La maestra di sci: "Imparare a sciare da adulti? Facile, ma ecco gli errori da evitare..."

Imparare a sciare è un "affare per bambini"? C'è un'età limite? Quali sono gli errori più comuni che ciascuno di noi può commettere avvicinandosi per la prima volta alla pratica dello sci alpino? Sono alcune delle domande più comuni che una persona si pone quando decide di imparare a sciare. Dietro la decisione, in fondo, possono esserci i motivi più diversi: una passione rimasta sopita per anni; la voglia di stare con altri amici che già sanno sciare; il piacere di provare emozioni particolari, persino uniche, in mezzo alla neve. Abbiamo chiesto a Chiara Caspani, esperta e stimata maestra di sci della Scuola Nazionale di Bormio (Sondrio), di affrontare la questione: imparare a sciare da adulti.

Maestra Caspani, com'è la tendenza più recente tra gli adulti che si avvicinano allo sci?

"Si nota un aumento tra i bambini e i giovanissimi, un ulteriore aumento nella fascia 25/35 anni e invece un calo tra gli over 35/45, gli adulti più adulti, diciamo così".

Come spiega questi dati?

"Una volta si iniziava da piccoli, in settimana bianca, e si andava avanti con i corsi collettivi delle scuole sci per diversi anni. Era anche un modo che i genitori avevano per far socializzare i propri figli, e a loro volta i piccoli crescendo si creavano un loro 'rito', chiamiamolo così: c'era l'abitudine di stare in compagnia in montagna, anno dopo anno. Adesso c'è un turismo più concentrato nel breve periodo in montagna, quindi molti genitori che non sciano, o hanno smesso tanti anni fa, portano a sciare i loro figli ma sono riluttanti a iniziare o riprendere la pratica dopo una certa età. E' un po' calata la pratica della socializzazione in montagna, ecco: e questo aspetto culturale ha avuto secondo me una ripercussione sulla pratica dello sci in età adulta".

Lo sci è uno sport che spaventa?

"Per quella che è la mia esperienza sì, spaventa dopo una certa età, diciamo dopo i 40 anni. Molto genericamente, si ha paura di farsi male, con quello che ne consegue non tanto a livello fisico ma di complicazione della quotidianità. La paura naturalmente è un'emozione umana, rispettabile e comprensibile".

Ma c'entra l'evoluzione dei materiali in questo timore? Si va più veloce quindi...

"No, direi di no. Il più delle volte sono luoghi comuni. Sento dire, solo per fare un esempio, 'la gente beve e poi va sugli sci': ma sono percezioni esagerate se non del tutto errate. Ci sono casi estremi, come in tutti gli ambiti, ma sono decisamente una minoranza. Se ci si avvicina allo sci, anche in età adulta, in modo graduale, il rischio non è superiore a qualsiasi altro sport. Usando la testa e affidandosi a dei maestri professionisti, si pratica lo sci in totale sicurezza".

Come è cambiato l'approccio di voi maestri nei confronti degli adulti che si avvicinano allo sci, negli ultimi anni? Intendo a livello di "sistema", di direttive scolastiche.

"Detto che periodicamente i maestri di sci effettuano corsi di aggiornamento, nello sci moderno l'approccio, dettato dai tempi e dall'esperienza, ci spinge prima di tutto a guardare i materiali dei nostri allievi: se è un materiale per entry level già abbiamo una prima indicazione. Poi un primo colloquio, ma un maestro deve sempre basarsi sui propri occhi; ascoltiamo quello che ci dice l'allieva o l'allievo ma poi lo verifichiamo su una pista base. Perché se ci fidassimo di un adulto che più o meno consapevolmente dicesse 'sì ho un livello x', ma poi la sua definizione si rivelasse errata, si creerebbero situazioni persino pericolose. Sempre, sempre, sempre da scongiurare, durante una lezione, l'insorgere del panico in chi deve imparare. Infine, in anni recenti è aumentato di molto l'utilizzo didattico dei video: riprendiamo la lezione, alcuni esercizi specifici per esempio, e poi li mostriamo all'allievo durante una pausa, magari in seggiovia. Così possiamo mostrare in modo tangibile l'eventuale errore. Imparare a sciare da adulti, se ha svantaggi in termini di età assoluta ed elasticità mentale, ha invece il vantaggio dell'autoconsapevolezza, quindi se uno si guarda recepisce meglio il messaggio del maestro".

L'errore più comune di un adulto è l'autovalutazione?

"In certi casi può esserlo. Mi capitano sempre più spesso casi in cui un adulto ha 'imparato a sciare guardando i tutorial'... Non è comune ma è una tendenza recente. Quindi, primo assunto: la valutazione va fatta da un occhio esperto".

Domanda fatidica: c'è un'età in cui proprio no, non si può cominciare a sciare?

"In assoluto direi di no. Mi è personalmente capitato un caso emblematico, una signora che iniziava all'età di 58 anni e aveva un problema non lieve di paura dello sci in sé. Abbiamo impiegato una buona fetta dei giorni a disposizione restando sul campo scuola, che a Bormio ha un tapis-roulant, senza assillo di dover raggiungere un obiettivo in un tempo prefissato. E con mia soddisfazione e sua gioia, la signora è stata poi in grado di prendere uno skilift e sciare su una pista 'normale', con altri sciatori. Quindi no, direi che non esiste una età pro e una contro. Ho visto 70enni in forma fisica adeguata mettere gli sci per la prima volta".

Errore potenziale: non affidarsi alle scuole qualificate.

"Sì, è un errore più frequente di quanto si pensi. Ma se si vuole risparmiare tempo è meglio fare lezione. Non sarà sempre economico, diciamolo pure, ma è la via migliore per iniziare. Poi ognuno ha un amico che dispensa consigli, però succede che nella migliore delle ipotesi siano consigli poco funzionali, se non del tutto sbagliati. L'amico che ti dà il consiglio giusto, che ti fa fare gli esercizi giusti, è davvero una eccezione rara. Ognuno di noi ha i suoi tempi, la sua sensibilità, parole che recepisce meglio, così come i maestri di sci non sono tutti uguali".

Fatto il primo passo, invece?

"Beh, già chi si rivolge alle scuole sci vuol dire che ha in mente il percorso giusto per iniziare, età più o meno avanzata che sia, paura più o meno grande che si abbia o forma fisica più o meno buona. Una volta iniziato vedo che tanti si fermano appena prima di essersi sbloccati del tutto. C'è anche una componente economica in questo, lo sappiamo, però a volte con un paio di lezioni in più si acquisiscono benefici esponenziali".

La situazione più stressante che le è capitata con gli adulti?

"Ricordo un signore sui 50 anni, era molto pignolo. Prima di iniziare la pratica credo avesse letto numerosi manuali di teoria dell'insegnamento dello sci, e ricordo che pretendeva l'utilizzo dei termini dei manuali che aveva letto. Ma la cosa peggiore non era neanche questa: piuttosto continuava a fare paragoni con altri colleghi, un aspetto piuttosto snervante credo per qualsiasi professionista. Ecco, se l'insegnamento è uguale per tutti, il modo di insegnare certamente non lo è...".