450 chilometri e 32.000 metri di dislivello da affrontare GPS alla mano. Una prova estrema, raccontata da chi lo ha gi¨¤ finito due volte
Saranno in 140, il 9 settembre a Courmayeur (AO), gli ultratrailer al via della terza edizione del Tor des Glaciers, la pi¨´ lunga ed estrema gara di endurance trail italiana. Lo dicono i numeri ¨C 450 km e 32.000 metri di dislivello ¨C, lo confermano la tecnicit¨¤ del percorso che si sviluppa sulle alte vie 3 e 4 della Valle d¡¯Aosta e la formula che obbliga gli atleti a orientarsi solo seguendo la traccia GPS.?
Nelle prime due edizioni meno della met¨¤ dei pur selezionatissimi concorrenti ¨¨ giunta al traguardo. Tra di loro, in entrambi gli anni, Ruggiero Isernia, architetto milanese da anni protagonista delle sfide podistiche pi¨´ estreme. Nessuno meglio di lui pu¨° raccontare i segreti del Tor des Glaciers.
Che cosa ha di speciale il Tor des Glaciers??
"Rispetto al pi¨´ noto Tor de G¨¦ants, che ho concluso 9 volte e che ritengo una competizione bellissima sia per l¡¯ambiente che per il tracciato, questa gara ¨¨ ben pi¨´ avventurosa. Oltre alla distanza maggiore da coprire, qui bisogna sapersi muovere in alta montagna ed essere in grado di utilizzare bene il GPS. Non ci sono le solite bandierine a indicare il percorso e trovare la giusta via ¨¨ un modo ulteriore di mettersi alla prova che a me piace moltissimo. Poi i luoghi davvero selvaggi, entusiasmanti. Era la gara che cercavo e che ho subito fatto mia. Quest¡¯anno mi ero iscritto ma purtroppo non sar¨° al via perch¨¦ negli stessi giorni dovr¨° sostenere gli esami per diventare Accompagnatore di media montagna. Peccato".
Quali sono state le maggiori difficolt¨¤??
"La principale problematica ¨¨ stata l¡¯orientamento soprattutto sui colli alti di notte quando ti sembra tutto uguale. A questo poi si aggiungono il numero ridotto di ristori e il fatto che le basi vita si trovano solo nella prima parte di gara. Inoltre ti muovi quasi sempre da solo visto il basso numero di iscritti e i cancelli orari sono davvero stretti".
Esiste un tipo di preparazione specifica??
"Direi di no. Occorre per¨° avere concluso gare impegnative in alta montagna e questo sottintende una buonissima preparazione fisica generale, oltre che a fornire la necessaria esperienza. Poi servono resistenza e buona gestione delle proprie forze e dell¡¯alimentazione. Suggerisco di abituarsi alla camminata notturna e allo sforzo in quota, visto che si viaggia per tantissime ore sopra i 2000 metri. Consiglio inoltre di testarsi in qualche altra gara in cui si utilizzi il GPS".
I momenti speciali??
"Quando dal Col di Mont Gel¨¨, al km 377, dovevo iniziare la discesa verso il bivacco Regondi Gavazzi: lo vedevo in lontananza ma senza capire come ci sarei arrivato. Una sensazione bellissima e allo stesso tempo inquietante. Altro momento particolare ¨¨ stato quando, nella seconda edizione, mi sono trovato davanti a una salita che non ricordavo assolutamente esistesse. Indimenticabili anche certe conversazioni con i ¡°compagni di viaggio¡±, che a volte toccano il surreale. Una volta ho chiesto indicazioni sulla via e mi sono sentito rispondere che bisognava girare intorno a una montagna assolutamente invisibile a notte fonda. Risposi, con tutta naturalezza, s¨¬ grazie. Ci si trova davvero fuori dalla realt¨¤".
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