primo lancio pubblico di Altavia. Sono le 15 di venerd¨¬ 19 gennaio, cielo limpido come acqua di grotta, saliamo ai 2.700 metri del Sunny Valley Mountain Lodge: siamo in una conca piena di neve, attorno si vedono il Sobretta, il Gavia, il Gran Zebr¨´ e pi¨´ lontano il Cevedale. Bianchissimi come non si vedevano da tre anni. Persino il vento del mattino si ¨¨ fermato: qui nessuno, nemmeno la natura, vuole disturbare il nuovo battesimo della figlia prediletta di questa valle. Il freddo ¨¨ pungente ma l'atmosfera ¨¨ cos¨¬ calda, fuori, che non si pu¨° resistere. La Valle dell'Alpe si ¨¨ svuotata di sciatori e turisti, i "gattisti" si sono scaldati con un caff¨¨ al bar del Lodge e sono andati via con i loro giganti cingolati, c'¨¨ un silenzio spaziale, il sole va a nascondersi tra Sobretta e Cima Piazzi: ¨¨ il momento.
Una passeggiata serale nel deserto di neve, soli tra le montagne, con l'accoppiata pantalone-giacca Altavia: ¨¨ un primo test, informale e imprevisto. Vediamo come resistono al freddo notturno. Fuori ¨¨ -15, attraversiamo le piste deserte con un filo di luce, qua e l¨¤ affondiamo fino alle caviglie nella neve soffice e asciutta: il vento e il sole del giorno che sta finendo l'hanno resa morbida, "educata", accogliente. Pensiamo sia un peccato che non sia ancora arrivato Gian Luca Gasca, lui s¨¬ camminatore e raccontatore delle nevi, voluto da Ovs per il primo lancio al fianco di Deborah. La passeggiata improvvisata finisce quando ¨¨ buio quasi totale, si rientra al rifugio, i materiali Altavia hanno superato il primo esame, l'antipasto, diciamo: caldi e confortevoli, come erano apparsi al primo sguardo. Il giorno dopo li attende il test "vero", quello sugli sci.
"tanto vado piano"
¡ª ?La cena nel salone del Sunny Valley ¨¨ una coccola di gusti e pensieri: Compagnoni e Gasca siedono uno di fronte all'altra, si parla di montagna e sci, di vita e altro. Poi. La mattina comincia presto. Non c'¨¨ vento, solo tanta neve e un sole commovente. Si va. Indossiamo i materiali Altavia, pile ultrasottile, giacca, pantalone. Rapida colazione, mettere gli scarponi e inforcare gli sci ¨¨ un attimo, un tutt'uno. Perdere tempo oggi in altro che non sia sci non si pu¨°, non si deve. Ore 8.35, siamo gi¨¤ in pista. Quattro discese a tutta per scaldarci, alle 10 c'¨¨ la regina delle nevi che ci aspetta: Deborah Compagnoni ¨¨ in giacca blu e pantaloni scuri, "a pensarci potevo mettere gli Altavia bianchi", sorride. Il blu del cielo e il bianco della neve, in effetti l'ideale ¨¨ geniale. Sar¨¤ per un'altra volta.
Si va, si vola in realt¨¤. Testiamo i capi di abbigliamento sulla rossa/nera che porta il suo nome, "Deborah Compagnoni". Bisogna muoversi tanto, per tenere i suoi ritmi: gambe a tutta, braccia e spalle a cercare la pendenza, devi stare sempre sullo sci perch¨¦ il fondo ¨¨ morbido ma la pendenza ¨¨ consistente e la velocit¨¤ a tratti - tachimetro al polso... - segna i 68 orari, che insomma si pu¨° fare di pi¨´ ma non ¨¨ proprio uno scherzo. Pi¨´ ne hai e pi¨´ ne vuoi, il fisico risponde e gli sci vanno a meraviglia: Deborah continua a dire "statemi sulle code dai, vado piano", ma il concetto di 'piano' ¨¨ ironicamente, beffardamente, relativo.?
Cortoraggio, conduzione, persino curve in posizione dove la pendenza lo concede: il corpo si muove in ogni direzione e l'abbigliamento asseconda voglie ed esigenze. I pantaloni sono una piuma calda, il pile traspira e non lascia che l'umidit¨¤ si accumuli diventando 'ghiaccio' col passare dei minuti, la giacca ¨¨ una sorpresa: confortevole l'avevamo capito, ma risulta leggerissima e non ostacola neanche quando sugli sci devi fare l'acrobata. Mai ingombrante, "collega" perfetta di sciata sportiva. Alle 13 - dopo diversi su&gi¨´, dopo il saluto 'dal cielo' di Silvio Mevio e vari "tranquilli vado piano" - il test attivo arriva alla fine. L'esame per Altavia (quello vero), ¨¨ superato in ogni aspetto.
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