Per affrontare la montagna in ottobre riducendo al minimo i rischi servono allenamento, consapevolezza e attrezzatura adeguata
I fantastici colori dellĄŻautunno non devono abbagliare lĄŻescursionista. Temperature in ribasso, giornate brevi e meteo ballerino sono insidie da non sottovalutare. A darci qualche buon consiglio per la migliore riuscita delle escursioni di ottobre ¨¨ Filippo Menotti. Ultrarunner e istruttore di Nordic Walking, sta per diventare Guida escursionistica ambientale Gea Piemonte. Camminare ¨¨ la sua vita e nel suo curriculum spiccano la traversata delle Alpi in solitaria da Trieste al Principato di Monaco e la traversata della Sardegna di corsa da Olbia a Cagliari.
Qual ¨¨ il giusto approccio con la montagna??
"Primo di tutto occorre essere ben allenati fisicamente e saper riconoscere con la dovuta umilt¨¤ quale sia il proprio grado di preparazione fisica. Dopo questo primo Ą°esame di coscienzaĄą, occorre valutare bene le condizioni meteo fino alla mattina della partenza. Poi bisogna stabilire il percorso che si vuole affrontare imparando a leggere le guide e i resoconti che ne evidenziano il livello, lo sviluppo in salita e se prevedono passaggi tecnici attrezzati con corde fisse o catene. Tutto ci¨° ¨¨ valido quando il terreno ¨¨ asciutto e senza la presenza di neve o ghiaccio, elementi che complicano ulteriormente (quando non rendono impossibile) lĄŻescursione. Importante ¨¨ sapere se lungo il tragitto ci sono rifugi ai quali appoggiarsi, e se cĄŻ¨¨ la possibilit¨¤ di rifornirsi dĄŻacqua lungo il cammino. Nello zaino da non dimenticare un kit di pronto soccorso con disinfettante, cerotti, una pila frontale con batteria di riserva (una precauzione spesso sottovalutata ma indispensabile con lĄŻaccorciarsi delle giornate), il telo termico e qualcosa da mangiare se non si prevede una sosta in un rifugio. Buona regola sarebbe prendere informazioni da un gestore di un rifugio in zona o dalle Guide alpine locali per sapere le condizioni dellĄŻitinerario scelto".
Quanto conta lĄŻabbigliamento??
"Molto. Ogni capo - giacca, pantalone, maglia - ¨¨ stata studiata per accompagnare la persona nelle proprie avventure in montagna e fornisce quanto serve su ogni tipo di 'viaggio' . Il peso oggi ¨¨ ridotto ai minimi termini e spesso so trovano capi realizzati prestando una particolare attenzione allĄŻambiente. Da non dimenticare un guscio per la protezione da acqua e vento, uno shell termico tipo pile, un piumino di quelli comprimibili: pochissimo spazio e tanto calore. Da non sottovalutare lĄŻintimo tecnico, che si asciuga in un baleno e fornisce unĄŻottima traspirabilit¨¤ al corpo. Anche guanti e cappellino devono essere sempre nello zaino".
Scarpone alto o scarpetta bassa??
"Io suggerisco sempre il classico scarpone, che poi oggi ¨¨ davvero leggerissimo e impermeabile, e garantisce protezione alle caviglie limitando il rischio di distorsioni. Per chi va di corsa e vanta una preparazione di ottimo livello allora vanno bene anche le scarpe da trail running. Io sono testimonial Garmont e si pu¨° davvero scegliere su una vastissima gamma di prodotti per tutte le esigenze e per ogni stagione. Non lascerei a casa i bastoncini: in salita aiutano a scaricare la schiena e le gambe mentre in discesa danno stabilit¨¤ e salvano le ginocchia. Ovviamente ¨¨ importante saperli usare correttamente altrimenti si perdono tutti i benefici".
Quale escursione suggerisci per concludere alla grande la stagione in quota??
"La traversata Alpe Devero-Alpe Veglia, in Alta Val dĄŻOssola (VB). Lungo il tragitto si pu¨° godere della vista fra valli e monti con tutte le diversit¨¤ che caratterizzano lĄŻambiente nel territorio del Parco Naturale Veglia Devero. Si parte dalla chiesa di Devero (1.631 m) in direzione delle case di Pedemonte. Da qui il sentiero sale ripido in un bosco di larici fino a raggiunge Buscagna, un alpeggio ristrutturato. Si prosegue in falsopiano costeggiando il torrente e fino alla parte alta della Val Buscagna. Su ampi prati si arriva in quota fino alla Scatta dĄŻOrogna (2.460 m). Si prosegue fino a raggiungere un avvallamento con un piccolo laghetto quindi, dopo aver costeggiato ripide pareti rocciose, si risale al Passo Valtentra (2.431 m). Da qui il percorso ¨¨ tutto in discesa: si attraversa il Pian Sass Mor per poi giungere allĄŻAlpe di Pian du Scricc da dove un tranquillo sentiero nel bosco scende lungo la valle del Rio Frova per arrivare alla piana dellĄŻAlpe Veglia (1.750 m). Da qui si scende a San Domenico lungo una comoda strada carrozzabile. Distanza: 19 km, dislivello 1.270 metri, tempo di percorrenza complessivo 7 ore. Come sempre prima di partire informandosi sulle condizioni del sentiero dalle guide locali o al Rifugio Capanna Castiglioni".
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