I consigli di Chiara Caspani, maestra di lungo corso alla Scuola Nazionale di Bormio, per avviare i bambini allo sci senza stress: "Un sorriso vale pi¨´ di mille parole. Quella volta che un pap¨¤ mi url¨°..."
Se siete dalle parti di Bormio e avete bisogno di uno specialista per insegnare i primi rudimenti dello sci ai vostri figli, molti - se non tutti - i vostri interlocutori vi faranno un nome prima degli altri: Chiara Caspani. Maestra di sci della Scuola Nazionale dal 2003, Caspani ¨¨ specializzata nell'insegnamento a giovani e giovanissimi. Tra le voci pi¨´ autorevoli per affrontare uno degli argomenti pi¨´ delicati quando si tratta di avviare alla pratica dello sci i nostri bambini.
Maestra Chiara, perch¨¦ un genitore dovrebbe affidarsi a una scuola sci?
"Il motivo principale ¨¨ uno, e viene prima di tutti gli altri: insegnare al proprio bambino, anche se si ¨¨ bravissimi a sciare, ¨¨ difficile. A tratti dannoso. C'¨¨ troppa 'vicinanza', confidenza, tra chi deve insegnare e chi deve imparare. Io stessa, per esempio, non ho insegnato ai miei figli. Il secondo motivo ¨¨ che un maestro di sci ¨¨ un professionista, con tutta una serie di strumenti fondamentali".
Il ragionamento vale anche per un genitore molto bravo ed esperto con gli sci, quindi?
"Certo. Un conto ¨¨ saper sciare, un conto ¨¨ saper insegnare, veicolare un messaggio. Non basta essere abili con gli sci, si tratta di avere una grammatica dell'insegnamento dello sci".
La domanda delle domande: qual ¨¨ l'errore pi¨´ grossolano, non voglio dire pi¨´ grave ma pi¨´ evidente, che noi genitori commettiamo quando ci rivolgiamo a una scuola sci?
"L'errore da non commettere ¨¨ restare nelle vicinanze: i bambini, come sappiamo, tendono a distrarsi molto, ¨¨ nella natura delle cose. Quindi per chi inizia a sciare, vedere un genitore, specie la propria mamma, nelle vicinanze, diventa fonte di distrazione, inquietudine. ? come portare i nostri figli all'asilo, poi bisogna allontanarsi per lasciare i bambini nell'ambiente che in quel momento ¨¨ il 'loro' ambiente. ? necessario fidarsi dell'insegnante, anche sulle piste da sci. Meglio, al limite, sempre se la situazione lo consente, osservare senza farsi notare".
Scendiamo di 'gravit¨¤': quali sono gli altri errori che sarebbe meglio evitare?
"Se le mamme tendono a essere troppo 'presenti' come dicevo prima, alcuni pap¨¤ - specie se sono sciatori esperti - eccedono nelle pretese nei confronti dei bambini e degli insegnanti. Non possiamo chiedere a chi si avvicina alla pratica dello sci di saper andare in conduzione o sugli spigoli dopo una settimana. Serve tempo, soprattutto con i bambini che devono prendere ancora del tutto confidenza con il proprio corpo nello spazio. Ecco, a volte si tende ad avere pretese elevate".
L'episodio pi¨´ imbarazzante che le ¨¨ capitato sul lavoro?
"Ah, penso non lo dimenticher¨° mai. Avevo gi¨¤ una certa esperienza professionale, arriva un bambino con il suo pap¨¤ che mi dice 'mio figlio ha gi¨¤ esperienza sugli sci, va sulle rosse (difficolt¨¤ media, secondo la classificazione standard, ndr), quindi vada tranquilla'. Per accertarmi di quanto il bambino fosse autonomo lo porto sul tapis-roulant con l'idea di fare una discesa e poi andare su piste pi¨´ impegnative con una seggiovia. Salgo con il bambino sul tappeto e lo vedo piuttosto incerto, nel frattempo il padre ci vede e urla: 'Lei ¨¨ un'incompetente, le avevo detto che mio figlio ¨¨ gi¨¤ esperto!'. Lo prende dal tapis-roulant e lo porta via, verso uno degli skilift che ci sono a Bormio. Saliamo insieme sullo skilift pi¨´ corto ma il bambino cade tre volte, non riesce ad arrivare in cima. Allora lo porto su io e una volta in cima lui insiste e dice al figlio: 'Adesso vieni dietro a me'. Partono e il bambino non riesce neanche e frenare, continua a scivolare velocemente e a quel punto intervengo rapidamente ed evito che finisca contro la stazione di partenza della funivia che conduce a Bormio Tremila. Abbraccio il bambino, spaventato e in lacrime, lo tranquillizzo e lancio un'occhiataccia a suo padre. Non dico una parola, lo guardo e basta, poi vado via col bambino e completiamo la lezione noi due soli. Aveva solo bisogno di ricordare le basi dello sci, per sentirsi di nuovo sicuro. Quel bambino ¨¨ rimasto a lezione con me una settimana, alla fine della quale il padre ¨¨ venuto a ringraziarmi. Ma la cosa che pi¨´ mi ha reso orgogliosa ¨¨ stata l'apprezzamento di un maestro anziano di un'altra scuola, che aveva visto tutta la scena. Mi disse: 'Brava Chiara, a volte meglio mantenere il controllo senza parlare. Sei stata proprio brava'. Sono stata molto contenta di me stessa in quella situazione, che ¨¨ un po' il paradigma del rapporto fiducia-empatia che serve quando ci si affida a una scuola di sci".
Ci sono differenze tra famiglie italiane e straniere, in questo rapporto?
"S¨¬, differenze notevoli. L'approccio culturale medio del genitore italiano ¨¨ di apprensione: in stile 'ti affido il mio cuore'. Tra i turisti stranieri, invece, l'atteggiamento pi¨´ diffuso ¨¨ 'ok, ecco i bambini, go!' e spariscono per ore... Da un lato c'¨¨ una profonda fiducia nella nostra professionalit¨¤, di fondo, come ¨¨ facile intuire, c'¨¨ un atteggiamento culturale diverso".
Negli anni quanto e come ¨¨ cambiato l'approccio delle scuole sci nei confronti dei pi¨´ piccoli?
"? diventato molto pi¨´ ludico. I bambini hanno bisogno di giocare, ¨¨ il loro linguaggio primario, anche sugli sci. Come scuole ci siamo dotati di maggiori strumenti e a livello nazionale viene sottolineata l'importanza di avere campi scuola con pochissima pendenza. ? aumentato esponenzialmente l'uso di tappetini, dadi in plastica, sagome degli sci per insegnare le posizioni che in gergo chiamiamo pizza/patatine (a spazzaneve/in parallelo). Tutta una serie di accorgimenti con l'obiettivo di insegnare ai bambini a muoversi sugli sci nello spazio circostante, senza stress o pendenze eccessive che creano impedimento nella fase iniziale. In Italia non usiamo le 'imbragature' cos¨¬ i bambini imparano prima l'autonomia, e usiamo il minimo indispensabile i puntali che tengono l'anteriore degli sci uniti. Tendiamo a stimolare l'autonomia dei piccoli in pista".
A che et¨¤ consiglia di avviare i bambini allo sci?
"Attorno ai 4-5 anni, quando cio¨¨ i nostri figli cominciano ad avere una maggiore concezione del corpo, distinguono con pi¨´ facilit¨¤ il piede destro dal sinistro, il tallone dalla punta, insomma le varie parti del corpo. E poi naturalmente torna in gioco il genitore, con un ruolo fondamentale".
A cosa si riferisce?
"Alla motivazione. Per un bambino vedere la propria mamma o il proprio pap¨¤ che sciano, diventa una molla potentissima per accelerare il processo di ascolto del maestro e quindi dell'apprendimento. Voglio fare come mia mamma, voglio sciare con mio pap¨¤: e i tempi si accorciano. E poi bisogna fidarsi dell'insegnante, da l¨¬ non si scappa: la fiducia ¨¨ tutto, e ovviamente anche noi maestri di sci dobbiamo conquistare quella dei piccoli allievi".
Ed entra in scena l'altro aspetto: quello psicologico. Per lavorare soprattutto con i bambini servono segreti particolari?
"Beh, l'empatia ¨¨ importante. Io ho imparato a chiarire subito i ruoli, diciamo una specie di 'stabiliamo chi comanda'. Con dolcezza, ma ¨¨ anche un modo per mettere i bambini in uno stato di certezza, di sicurezza. Da quel punto, e basandosi sul divertimento, si costruiscono poi la fiducia e la confidenza. Il compito di noi maestri di sci ¨¨ entrare in sintonia con i bambini, che sono allievi particolari perch¨¦ hanno bisogno di sorrisi e 'dolce fermezza' per seguire le tue indicazioni. Non ¨¨ che puoi sciare dicendo semplicemente fai cos¨¬ e fai cos¨¤... Un aspetto molto importante, per esempio, ¨¨ parlare alzando la mascherina: il contatto visivo funziona tanto con i bambini".
Parola ai genitori: molti dicono, facciamo da soli e risparmiamo i soldi della scuola, in uno sport gi¨¤ molto costoso. Cosa risponde?
"Beh, lo sci ¨¨ uno sport costoso per¨° si possono trovare dei modi per risparmiare. Per esempio scegliendo i corsi collettivi: le scuole generalmente organizzano corsi da sei-otto allievi al massimo, in modo da poter seguire tutti con la dovuta attenzione. E comunque si ha la garanzia di affidarsi a professionisti della montagna. Bisogna vedere la scuola sci come un investimento per il futuro: perch¨¦ si ha la tranquillit¨¤ che impareranno uno sport che li metter¨¤ in grado di divertirsi sulla neve in ogni circostanza una volta diventati grandi".
Parola ai maestri di sci: dove si pu¨° ancora migliorare il rapporto con i genitori?
"Mi sento di dare un consiglio, parlo da mamma. Quando ci si rivolge a una scuola sci, bisogna anche avere il coraggio di dire 'no, con lei maestra/maestro non mi sono trovato bene', cos¨¬ da cercare l'insegnante pi¨´ giusto insieme alla scuola. Il rapporto maestro-allievo va molto a sensazioni, 'a pelle', quindi meglio essere onesti e cercare quello adatto alle proprie esigenze o al proprio carattere. Meglio parlare con tranquillit¨¤ che non dire nulla e poi cercarsi un'alternativa. Anche i maestri hanno una sensibilit¨¤".
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